Fate di Feridia

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Data di pubblicazione: 12 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

✾ Gli Emblemi degli Elementi ✾

Le Fate della Camarilla, in particolare se ricoprono qualche carica specifica, hanno alcuni emblemi, certificati dalla Masseria, che le rendono riconoscibili all’interno del Granducato.

~• GLI EMBLEMI DELLA FATA MADRE •~

Il Bastone della Saggezza
Il Bastone della Rappresentanza (h 80 cm), come tutti quelli delle altre Famiglie, presenta un’impugnatura perfettamente levigata, sulla cui sommità troneggia una magnifica opera realizzata secondo antiche tecniche masserine. Interamente cesellato a mano, un raffinato bordo rappresentante il ripetersi di motivi geometrici introduce la testa vera e propria del bastone.

Come un sole fra raggi mirabilmente incisi, essi avvolgono dolcemente un rubino levigato e tondeggiante. È un corindone rosso, dà immediatamente la carica e la forza fisica.

Per la sua somiglianza ad una goccia di sangue, è messo in relazione con la vitalità e la potenza, rappresenta la forza nel senso più esteso. Emana energie altissime. Si posa sul cuore quando vogliamo rinvigorire i nostri sentimenti e ritrovare la voglia di amare noi stessi, la vita e le persone.

Le leggende vogliono che esso allontani il senso di limitazione. Un particolare degno di nota è la lavorazione dei raggi del voluttuoso sole, come fra i quali si riconoscono le sembianze di foglie ricamate nel purissimo metallo.La Chiave della Camarilla, dell’antico edificio di Feridia
Il cofanetto della Fata Madre è sormontato da un nastro intessuto di lucente seta color Cremisi e sottili fili d’argento, che donano riverberi metallici se investiti dalla luce diretta, ed è annodato una decina di volte a formare un vaporoso fiocco a palloncino.Esso porta i punzoni marchiati a fuoco della Masseria. Di forma rettangolare, lo splendido cofanetto in radica è stato impreziosito, successivamente, da applicazioni in argento raffiguranti foglie d’acanto. Esse incorniciano mirabilmente l’applicazione centrale che troneggia nei suoi toni argentei sullo scuro del legno. Il cofanetto è dotato di una piccola chiave, anch’essa in argento.

All’interno sono inoltre custoditi, adagiati su un soffice cuscino di velluto nero dai bagliori color mirtillo, i magici manufatti di rara bellezza.Splende nella sua raffinata manifattura la piccola chiave dalle fattezze fiabesche. Interamente realizzata in oro bianco presenta una semplice, ma allo stesso tempo arabescata, corona.

Essa presenta all’apice figure geometriche lavorate a mano che assumono le forme di gigli purissimi. La testa si estende verso l’esterno, sbocciando come un fiore dai petali diamantini. In un centro d’oro è incastonato un perfettamente sferico opale.

Il corpo della chiave, liscio e levigato, presenta cinque diamanti incastonati magistralmente nei laboratori delle Maestre delle Arti. La chiave sprigiona bagliori innaturali, grazie a polveri madreperlate aggiunte successivamente, prima della lucidatura.


~• GLI EMBLEMI DELLE FATE LUMINOSE •~

Il Bastone delle Origini
Quattro gigli argentei, diversi l’uno dall’altro perché realizzati a mano, si susseguono circolarmente come sfiorandosi avvolgendo la pietra del sostegno morale: la Rodonite.

Essa, perfettamente sferica, troneggia sulla base d’argento, impreziosita da resine floreali contenenti polvere di madreperla che rende l’argento incredibilmente lucente, risaltando il candore del purissimo metallo sottolineato da intagli più scuri, che descrivono i gigli leggiadramente sorreggenti la rosea pietra.

La Rodonite è simbolicamente ottima per il sostegno morale. Secondo antiche leggende questa pietra condurrà la detentrice del bastone ad esprimersi con sempre maggiore sicurezza ed amabilità, aumentando i riflessi astrali e portando armonia nei rapporti nei quali favorisce la diplomazia.

Essa inoltre dispererebbe la paura e le situazioni negative, grazie alla forte influenza protettiva ed aumenta la concentrazione, l’ispirazione e la comprensione, caratteristiche basilari per chiunque voglia instaurare rapporti con gli altri.

Il Bastone dell’Essenza
Vari anelli splendentemente argentei avvolgono come a proteggerla, la Pietra Lunare. Su un asse inclinato sono posti gli anelli, il cui movimento è messo in risalto dalla minuziosa opera di cesellatura, grazie alla quale linee chiare sovrastano le scure, in un effetto chiaroscurale che entra in gioco con il diramarsi di riverberi argentati. Incastonata mediante un sottile borso, anch’esso argenteo, si trova la pietra “catalizzatrice di energia”.

