Racconti Fatati a Lot

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Data di pubblicazione: 18 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

✾ La Donna imprigionata nello Specchio ✾

Mi trovavo nella Piazza del Mercato, con mio padre Mars quel pomeriggio, ed insieme chiacchieravamo con Lord Axe sul lavoro iniziato dai Nani per il recupero della piazza, quando sentimmo uno strano rumore, simile ad un lamento, giungere da un punto della piazza.

Al momento non ci rendemmo ben conto di cosa fosse e da dove provenisse ma, quando il lamento si fece più insistente, decidemmo di raggiungere le rovine di un palazzo crollato poco prima e di stare ad ascoltare. Avvicinandoci capimmo subito che il lamento proveniva da sotto le macerie, probabilmente da uno scantinato, e decidemmo che qualcuno sarebbe andato a vedere chi o cosa fosse rimasto sotto le macerie.

Il Paladino Mars si offrì di scendere nello scantinato e, dopo aver recuperato corda e torce, lo calammo all’interno. Per molti minuti non sentimmo più alcun rumore distinguibile e ci preoccupammo per l’incolumità del Paladino ma, alla fine, udimmo la sua rassicurante voce, che ci spiegò di aver trovato sotto un pesante tendaggio uno specchio che però non rifletteva la sua immagine, ma quella del viso di una donna in lacrime.

Mentre ascoltavamo le parole del Paladino, in piazza sopraggiunse Nero, il fidato amico della piazza, attirato, a quanto ci parve, dalle parole di Lord Mars. Proprio contemporaneamente al suo arrivo, la donna nello specchio si lamentò di nuovo e dal becco del Corvo uscì un richiamo: « Li… be… ra… te… mi.»

Io e Lord Axe ci guardammo increduli per ciò che stava accadendo, ma il messaggio ci parve chiaro, dovevamo portare lo specchio fuori dallo scantinato. Riferimmo al Paladino Mars quanto stava accadendo in superficie e lui si diede subito da fare per staccare lo specchio dalla parete.

Nel frattempo vedemmo Nero agitarsi ed aprire le grandi ali, come scosso da qualcosa, ed ancora nello stesso momento del lamento della donna Nero disse: « A… iu… ta… te… mi», per poi alzarsi in volo sbattendo freneticamente le ali.

Con nostra enorme sorpresa, ma comprendendo che vi era una stretta corrispondenza tra i due avvenimenti, intuimmo che la donna dello specchio e Nero erano in qualche modo in comunicazione tra loro, ed attendemmo gli eventi per capire come ciò potesse essere possibile.

La donna, sentendo le parole di Nero, riconobbe in lui chi un tempo aveva amato e continuò a piangere copiosamente, lamentandosi sempre più forte. Lord Mars riuscì finalmente a staccare lo specchio dalla parete e, dopo averlo legato ad una corda, delicatamente lo tirammo in superficie sotto lo sguardo vigile di Nero.

Alla visione dello specchio restammo tutti a bocca aperta: come già ci aveva descritto il Paladino Mars, lo specchio non rifletteva alcun’immagine, se non il volto della donna imprigionata in esso. Appena all’esterno il volto nello specchio cominciò a parlare e a rivolgersi a Nero, dicendogli che lei era Ardhesia, la sua Ardhesia.

Vedemmo a quel punto Nero sfiorare lo specchio con un’ala ed alzarsi velocemente in volo verso il sole; pensammo alla ricerca d’aiuto per colei che un tempo gli fu vicina.

Noi tutti fummo stupiti di quello scambio così affettuoso e non riuscimmo immediatamente a capire cosa Nero volesse fare ma, quando lo vedemmo tornare con uno stormo di corvi, dal quale uno splendido esemplare di corvo imperiale femmina rimaneva distaccato, capimmo immediatamente che un Druido avrebbe potuto aiutarci a liberare l’amata di Nero dallo specchio, facendola trasmigrare nel corpo del corvo imperiale femmina. Anche Nero, una volta posatosi vicino a noi e ascoltato i nostri discorsi, sembrò assentire; chiamammo così i Druidi Cesare ed Herystelle.

