✧ Alla Scoperta di Atlantide ✧
Si narra che anche Cristofolo Colombo fu spinto ad avventurasi nell’oceano, dopo aver udito il racconto di un monaco irlandese che affermava di aver traversato l’Atlantico con dei navigatori normanni, e di essere approdato in una vastissima terra popolata di uomini rossi. Colombo pensò allora che questa terra fosse un avanzo dell’antica Atlantide, ma durante il viaggio non incontrò sulla sua rotta che la terra delle Indie, che fu poi chiamata America.
Una teoria che circolava nel XVII era quella secondo la quale l’Atlantide sarebbe esistita ad occidente di Gibilterra, ed inoltre si affermava che le isole Canarie e l’arcipelago delle Azzorre devono considerarsi avanzi dell’antico continente atlanteo.
Bory de Saint-Vincent dichiara che, dopo aver compiuto lunghe crociere per studiare lo stato geologico delle isole ad occidente dell’Africa settentrionale, Madera, le Azzorre e le isole del Capo Verde, appaiono come resti di un antico continente. Inoltre, secondo la sua teoria, la scomparsa dell’Atlantide sarebbe stata causata da un lago immenso, chiamato Tritonide, anticamente esistito in Africa settentrionale, che in conseguenza di un violento terremoto avrebbe rotto la sua breve diga, rovesciando le sue enormi masse d’acqua prima nel canale che separava il continente africano da quello atlantico, e poi sulla stessa Atlantide, lasciando così a secco il suo letto, che non è altro che il deserto del Sahara.
Nel XVIII secolo geologi e naturalisti, dalla modificazione fisica dei terreni e dalla somiglianza tra le razze animali e la flora del nuovo e dell’antico continente, ammisero la necessità di un continente intermedio, che fosse loro servito da ponte naturale. Inoltre la presenza della vita di animali ed insetti continentali nelle Azzorre, nelle Canarie e a Madera, implica che le Azzore facevano un tempo parte di un continente.
Anche il naturalista francese Luigi Germain, dopo attenti studi sulla fauna e la flora delle Azzorre, di Madera, delle Canarie e del Capo Verde, concluse che verso la metà dell’evo terziario questi quattro arcipelaghi formavano una sola terra unita a nord con la penisola iberica, a sud con la Mauretania, ad ovest con le Bermude e con le Antille.
Alla fine del terziario, a causa di vasti movimenti orogenici, ci fu lo spezzamento: da prima è una larga frattura occidentale che isola definitivamente l’Antico e il nuovo continente, poi è un profondo avallamento che lo separa dall’Africa attuale. Ciò che ne restò avrebbe formato L’Atlantide di cui parla Platone.
Dunque, sia la geologia che la paleontologia, ammettono ufficialmente l’esistenza dell’Atlantide, un vastissimo continente dell’epoca terziaria che man mano si riduce di estensione, dalla fine del terziario all’inizio del quaternario. L’archeologo e paleontologo francese De Morgan constata che «al principio del post-glaciale dei ponti esistevano molto certamente nel Mar Mediterraneo, e fosse per mezzo dell’Atlantide o di qualche terra scomparsa il Nuovo mondo comunicava con la nostra Europa».
Le isole Canarie, dove venne trovata e sterminata un’antica razza di sopravvissuti, e le Azzorre, dove si dice siano state ritrovate statue, lapidi e rovine sommerse, vengono considerate da alcuni ricercatori come le montagne del sommerso continente di Atlantide.
Secondo gli scandagli fatti in epoca recente sul fondo dell’Atlantico, il livello medio è di 4800 metri sotto la superficie liquida, ma con una voragine di 7137 metri. Immaginando l’Atlantico senz’acqua vedremmo due vallate che si allungano da nord a sud, e separate da una ruga mediterranea e al lato di questo solco, del quale la sommità resta soltanto a 1800 metri sotto il livello delle acque, con due fossati, larghi e profondi.
Nel 1898 una nave posacavi, nel tentativo di recuperare un cavo che si era spezzato a nord delle Azzorre, portò in superficie frammenti di tachilite, una specie di lava vetrosa che si forma esclusivamente sopra il livello delle acque e in presenza dell’atmosfera. Da qui la certezza di immensi abissamenti, nei quali delle isole e forse dei continenti sono scamparsi. Da qui la certezza che la terra che costituisce oggi il fondo dell’Atlantico, a 900 chilometri dalle Azzorre, fu coperta da colate di lava quando ancora era sommersa.
In conclusione, possiamo affermare che lo studio e la ricerca delle vicende di una terra, che vari popoli dicono essere esistita con una sua civiltà, affascina ancor oggi e spinge ad intraprendere sempre più nuove indagini.
☆ Isola di Atlantide ☆
Questa è una rappresentazione generale di Atlantide: è la forma classica della città, com’è stata tramandata dalla tradizione, articolata su una serie di cerchi concentrici emergenti dalle acque. Notare come l’altitudine dei vari livelli aumenti, man mano che si procede verso il centro.
