Miti e racconti sull’Astro d’Argento

Articolo trasferito dalla precedente versione del sito https://giardinodellefate.wordpress.com

Data di pubblicazione: 12 Settembre 2011 ©Giardino delle Fate

Nel corso dei secoli e fin dai primordi della civiltà, la Luna è stata il corpo celeste più studiato dagli astronomi, ma più per motivi di utilità pratica che per obiettivi scientifici: molti calendari infatti erano basati sul ciclo lunare, ed inoltre era di fondamentale importanza, per la navigazione, conoscere con grande precisione la posizione della Luna in cielo.

Il nostro satellite naturale dominava le antiche mitologie, impersonando, nella maggior parte dei casi, una divinità benigna. Essa rischiarava, durante il plenilunio, le tenebre notturne, ed inoltre permetteva di misurare con precisione lo scorrere del tempo.

Nella tradizione mitologica greco-romana la Luna, grazie alla mutevolezza del suo aspetto che la rende unica fra tutti gli astri, è stata associata non ad una sola, bensì a tre distinte divinità, legate ciascuna a tre sue diverse “manifestazioni”: la Luna Piena, la Luna Nuova e la Luna Crescente.

Metafora rispettivamente di vita, di morte e di rinascita, da tempo immemorabile queste tre figure lunari hanno rappresentato il ciclo della vita: è in tal modo che il simbolismo lunare ha potuto coinvolgere fenomeni apparentemente così eterogenei come la nascita, la morte, la fecondità, la femminilità, il divenire, l’immortalità. Il primo volto, la Luna nella sua scintillante pienezza, è simbolo di vita, e per la mitologia greco-ellenistica esso assume il nome di Selene.

luna

Il secondo aspetto, quello della Luna Nuova, della Luna in congiunzione con il Sole, è incarnato da Ecate, l’unica divinità a condividere con Zeus, Re degli Dèi, il privilegio di poter estendere il proprio potere sia sul cielo, sia sulla terra, sia sul mare. Ecate era considerata la Luna Nera, simbolo di morte, ma anche di punto in cui tutto rifluisce per poter prepararsi a rinascere.

Essa era inoltre una divinità legata anche al mondo del soprannaturale, degli Spiriti e degli incantesimi: per questa ragione le erano sacri i crocevia, luoghi che la tradizione popolare considerava teatro di sortilegi per antonomasia, dove s’innalzavano statue con le sue sembianze e, poiché si riteneva che Ecate conoscesse il passato, il presente ed il futuro, era raffigurata con tre volti o talvolta con tre corpi.

È forse per questa sua connessione con il mondo della Magia che Ecate finì per essere associata al Mondo degli Inferi, assumendo i connotati negativi di divinità maligna che in origine non aveva.

La terza manifestazione, infine, la falce di Luna che riappare dopo il novilunio, è simbolo di rinascita, di resurrezione, ed assume il nome di Artemide, sorella di Apollo.

❂ Coyote ed Aquila rubano il Sole ❂
(Mito degli Indiani Zuni)

Secondo questo mito degli Indiani Zuni, una volta il Sole e la Luna erano tenuti nascosti in una scatola dal popolo dei Kachinas, fino a quando Coyote ed Aquila non decisero di rubarli…

Tanto tempo fa, quando tutto era buio ed era anche sempre estate, Coyote ed Aquila andarono a caccia. Coyote era un cacciatore abbastanza modesto, a causa del buio. Essi andarono dai Kachinas, un popolo molto potente. I Kachinas avevano il Sole e la Luna chiusi in una scatola. Quando tutti erano già andati a dormire, i due animali rubarono la scatola.

Dapprincipio era Aquila a portare la scatola, ma poi Coyote convinse l’amico di lasciarla portare a lui. Coyote, curioso, aprì la scatola ed il Sole e la Luna scapparono e si librarono veloci su nel cielo. Questo diede luce alla Terra, ma allo stesso tempo portò una diminuzione del caldo, ed è per questo che noi adesso abbiamo anche l’inverno.

✴ Il Ragno e il Sole ✴
(Mito degli Indiani Cherokee)

All’inizio dei tempi c’era solo oscurità, e le persone cozzavano le une con le altre. Volpe disse che la gente dall’altra parte del mondo era piena di luce, ma era troppo ingorda per dividerla con gli altri, quindi Opossum si recò lì per rubare un po’ di luce. E trovò il Sole appeso ad un albero che illuminava ogni cosa.

Prese un minuscolo pezzo di Sole e lo nascose sotto il pelo della sua coda. Il calore, però, gli bruciò tutto il pelo. Perciò l’opossum ha la coda pelata. Fu poi la volta della Poiana di provare a rubare il Sole. Essa nascose un pezzo di Sole nelle penne della sua testa, ed è per questo che la poiana ha la testa calva.

Ci provò infine Ragno. Costruì una ciotola di argilla, poi tessé una ragnatela (la Via Lattea) per tutto il cielo, raggiungendo l’altra parte del mondo. Sottrasse tutto il Sole e lo portò nella nostra parte del mondo, tenendolo nella ciotola di argilla. Ecco come il Sole ha iniziato ad illuminare la Terra, e perché si è formata la Via Lattea…

❈ Greci e Romani ❈

Come abbiamo pocanzi detto, i Greci chiamarono le divinità lunari Selene, Dea dell’Amore, Artemide, Dea della Caccia e della Castità, ed Ecate Dea dell’Oltretomba. Questo aspetto in tre forme della Luna racchiudeva i tre momenti essenziali dell’esistenza: Nascita, Vita e Morte.

