La Nuova Lot

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Data di pubblicazione: 14 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

CAPITOLO XVIII. Il Giubileo di Lot

Tutto ebbe inizio con una maledizione. Quella di Honorius contro la Guardia del corpo della Principessa Lynessa che, per salvarle la vita, uccise Hotalth, il padre di chi sarebbe divenuto il principale nemico di Lot.

Tale Guardia era il Granduca senza nome, fondatore di Lot, che con il valido aiuto di tre suoi compagni d’arme, Erik, Petrus e Thorm, costruì l’ultimo baluardo del Bene contro le forze del Male.

Il Granduca, che mai uscì da Palazzo, governò la Città attraverso quei tre Capitani che in poco tempo divennero Conti e, per un breve periodo, fu coadiuvato dal Barone Dashas e dalla Baronessa Saturna, per l’aspetto civile, e dalla Somma Sacerdotessa Urania, per quello religioso.

La barbara uccisione del Conte Erik lasciò la cura della Cittadella sulle spalle dei due Conti restanti e la morte del Granduca, avvenuta quasi un anno dopo, portò al trono l’Infante Uther Pendragon, figlio della Somma Sacerdotessa e del Conte Petrus.

Vista la tenera età del giovane Granduca, fu nominata sua tutrice l’allora Governatore Supremo Astarte, ma la maledizione lanciata da Honorius non si placò, e durante una spedizione si persero le tracce del Conte Petrus che, da allora, non fece più ritorno in Città.

Il Conte Thorm rimase da solo alla guida del Granducato, in attesa che l’Infante avesse l’età per prendere in mano le redini di Lot. Un terribile attacco d’Orchi Sciamani di Honorius rischiò di rovesciare la roccaforte ma, per l’ennesima volta, i lottiani riuscirono a contrastare l’offensiva, comprendendo che stava per nascere una nuova era per la Città che tanto amavano. Per questo motivo il 1° giorno, del 1° mese, del VI anno dalla fondazione, i Nobili indissero il Giubileo di Lot.

Verso la terza ora dopo il mezzogiorno, con la cerimonia d’accensione del Sacro Fuoco, il Giubileo venne inaugurato. La cittadinanza del Granducato si radunò all’ingresso del Pronao, dove il Braciere attendeva di ospitare la Sacra Fiamma. Un’aura sacra pervase il luogo, mentre il sole splendeva limpido nel cielo, a testimonianza della presenza dell’amorevole Dea Themis.

Il silenzio scese sul Sagrato, mentre il Primo Cavaliere Heron si accostò al Braciere e pronunciò la formula di rito d’apertura della cerimonia, subito raggiunto dal giovane Cavaliere SorellAngel e del Cavaliere Wolverine, con lo scrigno di legno intarsiato in oro bianco.

Sotto lo sguardo attonito della folla giunse dal Pronao l’Ancella Pirea Terry, recante la candela accesa al Sacro Braciere della Dea e, con passo lento e delicato, prese posizione alla sinistra del Primo Cavaliere Heron.

Le parole del rito pronunciate dal Primo Cavaliere raggiunsero ogni luogo del Sagrato. Intanto il giovane Cavaliere aprì lo scrigno, rivelando l’incensiera con le polveri infiammabili che depose negli anelli del Braciere.

Un’atmosfera mistica e serena avvolse gli astanti, la luce del sole mise in evidenza una lieve luminescenza sulle cotte dei Cavalieri, una testimonianza della presenza della Dea sui suoi Eletti.

Il giovane Cavaliere cedé quindi il passo all’Ancella Pirea Terry, che accostò la candela blu con la Sacra Fiamma al Braciere.

Immediatamente la fiamma iniziò ad ardere con forza e vitalità. Sotto lo splendido cielo risplendeva la calda e benefica Sacra Fiamma, che decretò con la sua luce l’inizio del Giubileo. Per cinque giorni arse vigorosa e scoppiettante, dando calore e speranza al Granducato.

Questo fu l’inizio, l’inaugurazione del Giubileo di Lot, ed esso portò con sé numerosi eventi di primaria o minore importanza.

Nelle strade del Granducato vennero narrati capitoli della Storia del Regno di Extremelot, come ad esempio la nascita dei tre Semidei Shierak, Veddharta e Ygharù da parte dei Maghi del Crepuscolo d’Argento.

Altri eventi furono organizzati, come l’accensione dei Fuochi Sacri al Tempio, o come serate dedicate ai racconti, ai canti e ai balli intorno ai luoghi ritenuti Sacri all’interno delle mura di Lot. Venne celebrata la commemorazione del Conte Erik al Tempio e, sempre nello stesso loco, la benedizione degli Stendardi e degli Statuti d’ogni Gilda e Mestiere.

Mistica e toccante fu la Cerimonia di ringraziamento organizzata dalle Vestali del Tempio. I Detentori dell’Arcana Saggezza pubblicarono il primo Calendario Storico di Lot, dove ad ogni data veniva riportato un evento caratterizzante della vita politica e sociale del Granducato avvenuto nei cinque anni passati. I Mecenati misero in atto un torneo di tiro con l’arco, i Maestri Musici della Masseria esposero i loro strumenti musicali, integrandoli con la loro storia e le peculiarità d’ogni singolo strumento, e i Bardi si fecero riconoscere con un concorso originale e divertente intitolato “Conquista il Bardo”.

In un evento così importante non poteva mancare la splendida rappresentazione teatrale messa in atto dalla Compagnia dei Teatranti. Furono organizzati anche concorsi in onore della Dea, giochi, gare ed enigmi d’ogni sorta. Le Bacheche erano piene di messaggi di gioia e speranza, tutte le Gilde ed i Mestieri erano in fermento, i Nobili e i Governatori, dopo aver svolto le loro incombenze, s’incontravano felici per le strade di Lot e raccontavano a chiunque glielo chiedesse del Granduca e dei due Conti scomparsi.

Alla fine dei cinque giorni quando l’ultima luce della festa di chiusura del Giubileo si spense, tutti tornarono alle loro magioni, coscienti che avevano partecipato ad uno dei momenti più intensi ed importanti della Storia di Lot.

Si addormentarono con il cuore gonfio di speranza, voglia di fare e riconoscenza per il Conte Thorm e la Baronessa Astarte, per i Governatori, per i Master delle Gilde e dei Mestieri che tanto lavorano per rendere splendida la Cittadella, per il Granduca che nessuno ha mai veramente conosciuto e per quei due Conti morti per difendere Lot e che sicuramente, con il loro spirito, avevano gioito insieme ai loro sudditi, ed, infine, per il piccolo Uther Pendragon che si trovava a Quinalth accudito da mani amorevoli e sicure, che aspettava con impazienza di crescere per indossare quella corona che gli era stata assegnata in punto di morte, da chi aveva permesso che questo sogno prendesse inizio.

Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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