Gli Amuleti delle Razze di LOT

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Data di pubblicazione: 20 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

✾ L’Amuleto degli Elfi ✾

Era un caldo pomeriggio di fine primavera quando il Consigliere delle Razze Shaniel si trovava, insieme alla sua aquila Grayar, in una zona collinosa piuttosto lontana da Lot; Grayar si abbeverava presso un piccolo laghetto dalle acque fresche e pulite.

D’un tratto le acque si incresparono e una voce parlò: «Vola verso Nord»; Shaniel riconobbe il greve tono di Ulmo, Vala Signore delle Acque, e senza esitare obbedì. Dopo essere balzato in groppa alla sua fedele aquila non poté non notare che un vento favorevole accompagnava il suo volo, permettendogli di percorrere leghe e leghe di pianure, boschi e montagne in pochi istanti, segno inconfutabile dell’appoggio di Manwe, Signore dei Venti.

Sorvolando una vasta pianura Shaniel poté’vedere un reggimento di Fanteria di Nathamer ed uno squadrone di Cavalleria mentre procedevano in perlustrazione serrata, dritti verso Nord. Shaniel virò ad Est e con somma preoccupazione scorse una pattuglia di Esploratori Gnomi battere palmo a palmo tutta la zona boschiva.

Poi fu la volta degli Orchi, numerose bande, armate di tutto punto, attraversavano le regioni collinose, visibilmente intente nell’eseguire un’opera di minuziosa ricerca.

A tutto ciò si aggiunse la chiara percezione di oscure e diaboliche presenze, sparse un po’ ovunque, indiscutibilmente i Maghi di Nathamer e le loro ombre. Era innegabile il fatto che, pur provenendo da direzioni diverse, le forze del Male stavano convergendo tutte verso un’unica meta.

Shaniel continuò a volare, finché il vento, fino ad allora favorevole, cadde all’improvviso in prossimità di una ridente valle, cosparsa di laghi e stagni ed attraversata da un placido fiume. Grayar atterrò in quel luogo incantato: innumerevoli salici si specchiavano vanitosi nelle acque dei laghetti, una moltitudine di fiori ricopriva i prati con tutte le tonalità dell’arcobaleno, farfalle ed uccellini di ogni tipo giocavano a rincorrersi baciati dai raggi del sole…

Shaniel si trovava nella Nan-tathren, la Terra dei Salici e qui, dalle acque del fiume Narog, Ulmo si rivolse nuovamente a lui: «È ancora qui. Ma ora va’, altrimenti non sarai tu a trovarlo.»

Il Consigliere delle Razze capì subito che il Vala si riferiva all’Amuleto degli Elfi, e rispettando la sua volontà si precipitò immediatamente a Lot per riferire ciò che aveva udito e visto. Vennero subito mobilitati gli Elfi e la Compagnia dell’Amuleto per organizzare la missione di recupero, ma sembrava quasi che qualcosa di soprannaturale si opponesse al compimento di questa impresa.

Per ben due volte si tentò e per ben due volte si dové rinunciare, perché appena giunti nella Terra di origine degli Elfi un’oscura forza di natura sconosciuta respingeva i membri della Compagnia e gli Elfi attoniti, non consentendogli di muovere più di qualche passo.

Grande fu l’impegno di tutti per la realizzazione  di questa missione; i Saggi  trascorsero intere nottate su antichi tomi nella loro Biblioteca per cercare di svelare l’arcano nel minor tempo possibile, perché una cosa era innegabile: gli Elfi correvano un grande pericolo.

E fu così che si tentò per la terza volta. Ai membri della Compagnia dell’Amuleto si unì un pomeriggio, al calare del crepuscolo, una rappresentanza della stirpe elfica (il Magister Ludi Althalion, il Consigliere delle Razze Shaniel, il Maresciallo Gashnar anch’esso Difensore, lo Scudiero dell’Ordine del Leone Rampante Magister, lady Gwen e sir Giova), tutti fortemente motivati a risolvere la questione una volta per tutte.