Nel frattempo lo stormo di corvi continuava a volteggiare sulla piazza, in attesa di riaccompagnare Nero e la sua amata verso casa. Rimanemmo molti minuti in attesa della trasmigrazione dell’Elfa Ardhesia nel corpo della femmina di corvo imperiale, con Nero trepidante ed innervosito dall’attesa, ma purtroppo ci rendemmo conto che i Druidi erano impossibilitati ad effettuare la trasmigrazione.

Vedemmo e sentimmo tutti la tristezza e l’apprensione di Nero e dell’Elfa, ci sentimmo impotenti di fronte a quel fortissimo desiderio di ricongiungimento d’entrambi, che però non veniva soddisfatto.

Il Druido Herystelle dispiaciuto e sconsolato disse che un Mago probabilmente avrebbe potuto aiutare Nero, ma Nero in un primo momento si mostrò innervosito dalla parola “Mago” e si alzò in volo furioso, per poi tornare a posarsi sulla spalla di Herystelle, combattuto tra la sua diffidenza verso i Maghi e il desiderio di vedere libera l’Elfa.

L’immagine nello specchio a quel punto iniziò a fluttuare, mentre la donna racchiusa in esso pronunciava sempre più flebilmente il nome di Nero; capimmo che la stavamo perdendo e Nero, infine, accettò l’intervento del Mago Aerio, che arrivò velocemente.

Noi tutti trepidanti e dicendo all’Evoker Aerio parole d’incoraggiamento, guardammo i suoi gesti mentre si preparava. L’Evoker tirò fuori dalla sacca dei componenti e versò in una coppa della polvere bianca mescolata con una piuma di gufo; la bevve per richiamare le energie magiche necessarie all’identificazione della magia, celata dietro la prigionia dell’Elfa nello specchio.

Lo specchio diventò buio, poi tornò a schiarirsi e mostrò una distesa verde, con degli alberi ed un Elfa che correva su di un prato, seguita da un grande corvo nero.

Nero osservò l’immagine ed un lamento malinconico uscì dal suo becco, mentre anche il corvo imperiale femmina rimaneva sul braccio del Druido Cesare in attesa della trasmigrazione. Sembrava andare tutto per il verso sbagliato, lo specchio cominciò a vibrare e l’Evoker Aerio cadde a terra senza forze, Nero sempre più innervosito e l’Elfa racchiusa nello specchio a lamentarsi.

Tutto si susseguiva velocemente e noi restammo a bocca aperta vedendo l’immagine scomparire ed il pianto farsi sempre più lontano, fino a quando lo specchio s’incrinò, andando in mille pezzi con un forte stridio. Sentimmo Nero gracchiare furioso ed alzarsi in volo insieme alla femmina di corvo imperiale, spaventata anch’essa dal frantumarsi dello specchio.

L’Evoker Aerio raccolse un frammento di specchio e lo tenne nelle sue mani, mentre Nero richiamò lo stormo in piazza che si mise a gracchiare furiosamente, coprendo le voci dei presenti.

A quel punto uno spettacolo incredibile si presentò ai nostri occhi: i corvi senza nemmeno sfiorare i presenti raccolsero i frammenti dello specchio andato in frantumi e si allontanarono uno alla volta, mentre Nero, sospeso in volo a mezz’aria davanti all’Evoker Aerio, lo guardò e prelevò l’ultimo frammento di specchio dalla sua mano.

Vedemmo Nero allontanarsi triste e silenzioso, pur sapendo che sarebbe tornato a cercare qualcuno in grado di aiutarlo. Rimanemmo lì a guardare i corvi allontanarsi nel cielo, impotenti e ancora increduli per ciò che era accaduto.

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