Cap. 2, IL POPOLO FATATO – Parte 5a

Gli Elfi

Incredibilmente sensibili, con una grazia tipicamente aristocratica i primi Elfi ebbero origine come divinità e parteciparono alla Creazione, affianco all’Altissimo, divenendo in seguito una sorta di Angeli Caduti.

Terminato il grande progetto e posti a corona della Corte Celeste, si ribellarono tuttavia al Cielo per poter scendere sulla Terra a combattere il Male, il Male assoluto. Cosicché il Signore dei Tempi concesse loro sostanza, li mise in viaggio sulle stelle ed essi approdarono sull’Isola.

A fronte di ciò, si può dire che gli Elfi nacquero proprio sotto la luce delle stelle, che son per essi amore indissoluto. Angeli senza ali, nei loro occhi prendon vita i lampi delle stelle e rifulgono del loro intimo splendore, emanando aurea luce dai loro agili ed armoniosi corpi.

Morali e giusti, coraggiosi e mai incoscienti gli Elfi rappresentano or dunque la divinità, la saggezza, l’adattamento alle mutazioni/evoluzioni del mondo e impersonano il riconoscimento del Male assoluto, la loro lotta contro di esso. Sono alle soglie della perfezione, bellissimi e senza macchia.

Son alti, snelli e velocissimi, dai tratti sottili hanno il volto pulito, perennemente sereno. Il suono della loro voce ancor più pulito, puro, cristallino e dolce. Gli occhi di norma chiarissimi, solitamente a mandorla, penetrano gli esseri viventi fino a conoscerne i pensieri. Le folte e lunghe chiome toccano oro od argento, oppure blu come la notte fino a diventare neri come ossidiana scintillante.

Le orecchie sono a punta e l’aspetto fiero, altero ed aggraziato, a dispetto del quale vantano invece una forza straordinaria. La loro vista è sviluppatissima e l’udito estremamente sensibile, aspetti che lor consentono di avere una mobilità superiore ad ogni altra razza fatata. Vengon detti Popolo delle Stelle giacché, figli delle stelle, essi vedono nelle notti stellate meglio di quanto un Umano non veda in pieno giorno ma, nel buio pesto, come gli Uomini, non possono vedere quasi nulla.


Donano la conformazione fisica agli Umani, che sono stati plasmati a loro immagine, fatta eccezione per alcuni particolari fisici che li distinguono, particolari magici. Da essi, gli Umani hanno inoltre ereditato la sottomissione al Fato, al giogo dei suoi giochi talora crudeli, condividono lo stesso Destino che è quello di provare sofferenza, fisica, psichica e morale. In virtù di ciò, gli Elfi amano enormemente gli Umani e sono assai pacifici con loro, condividendo queste incidenti peculiarità, che li uniscono e li pervadono di comprensione.

Come il restante Popolo Fatato gli Elfi non possono morire, sono indi eterni ma, la loro particolarità è che, essendo permeati di essenza divina, possono liberamente decidere di morire, lasciandosi andare alla stanchezza di vita o ad un dolore morale profondo, perdendo dunque la volontà di vivere. Tale però, consiste in una morte apparente dalla quale possono tornare, reincarnandosi nel loro precedente sembiante fisico. Oppure possono rinunciare all’immortalità, perdono i loro poteri e diventano a tutti gli effetti degli Uomini, conservando le loro caratteristiche fisiche originarie.

Estremamente talentuosi in qualunque campo artistico, gli Elfi hanno il compito di dilettare gli animi con le loro arti, in particolar modo la musica, essi tutti difatti amano, a dir nulla il canto e la danza, oltre alla poesia. Sono abilissimi oratori, eccelsi bardi e sovente si radunano con le Fate ai margini dei boschi o sulle colline, dove di regola ballano in cerchio, in occasione delle celebrazioni più importanti del Regno od anche per semplice diletto.

Oltre a ciò, gli Elfi sono incaricati di tener ordine nei boschi e nelle foreste cacciando le creature selvagge o deformi, ma non mai di ucciderle: l’omicidio è assolutamente proibito, pena l’essere banditi dal Regno e la sottrazione dei propri poteri. Sono alle volte guerrieri, ottimi spadaccini e arcieri, proteggono l’Isola in caso di necessità, alla comparsa di pericoli che attentano alla sua incolumità, grazie al supporto di armi e armature sapientemente forgiati dai Nani, nonché alla Magia di cui sono esimi esecutori.

Posto che nell’Isola non c’è spazio né motivo per le guerre, essa comunque e sempre rispecchia il mondo terreno e, in ciascun caso, l’avvento seppur rarissimo deve esser tenuto ognora da conto.

Nel Regno di Solem vivono gli Elfi della Luce, gli Elfi Luminis. Sapienti e oltremodo benigni, solamente loro come le Fate si distinguono in base all’ambiente naturale dove dimorano. Sono gli Elfi del Monte, del Bosco, della Collina e così via, tuttavia non si distinguono in famiglie, non appartengono a Clan specifici ma anzi sono generici come l’ambiente che vivono.

