La Nuova Lot

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Data di pubblicazione: 14 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

CAPITOLO XI. Le Trasformazioni Sociali ed Economiche

Con la fine della reggenza del Granduca Gronko, murato vivo nelle segrete del Palazzo a monito della sua malvagità e grettezza, il Granducato necessitava di un riassetto politico e sociale.

L’Infante Uther Pendragon era ancora troppo giovane per prendere in mano da solo le redini, anche se si vociferava di un’imminente incoronazione, quindi l’autorità politica della cittadina ritornò in mano ai Nobili, che ristabilirono a Lot le regole e le norme dettate dal compianto Conte Erik, ma questo non fu un processo indolore, giacché i Nobili subirono una serie di attentati e rapimenti: il Conte Thorm fu addirittura vittima di un avvelenamento, che per poco non gli costava la vita e di una serie di furti.

Molti sequestri di persona o di oggetti simbolici furono portati a termine. Inoltre, dal momento in cui si decise di stabilire un giorno per la proclamazione del nuovo Granduca, iniziò ad aggirarsi per la città una figura strana, imponente e misteriosa, che diceva essere mandata dal Fato per salvare la città. Molti videro in lui un messaggero del Conte Erik o addirittura lo spirito del suo defunto corpo. Molti fatti inconsueti e talvolta sanguinosi si accentrarono intorno al ritrovamento da parte della Gilda dei Detentori dell’Arcana Saggezza, di un antico manoscritto, che portò alla riscoperta delle vecchie fondamenta della città e al ritrovamento del sarcofago del padre di Honorius, Hotalth, dopo varie ricerche e sanguinose battaglie sulla pianura ghiacciata oltre i Monti delle Nebbie.

Il rinvenimento dell’antico manoscritto mise subito in serio pericolo di vita il Sommo Detentore Althair e la Gilda tutta, qualcuno lo rivoleva ad ogni costo, ma i Saggi di Lot, coadiuvati dai Leoni e da tutti i combattenti della città, riuscirono a custodire in un luogo segreto quello scritto, e tentare una lettura ed un’interpretazione delle arcane parole in esso celate.

Altri avvenimenti perigliosi coinvolsero anche le Adepte delle RosaSpinae, che ritrovarono in un cunicolo nascosto fra le rocce sotto la Rocca dei Venti il diario e l’anello del Conte Erik, ma lo spirito del compianto Conte apparve a Lady Traemenda un pomeriggio, richiedendo indietro il suo anello ed ammonendo l’Adepta stessa e la cittadinanza tutta, di essersi fatti prendere da un eccessivo entusiasmo.

Le Guardie e l’intero Esercito erano sempre all’erta, ma tutti avevano l’animo più lieto e sollevato sapendo che l’amato Conte Erik sarebbe potuto tornare. Il Granducato iniziò quindi ad avere un periodo di grande prosperità economica, la popolazione aumentò decisamente e con essa il numero delle unioni e delle nascite.

Nell’entusiasmo del favorevole periodo che si stava attraversando e grazie al maggior numero di Cittadini presenti nuove Gilde, nacquero o risorsero dagli antichi splendori. Innanzitutto fu ristabilita la Banda dei Ladri, capitanata dai Capobanda Lyra e Galford.

Indubbiamente una città povera non aveva bisogno di Ladri (se per questo neppure una città fiorente), ma queste figure astute e furbe non avrebbero avuto ragione di esistere in una società in cui non vi era nulla di appetitoso di cui impossessarsi, e inoltre l’aiuto dei Ladri di Lot fu indispensabile per il ritrovamento del manoscritto dei Saggi.

L’arrivo a Lot di gente di tutte le razze ed estrazioni sociali permise la fondazione quasi spontanea della Corte dei Miracoli, retta da Stubborn ed Albascura. Queste creature, in genere reiette, si trovavano invece protette dalle mura del ghetto, che era un quartiere paradossalmente dentro la città ma nello stesso tempo da essa indipendente, dove onestà e disonestà si fondevano per creare un’umanità nuova con l’intento di sconfiggere la miseria.

Attraverso il lavoro comune guidato dai Protettori, ognuno poteva sviluppare le proprie capacità, contribuire ad un fondo comune e il più delle volte imparare un mestiere.

