La Dea Themis

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Data di pubblicazione: 4 Dicembre 2011 ©Giardino delle Fate

✧ Il Tempio della Dea Themis ✧

Avanzando lungo una strada della Rocca, è facile notare questa struttura che domina indiscussa.

Un’ampia e corta gradinata conduce al portone d’ingresso principale, l’accesso del Sagrato che poi incede nel Pronao del Tempio: si tratta di una sala di non enormi dimensioni, composta da due sole e brevi colonne di panche e che antecede il Tempio.

Andando oltre la rastrelliera, luogo in cui si depone il proprio armamentario, si raggiunge la sala principale del Tempio.

Dalle dimensioni quasi illimitate, la sala principale si protende longitudinalmente: due serie di colonne affiancano ciascuna una serie di panche, formando la navata centrale. Ai lati ci sono quattro cappelle che custodiscono rispettivamente il Sacro Cero, la Sacra Fonte, il Sacro Braciere e l’Altare di Erik.

In fondo si trova il Sacro Altare, che si affaccia dominante sulla navata centrale, mentre alle spalle si trova l’ultima sezione dell’edificio contenente la Sacrestia, il Camminamento della Pestilenza e la Navata dei Cavalieri di Themis, luoghi riservati.

Il Tempio di Themis, com’è facile intendere, è il luogo in cui si può pregare la Dea Themis in silenzio, e dove vengono effettuati tutti i riti e le cerimonie importanti che esistono a Lot: dal matrimonio alla semplice consacrazione di un animale od arma. Com’è avvenuto per il resto della città, il Tempio della Dea ha subìto un’evoluzione, sia perché le esigenze della popolazione sono mutate e sia perché le continue guerre, ripetutesi in un vasto arco temporale, hanno arrecato danni alle mura del Tempio demolendone, purtroppo non sporadicamente, alcune parti importanti.

Quando Honorius e le forze del Male cominciarono a farsi sempre più vigliacche e sfacciate, Erik decise che Lot dovesse essere protetta anche spiritualmente, per tutto il raggio circolare, oltre che materialmente con le armi, le torri e l’imponente fortezza.

Un secondo Tempio, ancora più grande e maestoso del primo, che fu presto costruito in una zona della Rocca, doveva dare forza e vigore alla città di Lot. Purtroppo però questa pur scaltra idea del Conte Erik, non bastò a far sì che Lot restasse indenne agli attacchi nemici.

Un giorno in cui le nubi rotolavano buie e nere nel cielo e in cui anche il sole si era nascosto per non guardare la tragedia che stava per compiersi, passando dalle Fogne e dopo aver sconfitto gran parte dell’Esercito, Honorius ed i suoi emissari occuparono la città bassa.

Si erano fatti strada scavando per mesi sotto i Monti Nebbiosi fino a giungere all’interno delle mura di Lot. Solamente quando alcuni Soldati si calarono dal Pozzo del Fato i lottiani si resero conto di essere ormai inesorabilmente prigionieri nella loro stessa casa.

La guerra visse in quel periodo una delle sue fasi più cruente, ed il racconto di tali avvenimenti è riuscito a giungere sino a noi solo grazie al sangue sgorgato da ferite profonde e a centinaia di teste recise. Donne e bambini trovarono rifugio in una parte della città ancora libera, lasciando il resto in balia dell’imprevedibile Fato.

Il Generale Danish organizzò la difesa casa per casa; dal Pozzo uscivano Orchi e Skertl dalla forza tremenda e feroci come mai si erano visti prima. Il Palazzo delle Mostre fu dato alle fiamme ed anche la notte si combatteva alla luce degli incendi.

Lentamente i lottiani perdevano terreno ed il nemico tracimava forza ovunque, come fosse un fiume in piena. Pur riuscendo, con dispendio d’energie ed il sacrificio di molti Soldati, a respingere per l’ennesima volta Honorius e a cacciarlo da Lot, il Conte non poté evitare che il primo Tempio, quello più vecchio, venisse distrutto. L’altro invece subì danni rilevanti.

Quando la pace tornò a regnare, ma solamente molto tempo dopo, s’iniziò a rivedere ciò che in città era rimasto in piedi e a sanare quel che ancora poteva essere ristrutturato. Si provvide a riutilizzare gli edifici crollati usando i materiali di spoglio che provenivano dalle macerie, sorsero nuove case e nuovi palazzi che portavano ed ancora oggi conservano pietre, sassi e mattoni, inermi protagonisti di quelle tristi giornate.