La struttura cristallina della Pietra le permette di spostare facilmente l’energia in tutta la sua forma. La sua energia è chiara e dolce, ed evoca aspetti dell’elemento acqua. La Pietra Lunare aiuta a spostare l’energia in tutta l’acqua del nostro corpo favorendo l’illuminazione.

Il Bastone della Conoscenza
Celata da cinque linee argentee, che come serpenti scivolano sinuose in un susseguirsi di riflessi siderali, fino ad interrompere il loro movimento unendosi mediante una piccola sfera cristallina, la pietra della lucidità: Cianite.

Perfettamente sferica si colora di un verde smeraldino, alternando riflessi chiari e scuri secondo il variare dell’intensità luminosa.

Secondo antiche leggende essa è utile per avere una visione più profonda della realtà, donando la capacità di vedere oltre le apparenze. Si narra che amplifichi la preveggenza e favorisca la meditazione donando tranquillità.

La piccola sfera cristallina che circonda l’ambiente di riverberi iridescenti favorisce, simbolicamente, la concentrazione raccogliendovi le energie.

Il Bastone dell’Immaginazione
Altresì detto Bastone della Creatività. La pietra è stata forgiata in una lontana isola vulcanica oggi scomparsa, e per questo misteriosa ed arcana. Essa troneggia su di un argenteo bastone che innalzandosi verso il cielo, assume le fattezze di una vera e propria scultura.

Sulla base è stata intagliata, con straordinaria maestria, una conchiglia che sembra librarsi dalla sua staticità come adagiata su un letto di sabbia, rappresentato grazie ad una particolare lavorazione dell’argento, reso opaco per rendere più evidente il contrasto con la candida conchiglia.

Come diretto prolungamento della base una meravigliosa ancora argentea, dalla cui sommità, sulla quale è stato posto un raffinato anellino, scivolano verso il basso ad avvolgere la stessa, una corda marinara resa incredibilmente realistica grazie alla lavorazione a sbalzo, per mezzo della quale linee scure sottolineano la straordinaria luminosità iridescente del purissimo argento. Al centro dell’ancora, troneggia la pietra che simboleggia la creatività: Larimar.

Essa, di un gentile blu cielo, rispecchia il candore dei mari ameni dai quali essa proviene. Antiche leggende narrano che porti la tranquillità dell’acqua del mare, e dell’aria al cuore e alla mente. Facilitando la parola, inoltre permette di chiarire il pensiero attraverso la comunicazione. Racchiude in sé la potenza della terra, vulcanica che l’ha generata. Lo stagliarsi su corde indica un altro particolare pregio di questa pietra, ovvero il riconoscere le catene che ognuno si è posto, favorendo la libertà dal mondo naturale.

Si racconta inoltre che questa pietra fosse custodita da una giovane abitante dell’isola. Trattenuta fra i suoi lunghi capelli come un ciondolo al collo, si diceva avesse strane caratteristiche: ella aveva uno spiccato senso dell’arte e si dilettava donando vita eterna ai paesaggi che ritraeva, immortalandoli nei suoi disegni.

Vista dalla gente del posto in malo modo, perché una donna come lei osava dissacrare l’arte, venne condannata e gettata in mare. I giorni successivi si scoprì che l’isola aveva origine da un vulcano perché esso, eruttando, pietrificò abitanti e natura donando loro l’immortalità.

A qualcuno piace pensare che fosse stata opera della fanciulla dai lunghi capelli rubino, perché quella lava color del fuoco immortalò l’isola come se fosse un fantastico quadro, e da quel fuoco ebbe origine la pietra Larimar, che attraverso illusione e densità porta chiarezza e verità migliorando le espressioni creative.

Il Bastone dell’Equilibrio
Abbracciata da due sinuose figure femminili, stilizzate nelle filiformi linee del corpo, ma le cui fattezze sono colte con maestria in un momento di riposo sereno, la pietra dell’armonia: Ambra.

Perfettamente sferica, si colora d’un arancio carico, con screziature che riverberano il color dell’oro.
Secondo antiche leggende, questa pietra sviluppa una natura solare nel suo possessore, rende spontanei ed aperti, ed infonde spensieratezze e felicità.

La detentrice del bastone sarà guidata dall’ottimismo e vedrà rafforzata la fiducia in se stessa. La creatività, al pari delle doti mentali, troveranno amplificazione e stimolo grazie agli influssi della pietra. Essa, inoltre, disintossica ed allieva dal dolore assorbendo negatività e tensione.

