Cap. 1, ANTEA – Parte 2a

Antea è un’isola speciale, nulla a che vedere con le isole con le quali il Signore dei Tempi pullulò i mari e gli oceani. Ha la forma a cono, la cui estremità inferiore a punta emana guizzi nebulosi, e i suoi margini confinano non con l’acqua bensì con l’aria. Galleggia nell’etere e con l’etere è un tutt’uno.

Ivi, la Natura non presenta i soliti colori che noi Umani siamo abituati ad ammirare e consacrare, bensì son miscelati in sublime armonia e senza alcun nesso logico. La logicità è inesistente, tutto può essere il contrario di tutto e ciascuna cosa può mutare, dai colori alle forme e alle dimensioni. Anche la visibilità e la collocazione degli elementi in Natura non è fissa ma mutevole. Come nei sogni, in conclusione.

Il cielo è d’un turchese sovente tendente al tenue violetto, le nuvole sono rossastre come in un eterno tramonto però spuntano arcobaleni da ogni dove, a mo’ di strade talvolta utilizzate dagli Esseri Fatati per spostarsi da una parte all’altra del Regno.

Alcuni alberi possono essere blu, d’un blu riflettente dalle striature sgargianti, talora elettrici, altri prosperano dei più variopinti colori come i frutti che generano, i prati color delle arance picchiettati di un giallo oro e il verdeggiare delle piante si tinge spesso da un rosso rubino ad un rosa conchiglia, mentre lo smeraldo acceso dei fiori ne dà risalto come ad impareggiabili pietre preziose. Ed i fiumi e i laghi, i piccoli ruscelli spiccan d’un madreperla argenteo, e i loro fiotti ondeggianti esplodono come grappoli di diamanti vividi e perlucenti.

Le colline han le forme più strampalate, imitate dalle montagne, talune si presentano con spigoli irregolari, altre tondissime o riproducenti spirali di vento e vi spuntano alberi altissimi, alla stregua di mastodontiche querce che ricadono a cascata dal cielo. Anche i fiori possono essere enormi, perfino smisurati, come le case di noi Umani, e spesso son dimore assegnate alle comunità degli Esseri Fatati.

Boschi e foreste son sì coloratissimi, ma uno spettacolo d’incanto fiorisce ognora al loro interno. Le lucciole e tutta una serie di insetti luminosi li fanno scintillare di magia, ci son luci che non conoscono la notte, perpetuamente vive e ardenti. E fasci di luce colorati degli arcobaleni che s’intrecciano con gli alberi, andando su, su e sempre più su, contornati e vivificati da magica polvere argentea zampillante che fuoriesce dal suolo, dalle ali degli Esseri Fatati, dall’aria e vento che hanno una propria vita, una propria identità. Un proprio colore.


Sinusoidali e pressoché infinite, le strade interne dell’Isola sono invece azzurre, sembrano nastri rubati al cielo con tutte le sue nuvole, le quali fungono da sassi e pietroline che delimitano i sentieri e le viuzze patronali. Nonpertanto, tali strade sono più che altro una riproduzione del magnifico e perfetto progetto disegnato dal Grande Architetto: tutto della Terra fu rappresentato in piccolo e fedelmente, quantunque con fantasiose varianti di forme e di colori. Una Terra in miniatura, ma magica. L’Isola che c’è.

Qui, non vengon infatti esse battute dal Popolo Fatato, se non raramente, in quanto quest’ultimo si affida molto più al teletrasporto per unire le grandi distanze, sicuramente più agevole e veloce, benché con maggior dispendio di energia che, di regola e con sapienza, è preferibile risparmiare. In alternativa, vi son sempre fioriture di arcobaleni, ma che vengono prevalentemente percorsi dalle creature alate.

Ad ogni modo, case e villaggi e minuscole dimore possono spostarsi d’incanto, all’occorrenza, oltre ai normali utensili od oggetti vari, grazie ai poteri di telecinesi e teletrasporto di cui gli Esseri Fatati son forniti, sempre comunque con un dosaggio saggio e ben ponderato, al fine di non atrofizzare la loro capacità vitale.

Cosicché, quando ad esempio un inverno diviene troppo inospitale per via delle Fate delle Quattro Stagioni che son state un po’ birichine in certi luoghi del Regno, può accadere che alcuni abitanti si trasferiscano verso le coste, perennemente miti dell’Isola. A Sud, dove s’innalza il Castello Reale.

Le case, se non situate direttamente sui fiori o nei tronchi degli alberi, son sagomate nei modi più disparati. A forma di fungo, di frutto, od anche di fiore, di piante o di rocce, insomma tutti gli elementi viventi che sono presenti in Natura, tanto da confondersi con la Natura stessa. Un’armonia di forme e di colori senza pari, un connubio talmente omogeneo da parer un dipinto realizzato dal più eccellente artista. Un delizioso microcosmo su cui si regge l’equilibrio del mondo, il bene del mondo. E, nel suo piccolo, rappresenta esso stesso il mondo. È un’Isola magica, nel senso più alto del termine.

Purtroppo, come s’è pocanzi detto, soltanto pochi eletti sono in grado di vederne le fattezze, o di conoscerne l’esistenza, ovverosia solo coloro dotati di cuore buono e puro, dall’animo coraggioso ed integralmente altruista. Eroi che, in caso di pericolo, potrebbero preservarla e in maggior modo non nuocerle in alcun senso. E, per giunta, essi non la vedrebbero esattamente così com’è, bensì in base alla loro volontà e al loro desiderio, i loro sogni più prediletti. Ecco perché ciascuna cosa è mutevole, risponde anzitutto alla gioia del cuore e dell’anima.

Nulladimeno, solamente la “chiamata” consentirebbe lor di approdarvi, qualora il Fato, fratello burlone dell’Altissimo, intrecciasse disastrosamente qualche fil dannoso per l’Ordine Universale.

Questa è la venerabile triade primigenia: al centro, come al centro del Tutto, troneggia il Signore dei Tempi, Grande Padre ed Architetto; alla sua destra, parte retta e costante, si colloca Madre Natura, Grande Madre e Protettrice; alla sua sinistra, parte creativa e folle quanto basta, si colloca infine il Fato, Grande Tutore e Tessitore dei fili della Vita.

Sono i fondatori, i nostri genitori primordiali, coloro grazie ai quali noi Umani siamo vita e partecipiamo alla vita. Divinità assai prossima che regola la giustizia cosmica è inoltre il Karma, antitesi del fratello Fato, come una sorta di Caino con Abele favoleggiati dal Cristianesimo, ma Egli è strettamente legato al comportamento umano, al libero arbitrio: è un rigido compensatore, pesa i piatti sulla sua bilancia ed agisce in maniera da sempre equipararli. Cieco come la Dea Bendata, non riconosce i volti ma le azioni.

E, sul primo gradino sottostante a questa piramide divina, primi figli ed esecutori della loro memoria e della loro volontà, sono gli abitanti del Regno delle Fate. Il Piccolo Popolo.

© Romanzo Fantasy LUCE DI FATAEstratto dal libro inedito

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