Una città in via di espansione necessitava assolutamente di qualcuno che si occupasse della struttura urbanistica ed architettonica, nacque quindi una nuova Gilda, quella degli Architetti, che con il loro lavoro resero ancora più bello ed imponente il Granducato. La costruzione di nuove magioni e il proliferare di statue come abbellimento della città e delle case, era un evidente sintomo di benessere  economico, inoltre un paese con una situazione sociale positiva e florida aveva un maggiore gusto del bello, ed uno spiccato interesse per tutto ciò che era esteticamente gratificante.

Con motivazioni decisamente positive e commerciali, Collimate ed Elenantinea proposero all’Ordine dell’Unicorno la Gilda dei Sensali. L’aumento del numero dei cittadini e la loro serenità economica e sociale, portò ad un proliferare del numero dei matrimoni e quindi nacque la figura del Sensale, che si occupava della cerimonia nuziale e di tutto ciò che ad essa faceva da contorno.

Alcune figure, tra le quali il Cyrano Ducale, svolgevano inoltre non solo funzioni organizzative e logistiche, ma anche di supporto alle persone forse troppo timide per allacciare una relazione amorosa. La vecchia Pro Lot venne trasformata nell’Ordine dei Mecenati di Lot, che si occupavano dello sviluppo culturale della città, potenziandone le attività ricreative e sociali, i concorsi e lo svago, per una popolazione sempre più desiderosa di godere del divertimento, tuttavia non si può dire che mancassero episodi di propensione al Male e al suo raggiungimento.

La nascita di Gilde come quella degli Oscuri Stregoni e delle Oscure Megere ne era un esempio calzante. Gli aderenti a questa congregazione, infatti, erano persone votate alle forze del Male ed avevano come scopo quello di infliggere dolore, sofferenza, distruzione e morte, in quanto unico mezzo a loro disposizione per aumentare i loro poteri.

Nemici giurati di tutti coloro che portavano il Bene a Lot (come i Cavalieri di Themis, i Cerusici, i Chierici e i Paladini), gli Stregoni e le Megere erano alleati con gli Inferi e si nutrivano dei frutti della sofferenza delle loro vittime fino a diventarne dipendenti, ossessionati dal bisogno di torturare e colpire il prossimo sia nella sfera emotiva che nel fisico.

La ritrovata ricchezza di Lot li fece divenire assetati di potere e quindi bisognosi di costituire nuove alleanze con il Male e tutte le sue sottili sfumature. Studiando costantemente la magia nera, gli Stregoni guidati da Rover si aggiravano tra i posti più oscuri della città, come le Caverne, la Rocca o i Monti delle Nebbie…

Un’altra Gilda ad orientamento malvagio nata in quel periodo fu quella dei Negromanti, che avevano il compito di resuscitare i morti trasformandoli in Vampiri o Demoni, utilizzando le energie degli spiriti negativi e satanici. I Negromanti inoltre si misero a disposizione dalla cittadinanza tutta; con le loro arti oscure erano capaci di controllare e scacciare presenze indesiderate, ricercare antefatti e reliquie del passato oltre che arrecare dolore a personaggi sgradevoli, indesiderati o scomodi, seminando ovunque pestilenze e malattie.

Per adattare Lot al suo rinnovato assetto socioculturale, alcuni mestieri ed alcune Gilde vennero chiuse: l’Ordine della Penna, l’Ordine dei Bibliotecari di Lot e le Streghe del Cobra Argenteo.

CAPITOLO XII. Il Nuovo Presidio e le Fogne di Lot

La guerra sui Monti delle Nebbie contro il nemico di sempre, Honorius, non era mai cessata da quando le porte di Lot era state riaperte. L’Esercito combatteva con fortune alterne ma, finalmente, si riuscirono a raggiungere i plotoni nemici e si scatenò una furiosa battaglia.

L’Esercito Ducale sconfisse le forze di Honorius, la vittoria allora fu schiacciante. Le schiere avversarie erano decimate, il palazzo del nemico era oramai espugnato ed i Soldati di Lot entravano trionfanti, facendosi largo tra i cadaveri dei Cavalieri Rossi e degli Orchi assoldati dal malvagio, piangendo e stendendo veli di pietà sui corpi dei soldati del Granducato, periti nella cruenta battaglia.

