Cap. 2, IL POPOLO FATATO – Parte 7a

Gli Gnomi

Gli Gnomi sono Spiriti della Terra, fisicamente simili a Uomini anziani minuscoli, con lunghe barbe grigie o bianche e paffuti, talora un po’ buffi. Sembianze nettamente opposte a quelle elfiche, il cui aspetto è maestoso ed eternamente giovanile, hanno però in comune una forza strepitosa, che supera di ben sette volte quella di un Uomo comune.

Indossano abitualmente un cappello a cono alto, quasi più alto di loro e rosso sgargiante, per distinguersi in boschi e colline dove prediligono abitare, benché solitamente vivano sulle montagne, nelle caverne e nel sottosuolo per garantirne l’ordine. Ne estraggono i preziosi e tengon cura delle caverne per la stabilità del terreno.

Dissimilmente dalla maggioranza delle razze fatate, esiste una versione femminile dello Gnomo, la quale indossa il tipico cappello a punta ma anziché la barba possiede lunghi capelli raccolti in due belle trecce, generalmente bionde, ed è assai graziosa. Gli Gnomi difatti si accoppiano e creano famiglie secolari, sono fondatori della famiglia poi trasmessa come modello di vita primario agli Umani.

Il loro accoppiamento tuttavia, o più precisamente unione, non avviene in maniera fisica, essendo peraltro privi di apparato riproduttivo. La nascita del piccolo Gnomo, che non è propriamente una nascita, avviene attraverso l’incontro delle due volontà di mamma e papà Gnomo. Nascita e morte su Antea non esistono, onde per cui il piccolo Gnomo verrà semplicemente materializzato dalle luci pulsanti che girovagano per l’Isola, Spiritelli in attesa di essere incarnati.

Tale è una cosa eccezionale, datosi che il Signore dei Tempi lasciò volontariamente una parte di creature allo stato “primitivo”, sotto forma di luci per l’appunto. Un po’ fu per affetto, non volendo integralmente cancellare quella realtà originaria, e un po’ perché la dimensione del sogno doveva continuare ad essere illuminata da questa purezza d’esistenza.

Eppure, pensò bene di lasciar loro il libero arbitrio, la volontà di decidere se prendere sostanza o meno. Nel suo Grande Piano aveva incluso la formazione della famiglia, come esempio da dare alla naturale riproduzione umana, pertanto almeno una razza magica avrebbe dovuto rappresentarla, e a buon bisogno furono scelti gli Gnomi.


Guardiani e custodi di grandi tesori, che questi ometti paffuti trovano con l’aiuto di bacchette magiche, perfetti conoscitori del regno sotterraneo, gli Gnomi sono altresì abili forgiatori del metallo, ingegneri ed inventori, ciò dovuto alla loro curiosità, dal punto di vista tecnico sono dei maestri. Impareggiabili alchimisti, pur estraendo i preziosi dal sottosuolo conoscono i segreti per fabbricare artificialmente oro e pietre preziose, e conoscono per giunta i poteri magici delle erbe, piante, funghi e dei minerali, da essi producono medicinali. Loro è l’invenzione dell’idromele e delle Rune, strumenti divinatori e di crescita spirituale.

Inguaribilmente burloni, di animo gioviale si dilettano sovente con giochi di prestigio e sono insuperabili nei giochi di parole. Corrono velocissimi, i loro salti son fenomenali per quanto enormi ed hanno la capacità d’infiltrarsi dappertutto, si addentrano nel sottosuolo attraverso aperture nascoste ai piedi degli alberi, dalle quali si estendono gallerie sotterranee scavate dalle loro manine operose e robuste. Di norma, infatti, le loro casine sono costruite tra le radici degli alberi, e i gradini conducono direttamente alle entrate per il regno sotterraneo.

Essendo Spiriti della Terra, come le Fate dello stesso Elemento contribuiscono a fissare i legami che si presentano nel mondo onirico, a mettere radici come gli alberi, a creare una famiglia, essendo essi stessi fautori e simbolo di questa prima forma societaria ripresa dagli Umani. Rappresentano il contatto dimenticato con le origini, trasmettono i nostri desideri e le nostre preghiere all’Universo e ne favoriscono il potere.

Gli Gnomi predicono il futuro e sono impareggiabili consiglieri, di solito accompagnano l’Umano che scelgono di tutelare, dal momento della sua nascita e lo lasciano soltanto quando è in punto di morte. Tramite il sogno suscitano in egli i sentimenti più vari e profondi, perlopiù platonici, di piacere ed ebbrezza.

In comune con gli Elfi hanno inoltre il compito di vigilare sui talenti, non di svilupparli ma di conservarne equilibrio e manifestazione. Si può affermare quindi che collaborino congiuntamente, anche se di base non sono troppo amicali tra loro, dacché la fierezza elfica cozza spesso con semplicità e linearità gnomesche.

I Nani

I Nani, versione ridotta degli Umani, dotati di una forza portentosa e d’incredibile resistenza, sono gli operai dell’Isola ma anche supremi artigiani. Forgiano armi ed armature per qualunque eventualità, sono altresì insuperabili lavoratori della pietra.

Esperti minatori, vivono sugli altopiani rocciosi o in profonde caverne, che loro stessi scavano nel cuore delle colline o delle montagne. Non gradiscono l’acqua dacché non sanno nuotare, pertanto se ne tengono alla larga, al massimo possono operare in luoghi fangosi oppure dove la terra è molle, ma non per questo si sottraggono alla fabbricazione di imbarcazioni. Ci pensano gli Elfi a brevettarle, mediante la loro potente magia.

L’altezza di un Nano arriva fino a un metro e mezzo circa, sono esseri poco agili e la velocità non rientra nel loro stile e nelle loro attitudini. Massicci di corporatura si legano capelli in trecce e la barba è lasciata lunga, l’abbigliamento è essenziale e pressoché privo di ornamenti.

Abili strateghi, guerrieri tenaci, i Nani sono un pilastro sicuro e affidabile per la protezione dell’Isola, insieme agli Elfi, benché si tengano da essi a debita distanza. Anche dagli Stregoni, non essendo i Nani molto pratici di Magia e dunque temendone gli effetti devastanti, sebbene stampino le Rune su scudi e armature in metallo, su spade, per proteggere i guerrieri in battaglia, trasmettendo forze magiche.

Sobri e inflessibili, frequentemente sospettosi, i Nani si contraddistinguono per la loro encomiabile lealtà, sono taciturni e introversi, a tratti caratterizzati da irritante scontrosità. Sono fissi e vivono in comunità, sempre al lavoro, poco propensi alle frivolezze tipicamente follettesche.

I Nani rappresentano il duro lavoro, la virtù della responsabilità e dell’impegno e nei sogni li rammentano con zelo. Il lavoro fisico nobilita la mente, di qualunque natura esso sia, domestico, professionale o ricreativo, ed è importante tanto quello mentale, dacché, ricordiamoci sempre di essere Umani, di avere una nostra fisicità, una macchina ben oliata che ci consente di vivere sulla Terra. È fondamentale, affinché il corpo non deperisca nel suo vigore e capacità vitale, curare anche questo veicolante strumento terreno, al fine di garantire la prosperità del nostro intero Essere.

Simbolo onirico della lealtà e della correttezza, rispetto e venerazione degli antenati, nei sogni instillano inoltre l’importanza delle tradizioni, la forza coesiva della collettività. Probabilmente il detto coniato l’unione fa la forza, ha preso spunto dal sistema societario dei Nani.

© Romanzo Fantasy LUCE DI FATAEstratto dal libro inedito

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