Dèi del Popolo Celtico

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Data di pubblicazione: 9 Ottobre 2011 ©Giardino delle Fate

❂ Lugh, Signore della Luce ❂

Il Dio del sole, rappresenta la maestà, il potere, il fulgore, la fertilità e la bellezza.

Il sole dona calore e luce, e scandisce i cicli dell’anno; è quindi associato alla nascita della vita, alla fertilità dei campi e alla vittoria su forze minacciose. Il potere del sole è complementare a quello primevo della Terra, infatti, quando l’astro lambisce la terra con i suoi raggi, vi accende la scintilla della vita.

Nei ritrovamenti archeologici che risalgono all’Età del Bronzo e del Ferro, l’associazione all’accoppiamento sessuale è più che palese: il calore del sole penetra nella terra umida dove ha inizio la vita. Immagini solari adornano i cadaveri e sono associate a divinità sia femminili sia maschili.

In Val Camonica i Celti della tarda Età del Bronzo e dell’Età del Ferro, scolpirono immagini del sole sulle rocce, dischi circolari o ruote dentate che fluttuavano sopra figure umane. Le immagini del sole e dell’abbondanza della terra sembrano completarsi nell’immaginario celtico.

Anche se le rappresentazioni solari sono associate principalmente alle divinità maschili e quelle di abbondanza terrestre alle Dee madri, non è raro incontrare Dee accompagnate da ruote solari e Dèi che portano cornucopie e simboli di messi generose.

Le immagini del disco solare, talvolta accompagnate da un carro e da un cavallo, sulle pareti, sulle monete e sulle armature, riassumono la raffigurazione tipica del sole che attraversa il cielo trainato da un carro o da alcuni cavalli. Forse solo un animale nobile come il cavallo può accompagnare il sole, ed Epona, la dea-giumenta, viene talvolta associata ad immagini solari.

In due delle più grandi feste del mondo di luce, Beltane, che si tiene all’arrivo dell’estate (primo maggio), e Lughnasad, che si tiene all’inizio della stagione dei raccolti (primo agosto), il fuoco assume le sembianze del sole sulla terra. I cicli del sole portano la vita. In una festa di mezza estate celebrata in Germania fino al secolo scorso, per esempio, si dava fuoco ad una ruota di paglia che si faceva poi rotolare da una montagna fino alle acque della Mosella; se quando raggiungeva il fiume la ruota era ancora in fiamme, la vendemmia sarebbe stata abbondante.

Molti luoghi dedicati a Lugh nell’Europa centrale e occidentale testimoniano l’importanza del Dio tra i Celti, infatti diversi luoghi venivano chiamati Lugudunon, “il forte di Lugus”, cioè Lugh. L’antico nome Lugus sembra significhi “lucentezza, illuminazione” e, sebbene ciò sembri ricollegarsi puramente alla stagione del raccolto, è connesso anche a tutte le capacità della mente umana.

Lugh è legato all’intelligenza, a come essa porta alla supremazia della mente sui problemi. Mentre Brigit, la Musa, procura l’energia pura necessaria per lo sforzo creativo, Lugh, l’artista perfetto, sa come forgiare tale energia. Lugh è esperto in tutte le arti, dalla poesia alla metallurgia, dall’arte della guerra alla musica.

Dovevano esistere diverse variazioni locali della storia di Lugh, che purtroppo sono state dimenticate ma, nonostante ciò, alcuni frammenti di tali storie sembrano essere sopravvissuti attraverso altri personaggi, come nel caso della storia di “Jack il Calderaio” della Cornovaglia. Lugh rappresenta la possibile riconciliazione tra Danai e Fomori (tra saggezza e forze del caos).

La nascita di Lugh avviene in un periodo di tensioni e pericoli. Il Dio è figlio di Cian, figlio a sua volta di Dian Cécht e di Eithne, figlia dell’invincibile campione Balor, colui il cui occhio inceneriva tutto ciò su cui si posava.

Poiché la sua esistenza è un pericolo per Balor (secondo una profezia sarebbe stato ucciso dal nipote), appena nato viene nascosto e, come Mabon, svanisce dalla terra ed è ospitato da Manannàn Mac Lir, custode delle profondità marine, dove apprende l’arte della poesia.