~• GLI EMBLEMI DELLE FATE CREPUSCOLARI •~

 Il Flauto della Crepuscolare del DowanCrann (Ramo dell’Alba)
Questo bellissimo flauto decorato, è gemello e complementare di un altro flauto. È fatto in bosso, un pregiato legno duro che non si spacca facilmente, e soprattutto crea un suono melodico e dolce, più gradevole rispetto ad altri materiali.

Ha un colore chiaro, opposto al suo gemello, ha sei fori nella parte anteriore ed uno in quella posteriore, che servono per creare il suono e formare le note. Infatti si soffia nel foro in alto e il suono viene prodotto dal flusso d’aria, che si frange contro lo spigolo del foro di insufflazione presente sulla testata. In questo modo viene eccitata la colonna d’aria all’interno del tubo, ed ha inizio la vibrazione sonora. È per questo chiamato uno strumento aerofono. È lungo circa 30 pollici e largo meno di 3.

flauto1

Esso deve la sua eleganza e bellezza alle decorazioni. Sono stati intagliati dei fiori e delle foglie, sulla parte anteriore, intorno ai 6 fori. In alto sono stati legati 4 lacci, ognuno con un colore diverso per ricordare la famiglia appartenente al ramo dell’alba DowanCrann. Questi colori sono giallo, rosso, azzurro e verde, ma sono stati dipinti con delle tinte naturali molto chiare. Oltre a queste decorazioni, anche nelle due estremità è stato dipinto di marrone con una piccola linea.

Il Flauto viene incantato dal Cerchio delle Streghe insieme al suo gemello (Flauto FammanCrann).

Il Flauto della Crepuscolare del FammanCrann (Ramo del Tramonto)
È fatto in ebano, legno ancor più resistente del bosso e crea un suono molto brillante. Ha un colore scuro, sei fori nella parte anteriore ed uno nella parte posteriore. Anch’esso è lungo circa 30 pollici e largo meno di 3. Le decorazioni sono simili a quelle del suo gemello, solo i colori dei lacci variano, e sono bianco, blu viola e grigio.

flauto2

Le Fattucchiere del Cerchio delle Streghe provvedono ad incantare i due Flauti (Flauto FammanCrann e Flauto DowanCrann). Durante una notte di luna calante viene acceso un fuoco, sopra al quale viene posto un calderone in ferro con all’interno abbondante acqua di fonte.

Prima di iniziare il rito, le scope delle Streghe hanno spazzato l’area, al fine di purificarla da presenze astrali indesiderate e propiziare così il buon esito dello stesso.

Un viavai di Streghe ha poi portato gli ingredienti necessari, che sono stati gettati all’interno del paiolo con meticolosità e precisione dalle stesse. Ad ogni aggiunta viene mescolato il composto mediante l’uso di una bacchetta magica, e questo cambia colore ed odore, segnalando alle Streghe che ogni cosa sta andando per il giusto verso.

Gli ingredienti che di seguito vengono gettati all’interno del paiolo sono:

ღ Una manciata di neve a simboleggiare le FionSidhe, Fate del Gelo;
ღ Uno specchio di elegante fattura a simboleggiare le MothanSidhe, Fate della Nebbia
ღ Una brocca d’acqua limpida a simboleggiare le GormSidhe, Fate dell’Acqua
ღ Un vecchio tomo a simboleggiare le LiathSidhe, Fate del Buio
ღ 3 gocce di pozione di empatia

Infine è stato gettato il flauto d’ebano, emblema del ramo FammanCrann legato al tramonto.
Le Fattucchiere hanno così recitato la prima formula in rima:

Della Camarilla sette sono gli elementi
E questa sera sono qui frementi
I primi quattro abbiamo versato
Perché il tramonto sia rappresentato
Acqua, Nebbia, Buio e Gelo
Vadano a formare il primo velo  

La pozione si è colorata assumendo le tonalità dei primi quattro elementi, passando così dal bianco al blu, al viola e al grigio. Le Fattucchiere hanno continuato poi a versare i restanti ingredienti:

ღ 2 manciate di Terra a simboleggiare le GlaSidhe, Fate della Terra
ღ 3 tizzoni ardenti a simboleggiare le RuaSidhe, Fate del Fuoco
ღ 3 fiori di Girasole a simboleggiare le BuiSidhe, Fate della Luce

È stato poi gettato nel composto il flauto decorato, emblema del ramo DowanCrann legato all’alba, ed immediatamente le Fattucchiere hanno recitato la seconda formula in rima:

Dopo il tramonto giunge il giorno
Che, con l’alba, di luce è adorno.
Fuoco, Luce e Terra qui presenti
Son gli altri tre importanti elementi
Che si uniranno ai primi lentamente
Avvolgendoli affettuosamente.
Se perciò tramonto o alba vicini saranno
Da oggi in poi si riconosceranno.