«Che fare con il Tempio?» Questa fu la domanda che si pose il Consiglio dei Nobili. La discussione andò avanti per qualche giorno e furono interpellati i Cartografi di Corte, i Guardiani del Tempio ed i Cavalieri di Themis. Infine fu presa la decisione di ristrutturare il Sacro Edificio lasciandolo dov’era, nella zona della parte alta, la Rocca Erik, che è poi dove oggi Lot si è sviluppata maggiormente: è questo ciò che sorge trionfante rispetto al resto della città insieme al Palazzo di Corte.

In seguito, per volere della Sacerdotessa Urania prese forma il Pronao, che doveva essere la parte del Sacro Luogo dove anche Stranieri e Viandanti potevano entrare ed imparare le preghiere per Themis. Ancora oggi esso conserva questa caratteristica. Adesso entriamo insieme al suo interno per visitarne gli ambienti. Ricordiamoci però che, quando oltrepasseremo il Pronao, dovremo lasciare fuori le armi, se qualcuno le indossa, ed inginocchiamoci al cospetto di Themis, pregando per noi e per la sua misericordia.

Il Tempio ha una lunghezza utile di 60 metri e si apre in larghezza per 35 metri calpestabili. Le mura perimetrali hanno uno spessore di circa due metri e sono rastremate verso l’alto; alla base rispettano una proporzione di 1:10 con l’altezza, assottigliandosi man mano fino alla copertura. Le dimensioni possenti hanno tratto in inganno gli operatori addetti, infatti, durante la ristrutturazione, nel loro interno sono stati trovati dei vuoti creati per non esagerare nel peso sul terreno, dove l’intera struttura va a gravare.

Il Tempio non ha fondamenta e quindi tutto ciò che noi con l’occhio valutiamo, poggia sulla solida terra. Alla base notiamo calce che in certi punti fuoriesce dalle pietre, ed essa è sempre meno presente via via che alziamo lo sguardo percorrendo la parete esterna. I sassi sono posizionati con cura e combaciano alla perfezione, dopo essere stati lavorati dalle sapienti mani degli scalpellini ed issati con enormi palanchi.

In alcuni punti, ma rese invisibili, vi sono delle assi e travi di legno inglobate nel muro, aventi funzione di piani d’appoggio e per tenere legata la struttura.

Durante le ristrutturazioni si è stati molto attenti perché ogni grosso sasso ha motivo d’esserci e, se tolto, può mettere in crisi la stabilità di parte dell’edificio con inevitabili crepe o crolli.

Mentre calpestiamo i primi Sacri Sassi possiamo renderci conto di quanto sia bello il giardino che circonda il Sacro Luogo. Esso è tenuto in ordine dalle Vestali e custodito dai Cavalieri; in più punti vi sono delle lapidi in marmo dove viene riportato il seguente invito: «Caro ospite, benvenuto nel Sacro Luogo curato dalle Vestali. Entra nel giardino ed immergiti nella pace. Cammina tra le piante secolari ed annusa il profumo dei fiori che le Vestali curano ogni giorno. Nella natura lascia che la voce della Dea Themis parli al tuo cuore.»

Troveremo ad attenderci i Cavalieri del Sacro Ordine del Leone, che sorvegliano costantemente il Tempio. La loro attenzione è rivolta al rispetto della Carta del Tempio, che è apposta bene in vista nel Tempio stesso. Inoltre controllano che la fiamma del Sacro Braciere non si affievolisca e quindi rimanga sempre viva, come dev’essere il nostro cuore pieno d’amore quando entriamo in questo Luogo, ed avvertendo, in caso che il fatto avvenga, la Vestale Mayor o un Cavaliere di Themis; la prima e chi appartiene all’Ordine, sono i soli che possono avvicinarsi al Braciere per ridargli vita.

Il Sagrato di sei metri è in marmo bianco; qui spesso, prima delle funzioni, si soffermano gruppi di lottiani a parlare e a discutere, è anche il luogo dove i più poveri e bisognosi si gettano a terra per chiedere l’elemosina.

