Racconti Fatati a Lot

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Data di pubblicazione: 18 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

❈ La Torre dell’Alta Stregoneria ❈

Un tempo a Lot esisteva la Torre dell’Alta Stregoneria, era un luogo arcano in cui si studiavano le scienze occulte della magia e della negromanzia, un luogo celato alla vista dei comuni cittadini, dove potevano accedere soltanto i Maghi o coloro che erano invitati da costoro, anche se non sempre l’invito poteva rivelarsi una lieta occasione.

Ricordo che mi recai per la prima volta alla Torre grazie alla magia del teletrasporto. Allora sognavo di studiare la magia ma ancora non mi era stata concessa questa possibilità, ero giovane e piena di fiducia e quando mi ritrovai d’incanto di fronte a quella possente Torre rimasi abbagliata e senza parole. Il potente Mago Nero Egrimm, allora Evoker delle Vesti Nere dell’Ordine del Crepuscolo d’Argento, mi aveva convocato per capire se ero degna o meno di intraprendere una strada così faticosa.

La Torre mi apparve in tutta la sua maestosità, tre piani che si ergevano verso un cielo plumbeo. All’inizio non vidi nessuno in giro, sembrava quasi un luogo deserto e abbandonato. Fu solo un attimo, apparve subito lo Shalafi dei Maghi, la nera Aurian, che mi sottopose ad un interrogatorio sempre più pressante, mentre dalla Torre giungevano suoni misteriosi, a volte curiosi a volte semplicemente orrendi.

Dopo un momento di smarrimento, anzi lo confesso, di paura, mentre ancora attendevo la risposta che mi avrebbe consentito di intraprendere o meno gli studi delle arti arcane, cominciai a notare che il luogo non era affatto deserto, i Maghi andavano e venivano ed era tutto uno svolazzare di vesti dai vari colori, rosse, bianche o nere, tutte ricamate da disegni arcani ed incutevano da sole rispetto e timore.

Finalmente lo Shalafi rispose, accettandomi tra gli adepti della Magia Nera e spiegandomi la struttura della Torre. Al primo piano vi era una sala di consultazione e discussione, al secondo piano la biblioteca e al terzo piano le stanze private dei maghi.

Come descrivere con poche parole l’emozione nel varcare quella soglia? Non c’erano porte o guardiani, o meglio, non c’era nulla che i miei occhi inesperti potessero scoprire; dentro un brulicare di persone che studiavano in silenzio o commentavano sottovoce usando parole per me incomprensibili. E che dire della biblioteca? Nessun sogno può avvicinarsi alla sua maestosa realtà… file e file di pergamene e di volumi impolverati e consunti dall’uso, ampolle e provette sparsi ovunque, scaffali pieni di oggetti strani ed affascinanti.

Cominciai lentamente ad avvicinarmi, a seguire le lezioni, a comprendere la scrittura runica. Piano piano imparai a leggere la magia, compresi che lo studio e la passione sono l’unico modo per apprendere le arti arcane, ma c’è dolore e rinuncia in questo studio, si deve dimenticare la vita esterna alla Torre, si deve sacrificare tutto per la conoscenza.

I mesi passarono a volte in fretta e a volte lentamente, ma sempre studiavo con tenacia e passione, infine venne il grande giorno. Nella Torre tutto era pronto per la cerimonia di investitura dei nuovi Maghi, finalmente anche io avrei indossato la Veste nera, finalmente avrei avuto la mia stanza nella Torre.

Come descrivere quello che accadde proprio quella sera? Ci sono dolori che non passano mai, il loro ricordo è come un morso che ci attanaglia dentro, ma è giusto che tale ricordo non muoia e resti dentro di noi.

La Torre brulicava di luci ed ogni adepto stringeva a sé la nuova veste da Mago che avrebbe indossato, tutti erano presenti: a destra le vesti bianche, sorridenti; al centro le vesti rosse, vocianti; a sinistra le vesti nere, silenziose. La Torre si ergeva maestosa e apparentemente indifferente di fronte a noi e l’attesa non fu lunga, apparve Aurian nella sua splendida veste di Shalafi.

Tutti la ascoltammo speranzosi e fiduciosi, ma le parole che ci disse non furono quelle che noi ci aspettavamo. Aurian ci spiegò che la magia era in pericolo, che la stessa Lot poteva non sopravvivere agli arcani eventi che si preannunciavano, disse che le forze di Honorius erano sempre più salde e che potevamo andare incontro al disastro totale, ci disse che vedeva solo una lieve speranza per salvare la magia nel mondo che si preannunciava. Allora la terra tremò per la prima volta, una scossa lieve che però aprì una fessura nella Torre.

Ci guardammo l’un l’altro spaventati, gli adepti non comprendevano cosa accadeva mentre i Maghi, grazie alla loro conoscenza, capirono e si spaventarono. Lo Shalafi disse poi che solo un sacrificio supremo poteva rinvigorire la magia di tutti e consentirci di continuare a combattere.

Poi ci voltò le spalle ed entrò nella Torre, a nulla valsero i richiami dei Maghi o le grida degli adepti, nessun altro riuscì ad entrare. Poco dopo Aurian apparve ad una finestra dell’ultimo piano, vedevo la sua veste nera svolazzare ad un vento di tempesta che improvvisamente aveva cominciato a soffiare. Da lassù lei gridò che per la magia e per il bene di Lot doveva farlo.

Senza aggiungere altro si gettò nel vuoto, il suo corpo cadde ai piedi della Torre ma fu visibile per pochi istanti, immediatamente scomparve quasi assorbito dalla terra. Allora tutto cominciò a tremare e nella Torre apparvero crepe incredibili, ricordo il rumore delle grida dei Maghi, ricordo la terra che ballava e il vento che soffiava ma soprattutto ricordo la paura. Un sentimento di terrore che in quegli istanti prese tutti, Maghi anziani e giovani Maghi.

La Torre da quel giorno non fu più agibile, ammiravamo le sue rovine dall’esterno ed ogni volta una premonizione di perdita e di sciagura incombente ci attanagliava. Non durò a lungo, come tutti sanno Lot crollò ed anche della Torre non rimase alcuna traccia se non nelle menti dei Maghi.

Data la lunghezza dell’articolo, il post è stato diviso in più pagine:

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