Il Cavaliere Oiffos brandì il 13° Amuleto Sighaal e non appena lo ebbe alzato al cielo si compì il rituale, ormai familiare ai membri della Compagnia, dell’apertura del portale. Un cono di luce avvolse tutti i presenti e mentre questi svanivano tutto perdeva consistenza, per qualche istante il nulla, poi l’ambiente circostante ricominciò a prendere forma.

Sighaal lentamente si spense edi nostri avventurieri incuriositi cominciarono a guardarsi intorno per capire dove si trovassero. L’Amuleto li aveva condotti al centro di una gola rocciosa che proseguiva sia a Nord che a Sud; la via del Nord finiva subito ai piedi di una liscia parete di roccia, inevitabilmente si doveva procedere verso Sud.

Il gruppo si mise in marcia compatto, proteggendo il Cavaliere Oiffos, Prima Custode dell’Amuleto Sighaal, ed il Difensore Shanty, Prima Custode del Libro delle Razze, che si trovavano alla testa della fila. Il cammino dentro la gola proseguiva dritto sempre in mezzo alle alte pareti rocciose finché, d’un tratto, fu necessario svoltare verso Est.

Poco più avanti immense mura secolari sbarravano il passaggio saldandosi all’interno della roccia stessa; una grande porta, in legno massiccio con rinforzi di un durissimo metallo, rappresentava l’unica via per attraversare lo sbarramento, ma la porta era chiusa e per di più sorvegliata da una pattuglia di Gnomi di Nathamer.

Non appena i guardiani avvistarono il gruppo che sopraggiungeva, centinaia di frecce cominciarono a piovere dalle alte mura, mentre colonne di nero fumo si alzavano alle loro spalle. Una freccia colpì ad un braccio Giova, ma questo fu l’unico ferimento perché, dopo un breve ma intenso scontro, ogni Gnomo venne eliminato.

Le mura erano alte cinque metri e la porta resisteva ad ogni tentativo di forzatura, dando quasi l’impressione di negare l’accesso di proposito, finché Shanty appoggiò il Libro delle Razze su di essa e questa, senza più fare la minima resistenza, si aprì consentendo il varco tra le possenti mura che erano spesse più di quattro metri. Dietro la porta la gola si apriva e si allargava in un’enorme vallata, tutti entrarono guardando stupefatti ciò che si presentava ai loro occhi.

Dopo un leggero declivio cominciarono i primi alberi, erano incredibilmente alti e colore dell’argento; gli Elfi si inebriavano con gli odori tipici delle loro terre e qualcuno ripensava all’infanzia trascorsa in quei luoghi. Quand’ecco che improvvisamente un’ombra spuntò da dietro una roccia, un Mago di Nathamer protese le mani verso il gruppo e il Difensore Shanty venne scagliata violentemente al suolo, perdendo il suo prezioso fardello.

La risposta fu rapida ed efficace, Rando trafisse parte a parte il Mago mentre Giova recuperava il Libro e lo restituiva alla legittima custode.

Il cammino riprese attraverso la foresta argentata e dopo pochi passi una sagoma apparve dagli alberi, con un’andatura veloce anche se claudicante; una giovanissima Elfa si dirigeva verso il gruppo, con ferite visibili dalle quali perdeva molto sangue. Non appena lo ebbe raggiunto crollò al suolo esausta.

Qualcuno si affrettò a soccorrerla, altri rimasero in disparte temendo un tranello e, infatti, lesta come non mai, l’Elfa estrasse dal mantello un pugnale avvelenato e con questo ferì gravemente il Magister Althalion. La piccola traditrice venne freddata senza pietà mentre lady Gwen e sir Giova prontamente soccorrevano Althalion, nelle vene del quale purtroppo il veleno cominciava ad entrare in circolo.

Tuttavia il tempo stringeva e bisognava necessariamente procedere al recupero dell’Amuleto, si decise di proseguire nonostante tutto. Il Magister Althalion con grande coraggio si rialzò, nonostante le sue precarie condizioni, e tutti si rimisero in marcia.