Dieci sono gli scalini che conducono all’entrata del Pronao, sono in pietra levigata e la scalinata avvolge l’intera facciata come un abbraccio carismatico, curvando agli angoli. La porta che ci permette l’accesso è in legno ed è alta dieci metri; le due ante sono intarsiate esternamente, e dieci tavole in bronzo della cui bellezza ogni lottiano va fiero, raffigurano passaggi di vita della città, avvenimenti in cui la Dea è intervenuta, per mezzo del Fato, salvando i Nobili ed i Cittadini.

Il Pronao è la metà della larghezza del Tempio e corre per una lunghezza di undici metri. Le dieci panche sono in noce massello e, a differenza di quelle del Sacro Luogo, non riportano nomi o targhe ex voto. Esse sono frutto del lavoro di tutti e commissionate grazie alle offerte.

La luce si diffonde all’interno tramite sei grandi aperture, in parte con vetri a mosaico ed in parte lisce. I due cassettoni che si trovano a destra e a sinistra dell’entrata che dà accesso al Tempio, non sono usati per nessuna cerimonia ed hanno funzione di semplice arredamento. Le immagini alle pareti sono otto, raffiguranti Themis in tutto il suo splendore; vi sono inoltre una targa commemorativa e due stendardi che, come Soldati disarmati, sorvegliano la vera entrata del Tempio.

Il pavimento riprende il Sagrato esterno, accompagnandone il gusto e la semplicità intrinseca, ma non per questo di minor effetto ottico e piacevole da guardare.

Già dal punto in cui ci troviamo adesso possiamo cominciare ad intravedere la navata centrale grazie alla porta in noce, lo stesso materiale delle panche del Pronao, che è quasi sempre spalancata e viene serrata solo in caso di pericolo. I due grandi intarsi che le ante riportano e che, a causa appunto delle poche volte in cui la porta viene chiusa, non sono da tutti conosciute, simboleggiano entrambi i Sacri Bracieri che erano custoditi ognuno nel proprio Tempio, prima della nuova costruzione. Dal Pronao i soli Cavalieri possono accedere ad una navata chiamata appunto, Navata dei Cavalieri.

Inchiniamoci ora, con rispetto alla Dea Themis. Alzandoci dall’inginocchiatoio avvertiamo subito l’immensità del luogo in cui, sia come persona fisica, ma soprattutto come cuore ed emotività interiore, siamo entrati.

Il Tempio è suddiviso da due navate laterali più strette ed una centrale. Le dieci colonne hanno il diametro di un metro e sono di marmo pieno, ed il materiale usato è stato estratto dalle cave delle Terre del Nord, trasportato con grande fatica e giorni di difficile cammino, grazie a grandi carri e robusti animali, dato che le zone circostanti di Lot non sono mai state così ricche per poter soddisfare tali esigenze di realizzazione.

Quattro sono le cappelle laterali, due a destra e due a sinistra: cominciando dalla nostra destra troviamo la Cappella del Sacro Cero; a seguito la Cappella del Sacro Braciere, ove un cancello in oro massiccio impedisce di avvicinarsi ad Esso; la prima da sinistra è la Cappella dell’amato Conte Erik, dov’è conservato il suo corpo imbalsamato; segue la Cappella della Sacra Fonte, dove ogni bambino viene battezzato in nome di Themis.

In ogni Cappella sono state apposte Sacre Figure; nella Cappella del Conte lo Stemma Nobiliare, e nella Cappella della Sacra Fonte antichi e nuovi libri sono custoditi in una teca, che conserva anche il necessario per il battesimo degli infanti, ma anche degli adulti che vogliono riceverlo.

Le panche sono sei per ogni Cappella, esclusa quella del Sacro Braciere dove ve ne sono solamente due; nella navata centrale due file di dieci panche accolgono i Cittadini in preghiera. Ognuna riporta il nome del Casato, grazie al quale è stata realizzata e donata in onore di Themis.

Altre due file per un totale di dodici panche antistanno l’altare centrale, che sono riservate al Conte Thorm e alla Corte di Lot, alle Vestali e ai Cavalieri di Themis.

L’altare è in marmo bianco, decorato con immagini di Themis ed intarsiato di pietre preziose. Sopra vi sono vasi in puro cristallo, dove le Vestali ogni giorno inseriscono fiori freschi, i più belli del loro giardino. Quando non è stagione di fioritura esse si prestano per creare a mano fiori di carta, ancora più belli di quelli veri, e difficilmente ce ne possiamo accorgere se non toccandoli.

