Dopo la Morte… cosa c’è?

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Data di pubblicazione: 2 Ottobre 2011 ©Giardino delle Fate

✦ Ritorno in Incarnazione ✦

Se l’individuo era già identificato a sufficienza con l’anima, e quindi la sua coscienza era almeno parzialmente capace di traslarsi nel «corpo di gloria», quando giunge a questo stadio del suo viaggio dopo la morte, può decidere se entrare nell’Eterno, nell’Assoluto inconsapevole di sé, oppure conservare il grado di coscienza raggiunto attraverso le precedenti incarnazioni ed incrementarlo per mezzo di una nuova successiva incarnazione, restando così nella dualità.

Si badi bene che una via non è migliore dell’altra. Dal punto di vista dell’Assoluto, che è fuori dallo spazio-tempo e fuori dalla dualità, concetti come evoluzione e coscienza non possono aver senso. Rispetto all’Assoluto, mille incarnazioni impiegate a sviluppare una coscienza sempre più raffinata e il sonno profondo inconsapevole… sono sullo stesso piano.

Di norma l’anima, nel momento stesso in cui scorge la possibilità di una più ampia Beatitudine, prova il desiderio di godere di tanta maestosità senza perdere la propria coscienza unitaria, quindi, a questo scopo, vuole incrementare i “supporti” su cui far scorrere altra Bellezza. Il fatto stesso di aver toccato il limite massimo della propria capacità di percezione la costringe a richiudersi in se stessa, come una molla tirata al limite che, un istante prima di perdere per sempre la sua elasticità, viene lasciata andare e si riaccorcia riprendendo la sua configurazione.

Allora compie il percorso a ritroso riprecipitando in una materialità sempre più grossolana: l’unico ambiente dove si può percepire un’apparente bruttezza e trasmutarla in “binari energetici” per cogliere più Bellezza. L’anima utilizza le vibrazioni emesse dalle sue “memorie di gestione dei corpi” (i “binari energetici”), accumulate nelle incarnazioni passate, per ricostruire un corpo mentale, un corpo emozionale ed un corpo fisico che rispecchino le sue qualità e le diano la possibilità di incrementarle. Riprende quindi il cammino da dove aveva lasciato la volta precedente.

In altre parole l’anima attrae vibratoriamente a sé gli involucri di sostanza fisica, astrale e mentale che meglio le permettono di condurre innanzi il piano di sviluppo intrapreso; ad esempio, se vuole portare alla luce la tolleranza, essa costruisce i suoi corpi affinché vibrino in modo tale da richiamare condizioni della realtà dove l’individuo è spesso confrontato con il “diverso”.

Gli aspetti planetari, il periodo storico, le circostanze etniche e geografiche, nonché l’ambiente sociale inerenti lo svolgersi dell’incarnazione, sono tutte manifestazioni che esplicitano nella materia le qualità uniche di un’anima. L’anima, vibrando, fa in modo che sul piano fisico si organizzino anche le caratteristiche genetiche che deve possedere l’uovo umano fertilizzato da cui si formerà il corpo fisico, e che devono combaciare con gli scopi che essa si propone. Mentre accade ciò, una coppia da qualche parte sta gioendo dei piaceri del sesso…

Va detto che il corpo mentale, quello emotivo e quello fisico di un individuo all’inizio non sono veri e propri corpi, ma solo punti vibratori nel piano mentale, nel piano astrale e nel piano fisico del pianeta. Sono punti vibratori che rispecchiano, con la loro frequenza, le esigenze dell’anima, quindi non contengono ancora i pensieri, le emozioni e la forma fisica dell’individuo, bensì li hanno “in potenza”, in quanto vibrano in maniera tale da permettere solo a determinati atomi, fra quelli appartenenti ai tre piani del pianeta, di fissarsi intorno a loro e costruire i tre corpi dell’uomo.

Binari energetici
L’anima fa spontaneamente ritorno nella materia perché, per sopportare/supportare nuova Bellezza, è necessario sviluppare la capacità di coglierla in un luogo dove essa ad un primo sguardo non si vede, dove c’è un contrasto apparente tra Bello e non-Bello. Se la si volesse cogliere direttamente non sarebbe possibile, scivolerebbe addosso nell’inconsapevolezza, non si avrebbero sufficienti “appigli / binari energetici” per ancorarla a sé. Se non conosciamo il brutto non possiamo apprezzare consapevolmente il Bello.