Cresciuto, Lugh reclama il suo posto a Tara, tra i Tuatha Dé Danann. Come membro dei Danai, partecipa alle lotte contro i Fomori e alla fine distrugge l’occhio del nonno Balor, i Fomori non sono più invincibili e il raccolto è al sicuro.

Secondo la tradizione gallese, egli è figlio di Arianrhod, la Dea Bianca, e di Gwyddyon, suo fratello. La madre, insofferente al nascituro, getta sul bambino tre geasa (divieti): il bambino non deve avere un nome, a meno che non gli venga dato dalla Dea stessa, non può possedere armi se non donate da lei e non può avere in sposa una fanciulla mortale.

Attraverso l’ingegno del padre Gwyddyon il bambino riesce però ad aggirare i geasa, riuscendo ad avere un nome (la madre, stupita dalla sua abilità esclamò Lleu Llaw Gyffes!, che significa “Il leone ha la mano ferma” e che quindi divenne il nome del giovane Dio), ad avere le armi (attraverso un travestimento fu la Dea stessa a metterle nella sua mano), ed una bellissima donna non mortale (venne creata dal padre mediante la magia e l’uso di nove fiori, ed il suo nome è Blodeuwedd, che significa appunto “viso di fiori”).

Blodeuwedd però tradisce il marito, riferendo all’amante Grown Pebr il suo punto debole, ma Lleu riusce a salvarsi e a sconfiggere il nemico. Blodeuwedd viene invece tramutata in gufo.

Lugh è l’archetipo dell’eroe salvatore, colui che porta il lieto fine. Come Odino nella mitologia norrena, Lugh possedeva dei corvi profetici secondo le fonti più antiche.

I Romani lo associarono a Mercurio (ciò si ritrova nel De bello gallico di Cesare) e ad Apollo-Febo.

❦ L’Uomo Verde ❦

Capace di donare la fertilità della foresta e delle piante alle donne e al bestiame, l’Uomo Verde è il consorte della Dea madre e si occupa della fioritura della primavera e dell’estate, del rigoglio della terra. Il volto e i lineamenti dell’Uomo Verde sono formati da foglie e rampicanti.
Esso trae il vigore dalla terra stessa e rappresenta il ruolo maschile nell’unione sessuale, nella fertilità e nella fioritura della vita e del talento degli uomini.
Rappresenta l’innocenza, il procedere senza difficoltà ed il successo, soprattutto nell’intraprendere nuove attività.

In tutta la storia celtica, la Dea madre ha diversi consorti. Spesso Dee e Dèi, come Nantosuelta e Sucellus o come Rosmerta e Mercurio, formano coppie di amanti o di sposi divini, e l’Uomo Verde è un giovane sposo dalle precoce sessualità che porta fertilità dovunque vada.

La virilità del dio cornuto Cernunno e quella dell’Uomo Verde sono strettamente collegate, al punto che l’Uomo Verde può essere considerato una variante di Cernunno.

Già dalle più antiche testimonianze lasciate dai Celti, è chiaro che Cernunno governi la foresta. Egli ha le corna ramificate di un cervo, la sua immagine è forte e potente, ed assicura la fertilità della natura nella vita umana.

In modo non dissimile, in un’incisione rinvenuta in Germania nota come la Colonna di San Goar, la vegetazione cresce dalla testa dell’Uomo Verde e forma la sua barba. Sul bacile di GundeStrup, la testa di un uomo è coperta di capelli stilizzati formati da foglie intrecciate, poiché, come in moltissime altre immagini celtiche, il potere risiede nella testa.

Nelle rappresentazioni dell’Uomo Verde che adornano le chiese e le cattedrali europee, la sua testa e soprattutto i suoi capelli, la sua barba e i suoi baffi sono formati da un insieme di foglie, rami e rampicanti. Talvolta dalla bocca gli spuntano lunghe foglie, fino a formare enormi baffi o una lunghissima barba, oppure viticci, a volte con grappoli d’uva, gli germogliano dagli angoli della bocca e ne incorniciano la testa a mo’ di capelli e barba stilizzati. Una folta massa di foglie gli circonda il capo.