Al termine della formula, la pozione ha assunto gli ultimi tre colori associati agli elementi, diventando rossa, poi gialla ed infine marrone. È infine esplosa all’interno del calderone, lasciando sul fondo del paiolo solo i due Flauti, perfettamente asciutti e freddi, che sono stati estratti, lucidati ed avvolti in un panno.

Grazie a questo rituale, i due Flauti hanno ora assunto il magico potere di riconoscersi. Pertanto, se uno dei due si troverà in un raggio di 50 metri dall’altro, entrambi s’illumineranno di una fioca luce giallastra che si affievolirà solo quando si saranno allontanati. La luce segnalerà la presenza del flauto gemello, ma MAI potrà indicare dove esso si trovi.

Vengono poi esposti, una notte al mese, ai raggi della luna crescente, affinché possano ricaricarsi del magico potere conferitogli dalle Fattucchiere. Se così non dovesse accadere, la loro magia s’indebolirebbe, fino a sparire del tutto nel giro di soli tre mesi.

❈ Armi, Armature e Combattimento delle Fate ❈

Le Fate non sono solite trascorrere la loro esistenza adoperandosi in duelli o guerriglie armate, ma perlopiù per gioco poiché tendenzialmente non sono “manesche”. Possono decidere di infastidire o scherzare bonariamente con qualsiasi altro Lottiano, ma difficilmente si incontra una Fata armata e in assetto da guerra.

In alcuni casi, è comunque necessario potersi difendere e così conoscere le armi più adatte alle loro dimensioni o indossare un’armatura che, sebbene leggera, possa giovare molto.

LE ARMI
Ovviamente non è possibile per una Fata utilizzare ogni tipo di arma, ed alcune sono assolutamente impossibili da maneggiare, vista la poca forza disponibile. È particolarmente indicato l’uso di un coltello o di uno stiletto affilato, che può essere facilmente nascosto ed usato per colpire le parti del colpo che vengono lasciate scoperte dall’armatura dell’avversario.

Allo stesso modo, colpire il proprio nemico con una fionda o un piccolo arco permette di mantenersi ad una certa distanza, e di sfruttare l’agilità e il volo che contraddistingue la razza. Tutto ciò che può ostacolare o rendere i movimenti più lenti e goffi è quindi da evitare, favorendo così i punti di forza della razza: l’intelligenza, l’agilità, la possibilità di volare e muoversi velocemente in qualsiasi ambiente.

LE ARMATURE
Le Fate di Lot, vista la loro scarsa forza fisica, possono indossare solo armature classificate come leggere: il Giaco Imbottito, la Corazza di Cuoio o l’Armatura a scaglie ad esempio. E non possono difendersi con scudi di alcun tipo, nemmeno di legno. Il capo, invece, può essere ricoperto da semplici elmi in cuoio che permettono di ripararsi da cadute, frecce di rimbalzo o colpi di striscio.

In caso di duello, quindi, la Fata si coprirà con un pettorale in cuoio, magari rinforzato da borchie o piccole placche metalliche, un elmo in cuoio e degli stivaletti robusti. Questo tipo di abbigliamento non permette di difendersi da frecce o dardi scoccati su lunga distanza, come non permette di resistere ai colpi di armi pesanti da botta o da taglio, ma consente di mantenere un’ottima mobilità e un’altrettanto ampia visibilità, che spesso viene a mancare ai cavalieri armati di tutto punto.

Queste ultime due considerazioni sono importanti per l’impostazione del combattimento.

IL COMBATTIMENTO
Anche se combattere non è propriamente il mestiere delle Fate, in alcune situazioni è bene sapere cos’è meglio fare e quali siano le strategie da scegliere di fronte al loro avversario.

Per una Fata è quasi sempre preferibile combattere in forma eterica. La forma naturale di una Fata non richiede, infatti, alcun tipo di dispendio energetico e la possibilità di volare unita alla scarsa altezza, le rende un bersaglio difficile da colpire oltre che particolarmente agile.

Armate di stiletto o spada corta, possono volare attorno all’avversario colpendolo a ripetizione in più punti, avendo l’accortezza di scegliere quelli scoperti dall’armatura (occhi, collo, giunture).

La forma umana invece non permette di levarsi in volo, abilità essenziale per scappare, e non consente neppure una forza o una resistenza maggiore, costringendole a combattere come “umani molto deboli”.

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