Per acquisire la capacità di trovare i funghi, si devono frequentare i boschi dove i funghi al contempo crescono e si nascondono; non si sviluppa alcuna capacità comprandoli sulle bancarelle del mercato, e l’obiettivo dell’uomo è sviluppare una capacità, non semplicemente cogliere le cose belle, perché allora sarebbe bastato abitare su un pianeta dove non accade mai nulla di brutto, ma senza attrito non ci sarebbe stata nemmeno la consapevolezza, l’uomo sarebbe stato uno zombie.

Vivendo invece un’incarnazione nei piani della Terra, l’anima è costretta ad organizzare i suoi corpi (il fisico, la mente e le emozioni) per ottenere degli scopi (ad esempio, trovare i funghi). Nello sforzarsi di imparare una nuova professione, di praticare un nuovo sport o studiare una nuova materia, crea delle “memorie di gestione dei corpi”, forma cioè nuovi “binari energetici” che la mettono in comunicazione con l’ambiente materiale attraverso i suoi corpi, e che prima non possedeva.

Dapprima questi nuovi “binari” le servono per governare i suoi involucri affinché la facciano sopravvivere meglio nel suo ambiente, e poi, una volta compiute le dovute trasmutazioni alchemiche, quegli stessi “binari” le consentono di percepire nuovi gradi di Bellezza e di Beatitudine. Pertanto si librerà ancora più in alto al prossimo viaggio in paradiso.

❂ Reincarnazione ❂

A proposito delle incarnazioni, bisogna puntualizzare che l’anima non vive condizionata dal tempo e dalla distanza come le intendiamo noi, per cui dal suo punto di vista essa non svolge un percorso di successive salite e discese dal piano materiale a quello spirituale e viceversa: ciò che normalmente si chiama “ciclo delle reincarnazioni”. Per lei le incarnazioni non si sviluppano in maniera “successiva”: questa è un’invenzione della personalità.

Le incarnazioni avvengono tutte contemporaneamente: stiamo vivendo adesso nell’antico Egitto, durante l’impero romano, all’inizio del ‘900 e nel XXII secolo. Essa si è ramificata come una piovra in molteplici personalità, ognuna delle quali sta sviluppando differenti qualità che necessitano differenti cornici storiche per essere manifestate.

Tutte le esistenze di un’anima si svolgono simultaneamente, e continuamente si inviano messaggi: ognuna è partecipe della metamorfosi delle altre, esse evolvono insieme, non in successione come appare nell’illusione temporale. Ognuno di noi con le scelte di oggi sta influenzando sia le incarnazioni “passate” che quelle “future”.

Fino a quando si rimane identificati con una personalità non si può sapere cosa stanno facendo le altre, si è separati da esse, ma quando finalmente ci si identifica con l’anima si ha il quadro completo. L’attuale memoria dell’individuo è la memoria di quanto è accaduto alla personalità nella quale egli è cosciente (nella quale è identificato), ciò significa che può “ricordarsi” delle altre personalità unicamente se porta la sua coscienza nell’anima, la quale è disidentificata da ciascuna di esse in particolare ed è cosciente di tutte contemporaneamente.

Quando il processo di risveglio che porta l’uomo a sentirsi un’anima giunge ad uno stadio avanzato, l’inconscio si riversa nel conscio ed egli “ricorda” le storie delle altre personalità, le vede come in un lungo film e comprende chi è veramente, ed il significato di tutto il percorso.

Contatti non desiderabili
I cosiddetti “contatti spirituali” sono di norma fenomeni da evitare, per quanto possibile. I sottopiani del piano astrale che in genere un uomo di media evoluzione riesce a contattare sono quelli inferiori, ossia quelli abitati da farabutti che, come è ovvio, tali sono rimasti anche dopo il trapasso, e che inoltre non hanno alcuna voglia di allontanarsi dal piano fisico, in quanto qui possono ancora provare l’illusione di partecipare alla vita fisica.

Ogni medium riesce a mettersi in contatto con i piani coi quali la sua personale frequenza vibratoria gli consente di entrare in risonanza, dunque, a meno che non si tratti di un uomo particolarmente risvegliato alla sua anima, i piani più elevati sono quasi sempre preclusi a chiunque cerchi comunicazioni dai mondi sottili.

La comune ignoranza porta però a pensare che qualsiasi fenomeno non rientri nella banalità dell’ordinario, debba per forza di cose essere qualcosa di estremamente elevato e ricco di significato. Si è quindi indotti a credere, e lo sono essi stessi, che gli operatori di tali comunicazioni con l’aldilà siano persone particolarmente sagge e spiritualmente evolute, e magari prescelti dal divino per compiere importanti missioni o canalizzare messaggi utili all’umanità intera.

