La Storia delle Fate

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Data di pubblicazione: 12 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

All’origine dei tempi, il mondo era privo di consistenza. Due sole entità riempivano il tempo e lo spazio: la Luce e l’Oscurità. La loro solitudine era grande, così decisero di unire le loro forze per creare un mondo, degli esseri, qualcosa su cui regnare. E si innamorarono…

Ma il mondo da loro creato, gli esseri loro figli da essi a lungo desiderati, non potevano accettare il loro amore, non potevano vedere annullarsi Bene e Male, non potevano vedere il proprio mondo logorarsi fino alla distruzione. E pertanto insorsero, richiedendo ai propri genitori di lasciarsi per farli sopravvivere.

La Luce, vedendo il male che il loro amore causava ai suoi figli, decise di lasciare l’Oscurità. E per non soffrire più, si rifugiò in una zona del cielo da dove poteva controllare i suoi figli ed assicurarsi del loro benessere.

L’Oscurità invece, che non avrebbe mai lasciato la Luce per nulla al mondo, sentì l’odio crescergli dentro, il tradimento della propria stirpe che avrebbe sacrificato per il suo amore, si rifugiò nel buio delle profondità della terra. Finché un giorno, non decise di vendicarsi e chiese alla Luce di dividere il tempo trascorso in cielo. La Luce divenne giorno, ma al tramonto doveva cedere il passo all’Oscurità totale della notte.

Tuttavia, gli esseri da loro creati insorsero nuovamente, ed implorarono la Luce affinché non li abbandonasse al buio totale, di intercedere per loro verso l’Oscurità per attenuare il nero della notte. Il prezzo richiesto dall’Oscurità fu altissimo: la sua furia esplose ed Egli, rancoroso verso i suoi stessi figli, li punì.

Scelse i più saggi, i più giusti, i più valorosi e i più amati tra di loro, ne invase il cuore con il proprio buio e lo inaridì. Ma permise alla Luce di illuminare la nera notte.

La Luce creò la pallida Luna, e la pose nel nero cielo per illuminare la notte. Dipoi pianse, perché vide i suoi figli mutare a causa della vendetta del suo amante. E l’Oscurità catturò tutte le lacrime della sua amata e le pose nel cielo, vicino alla Luna, dove divennero piccole stelle luminose.

Per notti la Luce pianse, e tutte le volte le lacrime divennero stelle che illuminarono di poco la notte, finché una notte, una piccola lacrima sfuggì alla cattura precipitando verso la terra. L’Oscurità ne seguì la scia luminosa per catturarla, quando il pianto di un bimbo lo distolse dal suo compito; seguì il pianto e giunse nei pressi di una piccola casetta, dove una mamma cullava il proprio bambino.

Fu allora che Egli, alzando gli occhi al cielo vide la scia luminosa e indicandola al bambino gli disse: «Guarda, piccolo mio, una stella cadente, una nuova vita sta per venire alla luce.»

L’Oscurità riprese la sua ricerca e giunse nei pressi di una radura segreta. Lì, al centro, la piccola lacrima si era fermata su di un fiore e risplendeva pallida, e l’Oscurità si intenerì, il suo cuore si riaprì verso l’amore e soffiò gentilmente su quel piccolo fiore e sulla lacrima della sua amata; e da quella lacrima caduta dal cielo, da quel piccolo fiore nacque la prima Fata; e prima di lasciare quella valle, l’Oscurità ne rese l’accesso impossibile agli altri esseri.

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«Tu, mia ultima creatura, avrai questa Valle per vivere. Qui, altre tue simili nasceranno. Tu baderai a loro, al loro benessere. Ti pongo Regina sulle tue simili. Ti pongo Regina di questa Valle Incantata. Sta solo a te, ora, decidere di come usare la tua vita» diss’Egli, e si ritirò nella profondità della Terra, chiamando a sé i figli che sceglievano di seguirlo, lasciando alla Luce il compito di governare il mondo che un tempo era stato di entrambi.

Ma non le disse della Valle Incantata, non le disse della nascita della loro ultima creatura. Che, al sicuro nella Valle, cresceva; e vedeva nascere altre sue simili, le sue compagne di giochi.

Divenne la loro Madre e si prese cura delle sue sorelline più piccole, finché un giorno scoprì l’ingresso della Valle ed uscì, decidendo di esplorare il mondo a lei sconosciuto: fu allora che la Luce si accorse di quella creatura che mai aveva visto… il suo stupore fu enorme, e cominciò a seguirla ed osservarla per conoscerla.

Ed un giorno le apparve sotto le sembianze di una maestosa e luminosa dama: «Chi siete, piccolina? Da dove venite?»

La Fata guardò quella dolce signora, e con un sorriso la portò attraverso le valli e i boschi, i fiumi e le montagne, fino all’ingresso della piccola Valle nascosta. La Luce ammirò la bellezza e la tranquillità di quei luoghi, la gioia che le Fatine le trasmisero immediatamente.

L’incanto che manteneva celata la Valle agli estranei era spezzato, presto gli altri esseri sarebbero giunti, portando il caos nella tranquilla vita delle Fate. E la Luce decise di evitare tutto ciò, portò perciò la Valle lì dove nessuno sarebbe mai riuscito a raggiungerla, lì dove nessuno avrebbe mai potuto fare del male a quelle creaturine.

E la portò vicino alla pallida Luna, e la portò vicino al possente sole, e la circondò di stelle, le sue mancate sorelle. E la vita delle Fate proseguì serena e felice, ma ancora adesso in molte lasciano quell’isola celeste per scendere sulla Terra e vivere, insieme alle altre razze, un breve periodo della loro eterna vita.

Anche la Prima Fata talvolta vola sulla Terra, e si confonde con gli abitanti che ignorano il più delle volte la sua vera natura. Lei li osserva attentamente, ma immancabilmente ad ogni umana Primavera torna nella Valle; perché è lì, che la vita di ogni Fata comincia…

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