Gli Amuleti delle Razze di LOT

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Data di pubblicazione: 20 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

☆ I Custodi dell’Amuleto ☆

Il 13° Amuleto e il Libro delle Razze ormai si trovavano al sicuro a Lot, ma questo non significava affatto che il pericolo fosse diminuito.

Come veniva chiaramente descritto nel Libro, il 13° Amuleto aveva cercato e trovato dodici Custodi per formare una Compagnia che si impegnasse nella ricerca dei dodici Amuleti delle Razze. Ne cercò quattro per difendere, custodire e ricordare:

Oiffos, Prima Custode dell’Amuleto
Jamal, Secondo Custode dell’Amuleto
Shanty, Prima Custode del Libro
Bibendus, Secondo Custode del Libro

Poi ne cercò otto per esplorare, combattere e trovare:

Eilanita – Aquilegia, la Protezione Magica
Wren, il Contatto e la Guida delle Razze
CleanteRando – Elminster – Dryke – Zapata, la Forza: le armi e gli scudi della Compagnia

Mentre a Lot l’Amuleto completava la formazione del gruppo, i Maghi di Nathamer studiavano il modo per trovare gli Amuleti delle Razze e, nelle loro lugubri caverne,  consultando antichi libri perduti, compivano esperimenti di alta Magia Nera.

Una notte terribile, mentre tuoni e fulmini si abbattevano inesorabilmente portando solo devastazione e sgomento, purtroppo riuscirono nel loro intento portando a termine una riproduzione del 13° Amuleto. Fortunatamente questa copia era imperfetta e non poteva guidare le forze di Nathamer alla scoperta degli altri Amuleti, ma nel caso in cui si fosse trovata nei luoghi dove essi erano custoditi, li avrebbe comunque costretti a rivelarsi.

Il 13° Amuleto, avendo percepito questa attività dei Maghi di Nathamer, fece in modo di mettere in guardia la Compagnia da lui creata sull’esistenza di questa copia nelle mani del nemico. Una forza misteriosa spinse i membri della Compagnia dell’Amuleto a ritrovarsi nella vecchia Torre della Rupe, il Difensore Jamal teneva il 13° Amuleto e il Difensore Shanty portava il Libro delle Razze.

Dalla Torre si poteva godere di una particolare quanto affascinante visuale della vecchia Lot, e proprio in direzione di essa l’Amuleto cominciò a pulsare. Jamal sollevò al cielo l’Amuleto e questi creò una sfera di luce che avvolse tutti i presenti; un vortice magico sollevò il gruppo dal suolo, mentre tutto intorno il vuoto si diffondeva cancellando suoni e colori.

Quando la luce cominciò ad attenuarsi tutti si resero conto di trovarsi in una piccola via della Vecchia Lot. Sotto i loro piedi era facilmente riconoscibile l’antico selciato ormai disconnesso del Vicolo della Signoria, e alla loro destra si affacciava imponente il vecchio palazzo della Biblioteca.

Tutti ammiravano ammutoliti ciò che li circondava; trovarsi nella Vecchia Lot suscitava sempre forti emozioni, sia per chi vi giungeva per la prima volta, sia per chi ci tornava con il cuore gonfio di nostalgia. Sulla sinistra spiccava un altro vecchio edificio, il cui grande frontale faceva chiaramente intuire si trattasse del Palazzo Ducale.

L’Amuleto iniziò a pulsare lievemente e la Compagnia decise di farsi guidare da esso; si procedé dritti fino alla Piazza dell’Adunanza, con i suoi due maestosi pozzi sulla destra e sulla sinistra, quello della Primavera e quello dell’Estate. Tutto era in uno stato di decadente abbandono e questo turbava ulteriormente gli animi già provati dei nostri valorosi.

In lontananza, nel Vicolo del Sandalo, stava passando una pattuglia di Orchi e il gruppo silenziosamente si fermò, utilizzando l’ombra di un edificio per non essere scoperto. La luce dell’Amuleto continuava a danzare davanti a Jamal e, non appena  il pericolo fu cessato, si riprese il cammino seguendola.

La Piazza dell’Adunanza terminava nel Vicolo della Signoria, il gruppo procedeva compatto mentre grossi topi osservavano incuriositi facendo capolino da dietro alcune rovine. Il vicolo era ampio e ancora ben lastricato, sulla sinistra si poteva vedere il vecchio Tempio di Lot mentre sulla destra appariva, come in una visione, l’incantevole Castello di Doralia.

L’Amuleto si fece più sfavillante tra le mani di Jamal ed un leggero fascio di luce si proiettò sicuro verso l’ingresso del Castello. Il portone ormai sfondato non costituiva un problema, la Compagnia si accingeva ad entrare quando un Goblin spuntò all’improvviso, rimanendo ad osservare stupefatto dalla presenza di questi inaspettati visitatori.

L’Ufficiale delle Guardie Elminster lo attaccò prima che questi potesse dare l’allarme e si accese subito un feroce scontro corpo a corpo, risoltosi fortunatamente con l’uccisione del Goblin e nessun ferimento. Subito dopo tutti entrarono, l’ampia sala ormai vuota era riccamente decorata con stucchi ed affreschi, tuttavia guardandola con maggiore attenzione, potevano ancora essere riconosciuti i segni e le tracce di quello che era stato il suo ultimo utilizzo nella vecchia Lot, il Lazzaretto.