Inoltre, cosa ancora più pericolosa, si crede comunemente che le entità da essi contattate, per il solo fatto che non occupano più un corpo e riescono a comunicare con l’aldiquà, siano esse stesse intelligenti, oneste ed amorevoli. Niente di più sbagliato.

Tali entità, essendo ancora molto attaccate al piano fisico, ed avvertendone la mancanza, necessitano di energia per poter continuare a gravitare intorno ad esso, e sono disposte a tutto pur di ottenerla. Il medium, cioè un uomo più aperto della norma ai piani sottili, costituisce per loro nulla più che una ghiotta occasione. Ecco allora fiorire i vari Gesù, le Madonne, gli apostoli Paolo e Pietro, faraoni ed imperatori assortiti, cioè entità della più infima risma che, sotto mentite spoglie, presentandosi con nomi altisonanti, ingannano l’ingenuo di turno riempiendogli la testa di stupidaggini.

Se infatti essi si presentassero dicendo: «Sono un’anima del piano infernale che ha ucciso dodici bambini, e che si sta prendendo gioco di te pur di continuare ad arrecare danni sul piano fisico», credo che anche il medium più sprovveduto interromperebbe subito la comunicazione, ma, dal momento che l’inganno è ordito bene, ed essi mentono fingendo di essere San Francesco, Sant’Antonio o lo Spirito Santo, i medium abboccano; ci si ritrova allora con una serie di ‘unti del signore’ che si vantano di possedere poteri paranormali e di comunicare con i grandi del passato …in breve tempo immancabilmente seguiti da una folta schiera di ignoranti creduloni.

È vero che nei loro messaggi fasulli essi parlano di amore, preghiera, meditazione ed aiuto reciproco, invitando a “non commettere più peccati per non fare lacrimare il cuore di Gesù e la Santa Vergine”, ma proprio questi sono i messaggi che più arrecano danno alle folle, perché trattengono l’uomo nel sonno della coscienza fornendo una visione infantile della religiosità in cui credere ed annullarsi. Non c’è infatti sonno più profondo di quello di colui che crede anziché comprendere.

Nessuno di questi messaggi invita mai al risveglio e al lavoro su di sé, al fine di incrementare il proprio livello di consapevolezza. Mirano invece ad instillare il senso di colpa per i propri peccati e conducono sempre ad una credenza cieca in un’entità superiore intrisa di moralità antropomorfa, o in una profezia catastrofica dalla quale ci si può preservare pregando o meditando.

Tali entità non sono altro che gli spiriti malvagi presenti in ogni tradizione popolare e religiosa; essi sono uomini morti provando odio, rancore, desiderio di uccidere, o più semplicemente un estremo attaccamento ai piaceri terreni nella loro forma più spinta, dall’ingordigia, all’avarizia, alla lussuria, al desiderio di sopraffazione.

Ricavano energia dall’alcolizzato che beve, dal tossicodipendente che si buca, da ogni genere di perversione, crimine e violenza, da ogni emozione di odio, rabbia e gelosia che noi proviamo quotidianamente. Gravitano intorno al soggetto (che li attrae con le sue basse vibrazioni), facendolo sprofondare sempre più nel suo vizio, nel suo comportamento criminoso o nel suo attaccamento alle cose. Oppure possono impossessarsi di individui particolarmente sensibili ed instabili emotivamente, in genere giovani adolescenti, ed usarli per indurli al vizio o per compiere atti criminosi di cui essi si nutrono.

Possedere qualcuno significa entrare nel suo corpo emotivo o, più raramente, in quello mentale (che per ragioni evolutive sono ancora poco organizzati e fuori dal dominio dell’anima), ed influenzarli con forme pensiero negative. Anche un uomo che viene suggestionato affinché combatta contro un’etnia (ed uccide e si fa uccidere per questo) è un posseduto.

Si può essere posseduti sia dalle semplici forme-pensiero di odio che di norma inquinano l’atmosfera, e che una volta entrate nel campo mentale di un individuo lo ossessionano, sia dai succitati esseri disincarnati, i quali amano imperversare nelle zone di guerra per nutrirsi di odio e fomentarlo a loro volta.

Se ci si osserva con attenzione si può comprendere che tutti, in misura variabile, siamo dei posseduti. Un gesto di rabbia o gelosia non può certo arrivare dall’anima, quindi è piuttosto evidente che esso è entrato nell’uomo dall’esterno e lo ha usato per un dato periodo di tempo, che può durare pochi minuti, settimane o anni.

Il fatto che una persona possa giurare di essere stata proprio lei ad arrabbiarsi, non cambia la realtà delle cose. Un altro genere di possessione è quella operata da entità ben più potenti delle anime dei trapassati, i diavoli.