La sua immagine sulle facciate e all’interno delle chiese combina abilmente la maschera vegetale dell’Uomo Verde con i personaggi dei vangeli cristiani: perlopiù nascoste alla vista dal basso, le teste dell’Uomo Verde osservano addolorate il Cristo crocifisso sottostante. In un’incisione romanica proveniente da Exeter, la Vergine Maria tiene tra le braccia il bambino sostenuta dalla testa ricoperta di foglie di un Uomo Verde dagli occhi chiusi, come in un’invocazione senza tempo.

In contrasto con la sottile iconografia di fertilità dell’arte cristiana, quella esplicita e sessuale di un giovane sposo viene orgogliosamente sfoggiata nei miti e nelle leggende irlandesi. Come la terra stessa, le leggende irlandesi sono ricche e umide di giovane sessualità. Per esempio, il poema epico irlandese Tàin Mo Cualinge (“La Razzia del Castello” di Cooley) abbonda di un allegro umorismo a sfondo sessuale.

In qualità di sovrana responsabile, la regina Medb (spesso considerata la personificazione di una Dea, dato che le tribù celtiche non avevano necessariamente delle regine) mette alla prova il vigore dei suoi molti consorti. Durante il loro incontro nei boschi, Fergus non si dimostra all’altezza delle aspettative di Medb e “perde la sua spada”.

Allo stesso modo, Imbolc, la festa di santa Brigida celebrata il primo febbraio, è contraddistinta da sfumature sessuali, retaggio di una più antica tradizione contadina che collegava la fertilità dei raccolti, del bestiame e degli uomini.

Secondo il folklore, l’uomo di casa entra nella sua abitazione in nome di Brigit e “coloro che sono dentro si inginocchiano, aprono gli occhi e lasciano entrare Brigit”, un riferimento apertamente sessuale agli accoppiamenti rituali di Imbolc, intesi ad evocare la benedizione della Dea per la casa e la fecondità.

L’immagine fertile e vigorosa dell’Uomo Verde è continuata dai Ragazzi di Paglia irlandesi, giovani mascherati con costumi di paglia che benedicono e rallegrano con la loro presenza i banchetti di nozze dei matrimoni nelle campagne irlandesi. 

Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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1 commento

  1. Ciao. Io ti scrivo giusto per dirti, beh…ecco vorrei chiederti se ciò che hai scritto sui maghi è vero. Sai io a volte percepisco di essere talmente legata alla magia che leggere il sito mi ha reso contenta e soddisfatta. Ma dimmi, tutte queste informazioni da…da dove le hai prese. È vero che esiste una scuola per maghi? Sai io a scuola sono sempre stata la ragazza strana, non perché mi comporto diversamente dagli altri, ma per il semplice motivo che ogni volta che ho una conversazione con qualcuno non faccio altro che parlare di magia. Sai le tipiche domande…<> oppure <>… e quindi le persone non mi prendono molto sul serio, le uniche persone con qui riesco ad aprirmi sono le due mie migliori amiche, ma anche loro sono un po’ diffidenti sulla magia. Io vorrei soltanto dimostrare alla gente che ció che pensano è del tutto sbagliato, che la magia ESISTE ed è in mezzo a noi. Una specie di passaggio che ci porta a sognare. Ti prego il mio sogno è dimostrare a tutti quanto valgo. Mi piacerebbe fare del bene e soprattutto vorrei essere qualcuno, io penso che il nostro destino non è scritto, ma siamo a noi a decidere chi siamo e per esserlo la magia ci può aiutare giusto? Lo hai detto tu stessa la magia bianca ci dara sempre una mano. Ho bisogno di un’aiuto, desidero essere come i personaggi dei miei libri. Coraggiosi, generosi e magici.
    In poche parole ciò che ti chiedo è che tu mi mostri un modo per diventare speciale. Vivo la vita di una normale adolescente ma in fondo al mio cuore percepisco un grande vuoto. Mi aiuti??

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