Divinamente aggraziati e positivi, luminosissimi con le loro chiome d’oro, le loro pelli sono bronzee o quasi sempre sul dorato. Sono pazienti e piuttosto solitari, talvolta pressappoco elitari. Superiori in tutte le arti si dedicano maggiormente a codeste e alla Magia, più precisamente all’Alta Magia Elfica che, nella sua supremazia e potenza, è in grado di proteggere l’Isola dal Maligno o dai malvagi avventori.

Il loro ruolo nei sogni è simile a quello delle Fate dell’Aria, con la variante di approfondire nell’animo umano un particolare talento artistico, e di lor svelare i segreti della Natura, attitudine tipica degli Elfi del Bosco che sono un tutt’uno con la Natura stessa. Vivono sugli alberi o nelle foreste, parlano con le piante e ciascun essere della flora, e praticano la Magia in tutte le sue forme, tranne quella malefica. Calmi e ognor sereni, la loro pazienza è leggendaria.

Meno mansueti sono gli Elfi del Monte, più portati all’uso della Stregoneria. Primi esempi di Druidismo che fu poi tramandato al Popolo Celtico, hanno poteri di guarigione, e pur essi hanno un determinato rapporto simbiotico con la Natura.

Sono gli unici Luminis che propendono al combattimento, eccellenti guerrieri sono a dominio delle montagne, monitorando dall’alto l’Isola e le sue coste e, seppur denominati anche Elfi Selvaggi, in quanto si isolano tra i monti e sono poco socievoli, tanto da poterli incontrare assai raramente, espletano un enorme interesse per la musica e l’arte, nella creazione di canzoni e danze. La loro gioia risiede nel processo creativo, sempre incompleto, giacché per essi imprigionare l’arte in opere finite indica imprigionare al contempo la mutevole bellezza del mondo.

Gli Elfi della Collina sono i Luminis collettivi, specialmente in fatto di fabbricazione e celebrazioni, rituali magici e produzione di nuovi incantesimi. Vivono più di frequente nei pressi del Castello della Regina, essendo più civilizzati, sono sensibilmente pacati e meno passionali, sommamente composti, non impazziscono per le frivolezze e son maestri nella creazione artistica di oreficeria e artigianato. Si affiancano molto spesso ai Nani per la costruzione di armi e imbarcazioni che raffinano a regola d’arte, corredandoli di potenti incantesimi preventori.

Nel Regno di Lunam vivono invece gli Elfi delle Tenebre, gli Obscuritas, detti anche Elfi della Luna. Sono Elfi scuri come la notte, di chioma ribelle e pallida carnagione, il volto pressoché angelico, occhio perlato con la pupilla tagliente. Includono in essi, anche attraverso la loro fisicità, la dualità tra Bene e Male.

Gli Obscuritas non si distinguono, sono solo Obscuritas, proprio come le Fate di Lunam che non si dividono in sotto razze o famiglie, hanno unicamente una loro gerarchia all’interno della quale vige un proprio ordine e ordinamento. Abitano nel fitto delle foreste ombrose, nei cunicoli sotterranei, nelle grotte tenebrose dove spesso si riuniscono in selvatiche tribù, ed amano in particolare la compagnia degli animali, con cui si trovano in perfetta sintonia. Sono spiccatamente impulsivi, avventurosi, indefessi viaggiatori, si spostano sovente da un confine all’altro del Regno di Lunam.

Cacciatori e distruttori di mostri, provetti arcieri, hanno una velocità particolarmente elevata e una particolare abilità di nascondersi nell’ombra. Di norma i loro sogni sono preannunciatori, mettono in guardia da imminenti pericoli fisici od anche spirituali, indi da un tal punto di vista possono rivelarsi nefasti.

Infine, esiste una particolare razza di Elfi, che possono definirsi di mezzo, gli Elfi del Crepuscolo, così chiamati perché cavalcano ininterrottamente gli ultimi raggi di sole, perennemente sul confine, velato, delle due parti dell’Isola, tra il giorno e la notte. L’alba su Antea non esiste, e non scende neanche il tramonto: sono fissi e perpetui, sui due lati opposti dell’Isola.

Riflessi ramati come le sfumature crepuscolari, sui lunghi capelli e sulle rosee guance, sono i più eterei ed evanescenti tra gli Elfi, terribilmente romantici, poco pratici. Sono integralmente pacifici e non mai impugnano un’arma o si lanciano in combattimento, ma avvisano con i loro canti sulle scie del vento i possibili pericoli che aleggiano all’orizzonte.

I Crepusculum, essi stessi smisuratamente solitari ed erranti, non avendo fissa dimora, nei sogni procurano nostalgia e sensibilizzazione ai legami, per chi è lontano da casa od eccessivamente legato alla solitudine, agli smodati viaggi che troppo spesso diventano mera fuga dalla realtà.

© Romanzo Fantasy LUCE DI FATAEstratto dal libro inedito

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