La pena di morte
Tale usanza è un retaggio della legge “occhio per occhio dente per dente”, istituita nell’antichità dai saggi per gestire comunità che si trovavano immerse nella coscienza di branco, un preciso livello evolutivo nel quale le leggi devono ancora essere fatte rispettare con la forza e la paura della punizione.

Certo è, che ogni comunità viene amministrata per mezzo di leggi che rispecchiano appieno il grado di apertura della coscienza presente nei suoi abitanti, ma tale comportamento primitivo ha serie ripercussioni nel mondo astrale.

Fino a quando un criminale rimane confinato all’interno del suo corpo fisico, la sua capacità di nuocere è limitata a questo piano, potrà cioè nuocere ad una persona per volta e sarà comunque circoscritto nella sua possibilità di muoversi a causa delle leggi fisiche che regolano questo piano di esistenza.

Ma una volta eseguita la pena capitale egli viene liberato dai vincoli fisici, e si ritrova quindi a poter scorrazzare a piacere sul piano astrale, influenzando gli altri abitanti di tale ambiente e, da qui, quelli del piano fisico, immettendo terribili forme pensiero di odio e violenza, acuite ulteriormente dal fatto di essere stato giustiziato, nei corpi mentale ed emotivo di tutti coloro con cui riescono ad entrare in risonanza.

In virtù dell’errata considerazione che sia possibile “togliere la vita” a qualcuno semplicemente privandolo del suo involucro fisico, si permette così ad una mente criminale di poter realizzare in maniera del tutto indisturbata ciò che prima era costretta a compiere con difficoltà e col timore di essere scoperta; possibilità, questa, alla quale pervengono tutte le anime che, a motivo della loro condotta di vita, una volta disincarnate stazionano a lungo nei sottopiani più bassi del mondo astrale.

Ogni informazione riportata in questo capitolo non fa parte di ipotesi, in quanto solo un pazzo, o un genio, potrebbero ipotizzare un sistema del genere senza il supporto di una qualche prova tangibile. In effetti ogni fenomeno è stato più volte osservato da coloro che sono in possesso di una sufficiente apertura verso i piani sottili dell’esistenza (esattamente come chi è dotato di una sufficiente apertura verso la matematica studia con facilità i fenomeni matematici), e di una sufficiente intelligenza critica che ha loro permesso di accostare queste realtà con lo spirito dello studioso serio.

Fare della filosofia riguardo alla morte non serve più, l’umanità sta ormai superando la fase dello struggimento interiore riguardo al mistero della morte, la presunta conclusione della vita. Bisognerebbe dire a poeti e saggisti che è inutile spendere troppe parole su un fenomeno… se di tale fenomeno non si ha alcuna cognizione. È inutile restare sul piano fisico e da qui cercare di immaginare cosa ci sarà dopo.

Tutto questo è parte di un ingenuo sentimentalismo… A nessun filosofo e a nessuno scienziato o studioso religioso è venuto in mente che, se si vuole veramente comprendere cosa è la morte, qualcuno di essi dovrebbe andare là e vedere cosa c’è.

Solo chi ha visitato il piano astrale dove abitano i trapassati può negli effetti conoscere cosa c’è dopo l’uscita dal corpo fisico, e chi ha avuto contatti medianici con i suoi abitanti può almeno farsene un’idea. Ma se c’è qualcuno che non dovrebbe mai pronunciarsi sulla morte, onde evitare di inculcare assurde paure nella comunità, questi sono proprio coloro che si limitano a pensare alla morte o ad analizzarla fisicamente in un laboratorio.

✦ In sintesi… ✦

Abbandonato il corpo fisico l’uomo si risveglia, dopo un tempo variabile di incoscienza, nel piano astrale del pianeta, diviso, come ogni piano, in ulteriori sottopiani. Egli è cosciente di questo nuovo ambiente nella misura in cui lo era già quando si trovava nel corpo fisico.

Nell’aldilà egli si costruisce delle successive realtà che lo mettono di fronte ai condizionamenti e agli attaccamenti che ha accumulato durante la vita terrena, dai più pesanti ai più leggeri. Vivendoli in questa nuova prospettiva, con un più alto grado di intensità, egli li disgrega e in questo modo abbandona tutta la zavorra, tutto ciò che è esterno alla sua anima.

Nei sottopiani più elevati del piano mentale egli utilizza poi questi suoi condizionamenti, ormai divenuti dei “binari” depurati, per cogliere stati di Amore, Gioia e Beatitudine, ed acquisire nuove capacità utilizzabili nell’incarnazione successiva.

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