I Romani mutarono i nomi delle divinità lunari greche Selene in Diana, Artemide in Lucina (da cui poi deriverà Luna) e Trivia, e sostituirono agli antichi sacrifici umani, celebrati alla Dea della Notte, l’usanza di ululare lungamente nei trivi (dove s’incontrano tre strade). Alla Dea venivano però celebrati sacrifici di animali: addirittura cento buoi in occasioni solenni, da cui deriva la parola ecatombe, che significa appunto “cento buoi”.

☀ I Maya ☀

La Luna e il Sole erano creature terrestri: una giovinetta ed un cacciatore fra cui nacque l’amore. Il nonno della ragazza, arrabbiato, la fece uccidere e dividere in pezzi. Le libellule ne raccolsero il corpo ed il sangue nascondendoli in tredici ceppi cavi. Dopo tredici giorni di ricerche, Sole, il giovane cacciatore trovò i ceppi.

Da dodici di essi nacquero insetti e serpenti, e dal tredicesimo uscì la giovinetta Luna resuscitata.

❋ I Popoli Mediterranei ❋

Le popolazioni del Mediterraneo chiamavano la Luna in diversi modi. I Cartaginesi la chiamavano Tanit, e la rappresentavano con un’immagine femminile raffigurata tra gruppi di stelle.

Nell’antichissimo Egitto aveva un doppio nome, Hator-Tefnut: nel primo caso (Luna Piena) era una seducente fanciulla, nel secondo (Luna Nuova) un leone. I Sumeri e i Fenici la chiamavano Ishatar, i siriani Ashtart e i nomadi Arabi, Sin, che la adoravano sul monte che da essa prende il nome, Sinai.

L’antica tradizione orale ebraica, invece, racconta di una donna amata da Adamo prima di Eva, il cui nome, Lilith, deriva sia da antiche divinità mesopotamiche che dalla radice del termine “notte”. Gli Assiri la rappresentavano circondata da animali notturni e la chiamavano “Luna Nera”.

❖ Gli Egizi ❖

Secondo la mitologia egiziana, la divinità celeste Nut sposò segretamente il dio della Terra, Geb, ma Ra, Dio del Sole, formulò un incantesimo per il quale Nut non poteva avere figli in nessuno dei dodici mesi dell’anno. Un’altra potente divinità, Thot, con una partita a dadi, vinse, e sottrasse al calendario cinque giorni, i quali non appartennero più a nessun mese.

L’incantesimo di Ra era dunque rotto e Nut generò cinque figli. Uno di questi, Osiride, divinità della Luna, sposò sua sorella Iside.
Seth uccise Osiride e ne smembrò il corpo in quattordici pezzi. Iside trovò tredici dei quattordici pezzi, affinché ridesse vita ad Osiride.

★ Fiaba Cinese sulla Luna ★

Il Signore dell’Eternità donò il Sole al Giorno, affinché lo illuminasse con la sua luce, facesse maturare i frutti della terra e ricompensasse le fatiche degli uomini… La Notte si offese, lei non ricevé nulla, e rimase tristemente avvolta dall’oscurità.

Ma il gigante Ti-Nu volle consolarla, affondò le sue mani invulnerabili nel molle corpo del Sole, e ne staccò una porzione tondeggiante, che poi avvolse in una nuvola, per portarla alla Notte. Improvvisamente un cane rabbioso si avventò su di lui e, per difendersi, il gigante Ti-Nu fuggì con velocità. Ma la nuvola che avvolgeva la porzione di Sole da donare alla Notte era piena di fenditure e, nella fuga, il suo prezioso contenuto fuoriusciva.

Ti-Nu, ignaro, continuò a correre e non si accorse di spargere intorno a sé scintille luminose, di seminare fiorellini incandescenti. Corse così velocemente, che inciampò nel secchio dove era stato versato il latte argenteo di una capra sacra: quella piccola porzione di Sole che non si era dispersa nella fuga vi cadde dentro, e perse la sua luminosità.

Il gigante Ti-Nu si disperò. Il cane rabbioso continuò ad inseguirlo, Ti-Nu continuò a correre per fuggire e, tutt’oggi, ancora corre.
E non sa di aver creato il firmamento, con le stelle scintillanti e la pallida Luna, protettrice dei sogni

Info Post

loading...

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto da Copyright

NUOVA NORMATIVA GDPR - Per usufruire delle complete funzionalità del nostro sito devi accettare l'uso dei Cookie. In questo modo, potremo darti un'esperienza migliore di navigazione.<br>PRIMA DI ACCETTARE LEGGI DETTAGLI

Oltre ai Cookie tecnici necessari per un regolare funzionamento del sito, Giardino delle Fate utilizza Cookie aggiuntivi per personalizzare la navigazione dell'Utente, in merito alla gestione delle statistiche, del traffico, dei social media, dei video e degli annunci promozionali. Puoi scegliere tu stesso se accettare o meno, dando il tuo esplicito consenso. In alcun modo i dati inseriti (ad es. e-mail per iscrizione al blog o nella sezione commenti) verranno usati per diverse finalità né condivisi con terze parti: il nostro interesse è la sicurezza della tua privacy. Accetti l'uso dei Cookie e i termini e le condizioni della nostra PRIVACY POLICY? Cliccando su "Accetto" dichiari di aver letto e accettato. La durata di accettazione dei Cookie è di 3 mesi, con la possibilità di revocarla in qualsiasi momento attraverso l'apposito pulsante in basso nel footer del sito (alla fine della pagina). Se non accetti, potrai comunque continuare con la navigazione ma la visualizzazione delle pagine sarà limitata. In ottemperanza e conformità al Regolamento UE n. 2016/679 (GDPR).

Chiudi