In fondo alla sala un imponente scalone conduceva ai piani superiori e scendeva in quelli del sottosuolo. La luce illuminò questa seconda rampa e tutti, con molta cautela, cominciarono a percorrere gli ampi gradini di marmo che si insinuavano nei sotterranei. In fondo alla scala, dopo alcune rampe, si apriva un lungo corridoio buio che era stato scavato nella roccia in chissà quali epoche passate.

Silenziosamente e facendo molta attenzione si percorse tutto il corridoio, fino a che questo non si arrestò davanti ad una parete rocciosa. Nessuna porta, nessuna uscita. Esaminando in maniera più accurata la liscia parete, il Difensore Shanty scoprì l’incisione del simbolo della Principessa di Lot e in quello stesso istante il Libro tra le sue mani cominciò a vibrare. Shanty lo aprì.

L’Amuleto pulsava piano piano e le pagine del Libro cominciarono a scorrere, come se una mano invisibile le stesse sfogliando; improvvisamente si fermarono e sulla pagina che rimase in bella vista comparve un simbolo identico a quello della Principessa. Sotto il simbolo a caratteri dorati erano riportate le seguenti parole: «Solo il suo nome la potrà aprire.»

Dopo un attimo di riflessione il Consigliere delle Razze Wren pronunciò a chiara voce: «Valia!» Un’eco ribatté il nome di Valia varie volte, poi la parete iniziò lentamente a spostarsi di lato, liberando uno stretto passaggio roccioso.

Ancora una volta la Compagnia si rimise in cammino, mentre piccole gocce d’acqua cadevano dal soffitto bagnando i volti incuriositi dei nostri avventurieri. Lo stretto passaggio terminava a picco sopra un piccolo lago sotterraneo e l’Amuleto continuava a pulsare illuminando leggermente le sue acque torbide. A contatto con la luce le acque divennero piatte ed immobili, e sulla superficie avviarono a delinearsi delle forme che diventavano via via sempre più nitide.

Ora l’Amuleto illuminava a giorno tutto l’ambiente circostante, le ombre che prima non erano distinguibili si rivelarono essere degli Gnomi incappucciati vestiti di stracci, intenti nell’esercizio di pratiche oscure. Una figura più alta sovrastava le altre, anch’essa era incappucciata e, nonostante il suo volto non fosse affatto visibile, era palpabile nonché inconfutabile il senso di estrema malvagità che da essa scaturiva. Ghignando mostrò al gruppo la copia esatta del 13° Amuleto, poi teatralmente la sollevò al cielo esplodendo in una raggelante risata.

Centinaia di Gnomi incappucciati si inchinarono al loro Signore prima di partire, a gruppi, in molte direzioni diverse alla ricerca dei dodici Amuleti delle Razze. L’alta figura cominciò ad allontanarsi, ma prima di scomparire si voltò ancora una volta verso la Compagnia attonita: «LA CERCA È COMINCIATA» tuonò sbeffeggiandoli. Poi svanì.

Nessuna arma avrebbe potuto ferire i nostri valorosi in modo tanto profondo e significativo; la luce dell’Amuleto si spense lasciando tutto e tutti in un buio stato di sbigottimento e sorpresa. Si decise di tornare velocemente a Lot e si imboccò nuovamente lo stretto passaggio che conduceva al corridoio in pietra.

D’un tratto fu chiaramente udibile un rumore di passi che scendevano frettolosamente la scalinata in marmo: due Goblin irruppero nel corridoio subito fermati dall’Adepto Mago Aquilegia che invocò prontamente la magia Grey Blindness, un altro Goblin si gettò sopra Wren saltando dal corrimano della scalinata ma tutti gli si avventarono contro eliminandolo.

La Compagnia risalì i gradini quasi correndo, era chiaro che di lì a poco sarebbero arrivati i rinforzi; dal vuoto salone si poteva vedere facilmente il portone e ciò che stava accadendo fuori da esso. Una densa nebbia verde cominciava ad avvolgere ogni cosa, chiaro avvertimento dell’arrivo degli Skertl. Richiami di centinaia di Orchi e Skertl rimbombavano tra mille echi nel salone deserto, la Compagnia non avrebbe mai potuto farla franca, ma proprio in quel momento l’Amuleto ricominciò a pulsare leggermente.

Una forte tensione cominciava a farsi sentire nell’aria, mentre una strana “presenza” si avvicinava sempre di più all’ovale che si stava aprendo grazie all’Amuleto. Al di là del varco era chiaramente visibile la Torre della Rupe e i membri della Compagnia cominciarono ad oltrepassarlo.

D’un tratto dalla nebbia verde, che ormai avvolgeva ogni cosa limitando la visibilità, balzò fuori un Orco trascinando a terra l’Ufficiale Elminster; il Difensore Bibendus corse subito in suo aiuto ingaggiando un feroce scontro. Contemporaneamente si udirono dei passi in avvicinamento e una fredda pressione iniziò ad opprimere il cuore di Aquilegia, riducendola quasi in fin di vita.

Intorno all’ovale si faceva sempre più buio, mentre una macchia oscura lo comprimeva cercando di farlo richiudere. Una grande forza era presente e poteva essere facilmente percepita da tutti coloro che ancora non avevano attraversato il varco. Quando Aquilegia fu libera grazie all’aiuto dei suoi compagni, tutti entrarono nell’ovale che immediatamente dopo si richiuse.

La Compagnia, ritrovatasi alla Torre, decise di avviare in tutta fretta le ricerche dei dodici Amuleti, rendendosi conto che Nathamer e le sue forze oscure erano già all’opera.Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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