Trionfante, in una marea di Luce, è la Sacra Effige in cristallo lavorato, riporta a noi umili la maestosità di Themis nella Sua Mezza Luna, Culla di Verità, di Amore e di Sapienza. Due Sacrestie chiudono il Tempio ai suoi lati: la Sacrestia del Tempio, della quale usufruiscono sia le Guardie del Tempio che gli anziani Leoni Miles Templi, e l’altra è la Sacrestia delle Vestali. Esse racchiudono i segreti dei due Ordini e nessuno ha, ed avrà mai ad essi libero accesso.

Dietro l’altare c’è il Camminamento della Penitenza. Esso, oltre ad evitare ai Leoni, nel giro d’ispezione, di passare sempre davanti all’altare centrale disturbando le preghiere, permette un collegamento fra le due Sacrestie in cui, durante le funzioni, fervono i preparativi. Uscendo dal Sacro Luogo e girando dietro il Camminamento della Penitenza, percorrendo così parte dello splendido giardino, troviamo sette colonne in marmo, ognuna delle quali in onore di un Nobile di Corte.

Dopo aver accompagnato i vostri occhi in mezzo a tante bellezze e a tanta fede adesso usciamo insieme, ma non senza prima ricordare a noi stessi e al nostro cuore la grandezza della Dea, attraverso le parole che i Cavalieri di Themis hanno apposto fuori delle loro mura, protette e difese dal grande lago:

Themis, Dea Protettrice del Granducato, Signora della Vita, della Giustizia e della Magia: è Madre Soave, che stringe amorevolmente al Suo seno i Suoi Figli.
È Madre Paziente, che sorride indulgente della nostra fragilità ed ingenuità.
È Madre che insegna, che guida, che dona fortuna a chi l’ascolta.
È anche Madre tenebrosa. Imprevedibile, feroce ed implacabile, se invocata in questa forma, come ogni Madre che difende i Suoi piccoli.
Culla dei Sogni, Gioiello della Notte. Falce della Vita. È la Via per giungere a tutto ciò che amiamo, pur non essendo mai ciò che aspettiamo.

~• CARTA DEL TEMPIO •~

Il Tempio di Themis è luogo di preghiera e culto della Nobiltà e del Popolo in onore alla Dea Themis.
Il Tempio di Themis è il luogo dove si effettuano tutte le cerimonie del Gran Ducato di ExtremeLot.
È buona norma omaggiare la Dea Themis con un inchino sia all’ingresso che all’uscita dal Tempio di Themis.
Il Tempio di Themis è luogo sacro e in rispetto di esso si è fatto obbligo di rivolgersi, anche se parente o amico, ad altrui persona dandosi del Voi. I Trasgressori saranno puniti.
È severamente vietato bere o mangiare al Tempio di Themis, salvo quando vengono concesse o indette Feste dalla Somma Sacerdotessa Urania o dal suo portavoce, il Primo Cavaliere di Themis.
È severamente vietato portare al Tempio di Themis, animali non Consacrati, salvo i casi in cui vengono ammessi per Consacrarli. I trasgressori saranno puniti.
È severamente vietato introdurre armi nel Tempio di Themis, a meno che non sia concesso da Nostra Signora la Somma Sacerdotessa Urania o dal suo portavoce, il Primo Cavaliere, per gravi motivi di pericolo o per necessità cerimoniali. È altresì concesso e fatto onore ai Miles Templi di cingere le Spade sacre, giacché ad essi è affidata la Guardia armata del Tempio. I trasgressori saranno puniti.
È severamente vietato il mercanteggio al Tempio di Themis. I trasgressori saranno puniti.
Non sono ammessi comportamenti non consoni al Tempio di Themis, come barbarie, atti di violenza, linguaggio scurrile, non è altresì permesso urlare. I trasgressori saranno puniti.
Durante le cerimonie, i riti nuziali o qualsiasi altro rito riconosciuto dai Nobili e dal Granducato, è consentito, se non interpellati, parlare o interagire con il luogo o i presenti solo mediante azioni. È, inoltre, severamente vietato disturbare lo svolgimento di cerimonie o riti. I trasgressori saranno puniti.
Gli organi preposti alla custodia e alla salvaguardia del Tempio di Themis sono i Guardiani del Tempio di Themis, i Cavalieri della Dea Themis che ne curano anche il culto, e i Miles Templi del Sacro Ordine del Leone, a cui è affidato il controllo del rispetto delle Leggi del Granducato e del Tempio stesso.

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