Ma, nonostante l’atmosfera di gioia, molti erano gli interrogativi che rimanevano senza risposta. Il Console Nightmare ed il Generale Matthew notarono che gli Orchi e i Goblin affrontati nella battaglia, erano meno numerosi di quanto ci si era aspettato, e che molte bande di Goblin si erano già ritirate nella grande Pianura Ghiacciata, oltre i Monti delle Nebbie.

Sia il Console che il Generale diedero ordine di non abbassare la guardia, anzi, moltiplicarono le pattuglie che esploravano i territori intorno alla città. Soltanto dopo alcune settimane le Sentinelle dell’Esercito lottiano compresero la ragione di quest’inquietudine.

Nathamer, l’altro nemico storico di Lot, il più subdolo e probabilmente anche il più potente, si stava movendo verso Sud e al suo seguito aveva molti prigionieri, i soldati di Honorius, da sempre timore e tremore di chi aveva in custodia la sicurezza della città.

L’oscuro nemico prese tempo; per circa dodici lune l’Esercito Ducale riuscì a contenere ogni sua offensiva, del resto il numero dei Soldati era notevolmente superiore ed essi erano, ancora una volta, strategicamente più preparati. Ma quest’anno di continui piccoli attacchi nascondeva un fatto ben più grave, Nathamer stava sigillando una nuova tremenda alleanza con Honorius.

Un altro pericolo per la città era rappresentato da Parmete, che più di una volta aveva rafforzato l’offensiva nemica. In verità Honorius, dopo un breve momento di sbandamento, riprese gli attacchi a Lot nel tentativo di conquistarla. Erano tempi difficili, le forze offensive erano moltiplicate, e gli Orchi del nemico stazionavano in un accampamento a pochi chilometri dai confini della cittadella.

Il Presidio dell’Esercito Ducale che, in origine era situato alla Rocca dei Venti, permise ai Soldati e a chi li dirigeva una certa tranquillità difensiva, la sua collocazione strategica aveva sbarrato ogni tentativo d’avanzata del nemico, nonostante i numerosi e ripetuti attacchi, nonché i tentativi, più o meno riusciti, di destabilizzare le schiere lottiane tramite intrighi e sotterfugi, abilmente tessuti.

Col passare del tempo e l’aumento del numero degli arruolati, fu necessario un coordinamento dell’intero organico che richiese molto lavoro. Una volta consolidata la struttura ed il proprio regolamento, l’Esercito Ducale si sentì pronto di affacciarsi alla vita pubblica della città attraverso la costruzione di un nuovo Presidio, che permetteva ai liberi cittadini e agli appartenenti ad altre Gilde e Mestieri, di cooperare con i Soldati per meglio servire il Granducato o, semplicemente, per avere il supporto dell’Esercito ogni volta che ce ne fosse stato bisogno.

Il nuovo Presidio militare era strutturato in maniera tale da cacciare il nemico fuori dalla valle, dove era situata la cittadina, nel minor tempo possibile. La superficie del Presidio è stata ampliata, per consentire all’Esercito Ducale di organizzarsi in maniera adeguata, e disporre le macchine da guerra e da difesa nei punti strategicamente più utili al loro scopo.

La parte che si affacciava sull’accampamento del nemico, era circondata da un immenso fossato, ed un ponte levatoio permetteva l’accesso al Presidio. Dalla Torre Coraggio e dalla Torre Forza, ove erano posizionate le balestre, partivano due bastioni dotati di camminamenti interni, che offrivano numerosissime postazioni per Arcieri e Balestrieri. Alla fine dei camminamenti, ancora tre Torri Baliste svettavano, tra le quali la centrale era dedicata al compianto Conte Erik e portava il suo nome.

All’interno del perimetro vennero sistemati trabucchi e catapulte a lunga gettata, oltre che gli alloggi per i Soldati. Ulteriori sviluppi ebbe anche il Campo Reclute, posto invece lontano dal Presidio e rimasto all’interno della Rocca dei Venti.