La parte centrale è quella della cittadella, ed aveva un diametro di circa due chilometri e mezzo.Questo era l’ingresso del porto principale e, contemporaneamente, un punto di atterraggio per i velivoli. Le navi passavano sotto le due figure in primo piano, mentre le macchine volanti atterravano sui dischi sulla sommità delle gigantesche statue. Notiamo, nella nave in basso, una sorta di enorme occhio: era il cuore del sistema propulsivo. Notare anche i lavori di restauro al colosso di sinistra, evidentemente più vecchio delle altre due statue.
Le statue erano internamente percorse da ascensori, ed ampie finestre di osservazione si aprivano in corrispondenza delle parti in cristallo.Uno dei mari interni di Atlantide, che separavano un livello della città dall’altro.
A destra c’è una torre di illuminazione, con due statue metalliche che sorreggono gigantesche lampade. Sullo sfondo, nel cielo, tre macchine volanti.Un altro aspetto dei bracci di mare che separavano un livello dall’altro, visto guardando dall’interno della città verso i livelli esterni.
Altre maestose architetture della città centrale. Le ali che partono dal capo, evidenti nella statua alla sommità della scalinata, erano uno dei temi ricorrenti nell’arte atlantidea. Atlantide era concepita come città nella quale l’arte aveva la possibilità di esprimere la sua massima complessità.
Dalla scalinata si accedeva ad un’università, in cui si conducevano studi sui fenomeni temporali.Oricalco e oro dominano come materiale da costruzione delle cupole. Siamo nella parte centrale della città; l’edificio che domina è una specola, contenente un osservatorio astronomico.
Molte delle cupole che compaiono, in questa come nelle altre immagini, sono cupole sonore, che ospitavano e producevano continuamente un suono, in base ai venti presenti.Questa era la parte centrale della città vista dall’esterno, e all’interno delle diverse cupole dorate musicali si trovavano il planetario e vari altri edifici pubblici.
Siamo nella parte sacra della città, alla quale si accedeva in forma selettiva.Sotto la città centrale, vi erano immense cavità, sorrette da colonne come questa. Osservate la tauromachia all’altezza del portale, in basso dell’immagine: notare le dimensioni dell’uomo e del toro rispetto alla colonna.
In questo enorme smeraldo, scolpito in trasparenza, erano scritti i codici principali della città, tradotti in diversi linguaggi e idiomi. Le Tavole smeraldine erano custodite in una sala sotterranea, nella zona più riservata di Atlantide.
Sotto questi enormi portali in metallo, costantemente vegliati da un guardiano, si trovava l’ingresso delle sale per l’alchimia e per il contatto con il mondo degli insetti. Era molto diffuso, in questi portali come in tutta la scultura atlantidea, l’uso di metalli come l’oro, l’argento e l’oricalco. Anche questi portali, come le cupole, erano ad effetto musicale.
In questa valle, lontana dalla città, venivano sepolti i re di Atlantide. Era una valle molto profonda, nella quale si trovavano monumenti funebri risalenti agli albori della civiltà atlantidea e monumenti via via più moderni, a tracciare una storia non solo politica ma anche artistica.
Gli allevamenti marini: le coltivazioni e gli allevamenti sul fondo del mare vedevano l’impiego di delfini ed altri animali marini, nelle mansioni che in superficie sono proprie, ad esempio, dei cani da pastore. Anche qui v’erano statue, realizzate in corallo rosso. Il sottomarino, utilizzato sia per la coltivazione sia come nave di superficie, era a propulsione magnetica.
Una ricca sala da toeletta, anch’essa adorna di statue e decorazioni, con il corredo di gioielli e di trucchi rituali.
Un momento dei cataclismi che distrussero la città e il continente. Sulla destra si nota uno dei colossi del porto, travolto dalla furia delle gigantesche ondate.
★ Tracce di Atlantide… ★
Robert Sarmast: «Scoperta Atlantide: la terra sommersa si trova a sud-est di Cipro.»
Robert Sarmast, un archeologo americano che sostiene di avere prove irrefutabili, anche se non tangibili, dichiarò qualche anno fa d’aver individuato i resti della mitica città platonica sul fondale del Mediterraneo orientale, fra Cipro e Siria, a 1.500 metri sotto il livello del mare.
Sarmast afferma di aver individuato su un’altura del fondale alcune strutture artificiali rettangolari, con una muraglia lunga tre chilometri. La sommità della collina risulta fortificata e circondata da un muro con profondi fossati.
Era un bacino, ha spiegato il ricercatore americano, che fu inondato verso il decimo millennio a.C. da un diluvio che sommerse il lembo di terra dove sorgeva Atlantide. Alla conferenza stampa in cui ha illustrato la scoperta, Sarmast ha però solo esibito una ricostruzione virtuale della “collina” da lui individuata sul fondale.
Servirà un finanziamento di almeno 250.000 dollari, ha aggiunto, per proseguire la ricerca, tuttavia la scoperta di Atlantide è stata già annunciata numerose volte in località disparate, dalle Azzorre al Mar Cinese Meridionale, dall’Egeo all’Atlantico meridionale.



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