Il Conte Thorm

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Data di pubblicazione: 20 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

❖ Un Macabro Messaggio per il Conte Thorm ❖

Ormai le prime ore del giorno nuovo erano cominciate. La Taverna era occupata da creature appartenenti a varie razze e la calma regnava, nascondendo il terrore. Contro al bancone del locale spiccava la figura imponente del Conte Thorm che, cercando di affogare i suoi timori, era arrivato ormai al dodicesimo bicchiere di “sventralupi”, bevanda assai forte e vanto del taverniere.

Ad un tratto una voce ruppe il silenzio, era il Governatore Supremo Astarte che, preoccupata, gli chiese cosa lo assillasse.

Il Conte guardò verso il centro della Taverna, quasi fosse un po’ smarrito all’interno di quelle mura. Fissando debolmente i presenti iniziò a parlare: «Il tredicesimo porta una certa debolezza nelle gambe.»

Credendo che fosse una battuta di spirito alcuni risero a quelle parole, ma il Conte ritorse: «Che avete da ridere tutti? Presto qui sarà solo sangue e morte. Lot sta per essere investita dal Male.» Nelle sue parole c’era una fermezza che incuteva quasi timore, a differenza del suo equilibrio, che lo rendeva barcollante.

Il Governatore Supremo Astarte, non comprendendo subito le parole del Conte Thorm, intervenne per calmare le acque: «Conte, non spaventate gli astanti per colpa dei fumi dell’alcool.»

Qualche attimo di silenzio riempì la Taverna, ma quel silenzio fu subito spezzato dalla voce del Conte Thorm che barcollando asserì: «Ma quali fumi, gli unici fumi saranno quelli degli incendi e dei cadaveri in putrefazione. Non lo sapete? Honorius sta tornando, e sapete come faccio a saperlo?» Rise amaramente.

Tutti restarono in silenzio guardando incuriositi il Conte, ma non c’era solo curiosità nei loro occhi, la paura si era infiltrata insieme all fioca luce all’interno della Taverna. Anche il Governatore Supremo Astarte rimase impietrita, visibilmente scossa. Chiese al Conte una spiegazione per quelle sue dure e inquietanti parole appena proferite.

Un’altra voce ora ruppe il silenzio, una voce figlia delle Tenebre che, divertita, aveva assistito a tutta la scena e noncurante dell’importanza del Conte, ma ugualmente rispettosa, rispose a lui ed al Governatore.

La voce apparteneva a Fleuretty il Male che, avvolto nella sua coltre scura, disse: «Il Governatore sa proteggere i suoi figli, e se il Granducato sarà suo, allora sarà protetto, niente più attacchi.»

Il Conte non diede ascolto a quelle parole, continuando a spiegare al Governatore Astarte il motivo di quelle parole dure pronunciate in precedenza: «Lo so… lo so perché oggi mi ha fatto giungere un messaggio, minacce, in un biglietto arrotolato nella testa mozzata del mio nipote prediletto… diciotto anni, solo diciotto anni… Ecco come lo so.»

Il Governatore tacque, tutti i presenti rimasero avvolti in un rumoroso silenzio. Honorius aveva mandato al Granducato il suo segnale, il momento stava giungendo per tutti.

Il Conte si mosse in modo poco stabile ed incerto. Si avviò all’uscita, scortato dal suo Dragone Avalon, per poi sparire, ma in lontananza ancora si riusciva ad udire la sua voce: «Il Male è già qui, è dentro di me stanotte.»

L’Oscuro Fleuretty rimase in silenzio fissando il Governatore Supremo, ci fu un breve scambio di pensieri fra loro, poi giunse l’avvertimento: «Noi Cavalieri Neri siamo qui ospiti per combattere Honorius, abbiamo dato la Nostra parola e la manterremo, ma per quanto riguarda la supremazia delle Tenebre, state certi, non la impediremo!» Il Governatore Supremo ribatté ancora alle parole dell’Oscuro. Fu così che venne preannunciato il ritorno del Male a Lot.

Tutti i Cittadini appena messi al corrente di questo evento, fecero a gara per offrire il proprio appoggio al Conte Thorm.

I Chierici diedero la loro istantanea disponibilità per rendersi utili al Conte e a popolo di Lot, anche alcune Fate si dichiararono pronte per un probabile combattimento; i Paladini, guidati da Sir Lebow, si unirono, giurando sull’Antico Codice di difendere il Granducato fino alla morte e di vendicare la morte del nipote del Conte.

L’Armata si mise a completa disposizione e con essa il Sacro Ordine del Leone, e con loro da ogni Gilda, razza, mestiere giungevano offerte d’aiuto, per non parlare dei tantissimi Cittadini che si misero a disposizione, pronti ad offrire ogni tipo di sostegno necessario.

I fatti stavano già evolvendosi, presto sarebbe arrivata la resa dei conti ai quali nessuno sarebbe potuto fuggire.

Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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