Questa nuova struttura, ubicata a Nord della cittadella, era dedicata a tutte le attività d’addestramento dei Soldati e ricopriva un ruolo fondamentale per la formazione dei Soldati dell’Esercito Ducale. Le Reclute passavano le loro prime cinque settimane nel Campo a loro disposizione: l’addestramento era suddiviso in quattro lezioni teoriche (C.A.R) e in lezioni pratiche di tiro con l’arco, uso e manutenzione d’armi a breve e a lunga gittata, ronde, presidio ed araldica. Alla fine del C.A.R. la Recluta poteva scegliere il battaglione e finalmente passare al Presidio.

L’apertura al pubblico del nuovo Presidio militare coincise temporalmente con il ritrovamento di un tombino nei pressi della Piazza del Mercato. Questo tombino riapriva una parte del vecchio apparato fognario di Lot.

Dopo la caduta della vecchia città, l’intero sistema delle fogne venne fatto franare per bloccare l’avanzata degli invasori, ma le centinaia di ramificazioni impedirono, in realtà, una definitiva chiusura delle stesse, e in molti punti della città continuava ad esistere nel sottosuolo una fitta rete di cunicoli. Le Fogne erano luoghi maleodoranti pieni di topi, Goblin, Orchi ed altri esseri reietti dalla società. Nel periodo della vecchia Lot, le Fogne erano, proprio per la loro natura di posto sporco e sgradevole, un luogo evitato da tutti i Cittadini ma, purtroppo, proprio da quei cunicoli che si perdevano sotto la città, giunse l’attacco letale delle forze di Honorius. Per mesi i Soldati contrastarono Topi giganteschi, infidi Goblin e potenti Orchi, cercando, contemporaneamente, di sfuggire agli attacchi degli Skertl, creature orribili create dal nemico ed utilizzate da esso proprio per la loro natura forte e crudele; dopo la caduta della città si era pensato che le Fogne fossero state per sempre sigillate e che, quindi, rimanessero solo un brutto ricordo degli abitanti più anziani, una cosa da narrare quando si voleva impaurire qualcuno, oppure uno dei tanti manoscritti conservati nella Biblioteca dei Saggi.

Con il ritrovamento del tombino si era, invece, riaperta la questione e, in seguito, si era anche potuto ricostruire il passaggio della rete fognaria verso il Pozzo, raggiungibile solo tramite una scalinata sporca e pericolosa, nel quale confluivano tutti i liquami e gli scarichi della città.

Una prima ispezione effettuata dall’Esercito e da componenti delle Gilde combattenti, non aveva rivelato ulteriori passaggi che unissero il Pozzo alle vecchie fogne, ma molte fenditure e cunicoli erano talmente pericolanti che non fu possibile esplorarli in modo accurato.

Le Fogne, ma soprattutto il Pozzo, divennero i luoghi dove le personalità più schive e lugubri della città (Ladri, Vampiri, Demoni, solo per citarne alcuni) s’incontravano, spesso semplicemente socializzavano, altre volte ingaggiavano combattimenti o tessevano i loro loschi traffici.

Dall’esterno invece sembravano luoghi tranquilli, non tutti gli abitanti della città erano disposti a sporcarsi o a respirare gas tossici per accedere a quei quartieri: niente di più sbagliato. Il nemico, seppur in modo sporadico e con forze limitate, più volte tentò di insinuarsi nella cittadella attraverso le Fogne e, nel loro interno, collocò orrende creature o esseri crudeli e terribili che, incrociandosi tra di loro, creavano mostri d’inaudita spietatezza, pronti a colpire su ordine delle forze del Male, il più delle volte, ma anche soltanto per il gusto di uccidere.

Ma non erano solo i Topi o gli strani esseri che vivevano nelle acque putride delle Fogne gli unici pericoli. Spesso le esalazioni che venivano originate dalla decomposizione dei rifiuti, sfuggivano alle narici, oramai abituate ai cattivi odori, degli abituali frequentatori di questi luoghi e bastava un nonnulla per creare esplosioni o fuochi, che rischiavano di far morire bruciati o soffocati chi, per sua sfortuna, si trovava a passare da quelle parti.

Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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