L’Ultimo Unicorno

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Data di pubblicazione: 21 Novembre 2011 ©Giardino delle Fate

Nell’attimo in cui Alys riaprì gli occhi, folgorata da quella luce intensa, lo vide. Grympur, l’Unicorno, era di nuovo dinanzi ai suoi occhi in tutto il suo magico splendore. Si sentì pervadere da un’emozione intensa, mentre lottava contro la tentazione di sfiorarlo.

«Alys.» Udì un suono molto dolce invocare il suo nome. Per un attimo si guardò intorno incerta, ma ben presto comprese che era proprio lui a parlarle.

«Puoi parlare e capire le mie parole?» chiese, incredula.

«Sì, posso farlo, ma solo con chi desidero» rispose Grympur, muovendo il capo e scuotendo la sua criniera avorio.

Alys sentì le gote accendersi e colorarsi di una tenue tinta rossastra per l’imbarazzo, o forse anche per l’onore che quella magica creatura le riservava. «Sono onorata che tu mi permetta di udire la tua dolce voce» disse, chinando appena il capo, come a volersi inchinare a cotanta importanza.

Per un attimo rimasero in silenzio, osservati unicamente dallo sguardo vigile di Malìa. Grympur, dopo qualche istante, le si avvicinò ed alzò il suo muso verso il volto di lei. Non era alto come un cavallo, anzi, forse era più simile ad un pony, ma con un’eleganza che non aveva rivali.

Alys scrutò in quegli occhi blu e rimase fortemente attratta dal sacro animale. La tentazione di sfiorarlo era così tanta, che infine avvicinò la mano al suo muso, con la speranza di poterlo accarezzare per capire anche se fosse solo una visione.

Grympur osservò il suo gesto e poi, colpendo piacevolmente la ragazza, si lasciò sfiorare, strofinando lui stesso il muso su quella rosea mano umana.

«La leggenda narra che solo una vergine fanciulla può avvicinare tranquillamente un sacro unicorno. A lei sola si presenterà, a lei sola si farà accarezzare. Solo sul suo ventre poserà il suo capo.» La voce di Malìa s’insinuò in quel contatto. Alys ascoltò le sue parole, ma guardò ancora con intensità l’unicorno.

Come per saggiare la veridicità delle parole della Figlia della Notte, Alys si sedé a terra, sul morbido prato, e Grympur la scrutò attentamente, ma bastò solo qualche istante per far avverare le parole, posò infatti il suo capo sul grembo di lei, e lei sorrise, iniziando ad accarezzarlo e sentendosi davvero onorata e fortunata di poter compiere un atto simile.

Malìa li lasciò soli a condividere quel momento. Alys non aveva paura della notte ora né della foresta. Non le importava dei briganti che potessero arrivare né di altri pericoli. Si sentiva al sicuro con Grympur posato sul suo grembo, e desiderava unicamente che la notte durasse il più a lungo possibile per non staccarsi da lui. Si sentiva pervadere da uno strano sentimento mai provato prima, e ciò la faceva stare davvero bene.

Ma, come per ogni momento migliore, il tempo sembra farsi beffe e trascorrere più velocemente. Il cielo iniziò a schiarirsi un minimo, il nero sfumò pian piano nel grigio, mentre la luna sembrava scendere all’orizzonte. La magia sembrò svanire come la notte.

«È il momento di tornare nel nostro mondo. Il giorno sta occupando il posto della mia amata Madre, e noi creature della notte non possiamo restare qui, così come Grympur.» Le parole di Malìa gettarono Alys in un tale sconforto da farla piangere. Guardò l’unicorno con il quale aveva trascorso piacevoli ore, ed incontrò il suo sguardo.

«Potrò vederti ancora?» domandò, ma non fu lui a rispondere.

«Potrai farlo ogni notte che vorrai, purché tu mantenga il giuramento di rimanere vergine. Se un giorno dovresti innamorarti di un mortale ed avere dei rapporti più profondi con lui, svanirà il tuo legame con Grympur e, con esso, la possibilità di rivederlo.»

Alys restò turbata e senza parole. Doveva decidere se rinunciare alla normale vita umana e andare così contro il volere dei suoi amati genitori, o rinunciare a quella magica creatura che tanta gioia le aveva donato in quella notte e che in passato aveva salvato la sua vita.

«Sei pronta a giurare?» riprese Malìa, fissandola con i suoi folgoranti occhi azzurri, ai quali si unirono quelli più scuri dell’unicorno.

«Mi vuoi ancora dolce Alys?» La sua dolce voce fu come una carezza sul suo viso ed un bacio sul suo cuore.

«Non posso ancora giurarvi nulla, se non che per il momento resterò vergine, come da voi richiesto. Ma non posso andare contro il volere dei miei genitori, né causare loro ulteriore dispiacere…»

Grympur scosse la folta criniera, forse dispiaciuto. «Prenditi il tempo per decidere, fanciulla. Quando ti sentirai pronta, potrai aspirare anche ad accedere al nostro mondo. So che non è facile, ma dovrai fare una rinuncia molto importante nella tua vita. O il tuo mondo o il nostro, non ci sono alternative.»

Alys cercò di obiettare, ma dalla sua bocca non uscirono dei suoni articolati e con senso. Si limitò ad annuire col capo. Non sarebbe stato facile per lei rinunciare a uno dei due mondi.

«A presto, dunque.» Sia Malìa sia Grympur furono avvolti da due luci differenti. Una moltitudine di colori si riflesse nella luce dello spirito, una candida e calda avvolse l’unicorno che non smise di guardare la fanciulla, fino a che non lo vide più.

«Segui le lucciole. Loro t’indicheranno la via.» La voce soffusa e lontana di Malìa si destò ancora nell’aria, seppure lei fosse del tutto scomparsa.

Alys si ritrovò dunque sola ed un connubio di emozioni contrastanti le avvolse il cuore. Meraviglia, Amore, Dolore, Incertezza.

Dopo qualche istante di dubbio, riprese la lanterna e, seguendo le lucciole che erano apparse proprio dinanzi a lei, ritrovò la via di casa.

Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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