Più si procedeva all’interno della foresta e più era evidente che qualcosa non andava, i primi segni del Male apparivano inconfutabili, le fronde degli alberi tremavano, il suolo era ricoperto da foglie argentate ormai in decomposizione, il silenzio regnava oscurando gli animi.
Gli alberi sembravano malati e man mano che si avanzava perdevano sempre più il loro splendido tono argenteo, molti erano caduti, come spezzati da una malattia insinuatasi nella loro linfa vitale.

In lontananza si apriva una valle attraversata da un fiume, ai suoi margini si ergeva la Terra incantata degli Elfi, protetta da centinaia di soldati invisibili. Alcune ombre si pararono davanti al gruppo e nacque uno scontro a dir poco cruento: due Gnomi attaccarono il Maresciallo Cleante atterrandolo, un altro Gnomo ferì con la spada il Maresciallo Gashnar. Tutti si impegnarono a fondo nel combattimento, tranne il Cavaliere Oiffos e il Difensore Shanty, che unirono le loro mani e le loro menti nella difesa dei loro preziosi oggetti.

Quando tutti i nemici furono eliminati, lady Gwen amorevolmente si occupò dei feriti, donando loro delle pozioni curative. Il corso d’acqua era attraversato da un ponte di pietra, ma un fortissimo senso di pericolo avvolgeva l’intero gruppo e l’indecisione attanagliava gli animi di tutti.

D’un tratto Shanty venne colta da un malore violento e travolgente, e svenendo riuscì solo ad ammonire i compagni dicendo: «Se attraverserete quel ponte… io morirò.»

Mentre tutti rabbrividivano ascoltando increduli queste sconvolgenti parole, si resero improvvisamente conto di non essere soli: tra i tronchi tinteggiati di argento centinaia di antichissimi guerrieri Elfi li osservavano in silenzio. Un imponente guerriero salì sul ponte guardando fisso negli occhi Althalion, Generale dell’esercito elfico.

Il Magister avanzò con passo fermo e con tono solenne, parlando in Quenya (l’alta lingua elfica) si presentò, spiegando al guerriero le loro intenzioni e chiedendo il permesso di poter entrare a Lorien. L’Elfo guerriero si voltò senza proferire parola e si avviò verso la foresta, e contemporaneamente tutti i guerrieri fecero ala aprendo un varco per far passare il gruppo.

Althalion replicò: «Ti chiedo di parlare con il Custode della Radura Sacra, Custode dell’Amuleto, il nostro cuore è puro.»

Il guerriero fece strada nel bosco e tutti lo seguirono in silenzio, guardando sconvolti ciò che li circondava. Ovunque vi erano tracce di battaglia, gli alberi splendidi stavano ancora rimarginando le recenti ferite.

La foresta si apriva in una radura dove regnava ancora la pace, i guerrieri Elfi si fermarono tutti al limitare del bosco in segno di rispetto. Al centro della radura vi era un unico grande albero, sopra il quale sorgeva un’incantevole dimora; dall’albero scese un Elfo vecchissimo e il 13° Amuleto cominciò a pulsare come impazzito.

Althalion cominciò a parlare con il Saggio degli Elfi, narrandogli del pericolo imminente a causa della venuta di Nathamer. Il Saggio indicò la casa sull’albero ed il gruppo vi si diresse. All’interno vi era un’ampia stanza e al centro di essa si trovava un ramo, come a formare un sostegno naturale.

Sighaal cominciò a pulsare e per tutta risposta l’Amuleto degli Elfi si mostrò, proprio lì, appeso al ramo al centro della stanza. Il Cavaliere Oiffos prese l’Amuleto e un’immensa gioia pervase i membri della spedizione, felici di avere finalmente portato a compimento la missione di recupero.

Tutti uscirono dalla casa, tornando nella radura dove Althalion e il Saggio li attendevano. Sighaal si illuminò e dopo pochi istanti si aprì il portale, dall’altra parte chiaramente visibile il Giardino delle Delizie di Lot. Althalion comunicò che si sarebbe trattenuto a Lorien per conferire con il vecchio Saggio; stupiti tutti annuirono e uno alla volta cominciarono a varcare l’ovale, alla volta di Lot.

Le ultime parole che poterono udire furono: «Quando tutto sarà compiuto, quando l’Amuleto avrà svolto il suo ruolo, dovrà tornare qui.»Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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