☆ CARATTERISTICHE GENERALI ☆
ღ Longevità e Morte ღ
Essendo Energia, le Fate non risentono di invecchiamento causato dall’avanzare degli anni e sono perciò assai longeve. L’età delle Fate è basata sulle loro esperienze e pertanto non fisica, non si misura con il passare del tempo, come avviene per gli Umani, ma è appunto una questione “psicologica”.
Muoiono naturalmente (spesso per scelta della stessa Fata), quando l’energia improvvisamente si indebolisce sul Piano Reale fino a disperdersi sul Piano Astrale: per morte di una Fata s’intende il suo passaggio subitaneo e definitivo al Piano Astrale. La Fata torna nel luogo dove è nata.
La Fata nasce Energia e resta Energia per tutta la sua vita. In pratica in una Fata si possono distinguere una giovinezza, una maturità ed una vecchiaia, ma i passaggi dall’uno all’altro stato non sono definiti dallo scandire del tempo: rimane una cosa definita dalla propria “coscienza” e dalle esperienze fatte. Prima di dirsi “matura”, una Fata deve aver vissuto diverse esperienze ed acquisito alcuni poteri, che una Fata giovane non possiede.
La Fata può comunque far riferimento della propria età con quella umana, per far comprendere quale sia il suo stadio di maturità. Le altre Fate, invece, riescono a percepire quale sia il grado di maturità delle loro sorelle: è per questo, ad esempio, che riconoscono nelle Crepuscolari e nella Fata Madre un’autorità superiore, perché le percepiscono come più mature di loro e scelgono di seguirle.
La morte delle Fate, non come la intendono gli Esseri Umani, è dunque la definitiva trasmigrazione sul Piano Astrale: la Fata lascia per sempre il Piano Eterico e riprende la sua forma energetica originale. Può avvenire anche in seguito ad eventi gravi manifestatisi sul Piano Eterico, ed ancor più mentre la Fata è in Forma Umana.
Le cause possono essere molteplici: la principale consiste in una perdita troppo consistente di energia che fa scattare nella Fata una sorta di meccanismo di autodifesa, per cui poco prima che l’energia si esaurisca del tutto, avviene la trasmigrazione sul Piano Astrale.
In generale momenti di delusione, tristezza, malinconia ed altri, portano alla morte della Fata, che inizia lentamente a sentire nostalgia per il suo mondo originario: quando questa malinconia diventa troppo pesante, la Fata trasmigra sul Piano Astrale per sempre e si può dire che muore sull’Eterico. Nella maggior parte dei casi, quindi, è la Fata stessa a decidere la propria morte.
Di solito è molto difficile che una Fata torni sul Piano Eterico dopo la sua morte: fra gli scritti rinvenuti su Feridia (la terra natìa delle antenate, le prime Fate comparse sulla Terra), alcuni parlano di qualche “ritorno”, avvenuto tramite un rituale ancora sconosciuto, ma i documenti non sono ancora del tutto chiari.
♥ Nascita ♥
La Fata è sostanzialmente costituita da Energia, e viene concepita asessuata sul Piano Astrale. È poi un evento naturale, solitamente, a far sì che la Fata nasca anche sul Piano Eterico, ossia nel mondo umano.
La luce del sole che si riflette su di un filo di una ragnatela appena tessuta, la spuma di un’onda del mare che s’infrange sulla riva sabbiosa, il bagliore di un lampo che squarcia il cielo, la foglia che viene separata dal suo ramo dal vento del Nord, una risata cristallina, una lacrima di vera gioia, insomma un evento deciso dalla Natura fa sì che la Fata nasca. In genere non si può prevedere, una Fata nasce nel modo più strano o più semplice, e nel momento più inaspettato.Vi è poi un altro modo con cui la Fata può nascere, ossia dall’unione di esseri, un maschio ed una femmina (almeno uno dei due deve essere di razza “Fata”): l’unione non è intesa nel senso umano del termine, ma poiché una Fata è sostanzialmente fatta di Energia, nel momento in cui due scintille di Energia si incontrano viene generata una nuova Fata.
La razza Fata è priva di organi interni e pertanto anche di organi di riproduzione. Sono sterili e procreano solo attraverso l’Energia che circola nel loro corpo, e per questo motivo possono procreare con qualsiasi altra razza, ma il figlio sarà sempre e solo una FATA (sia maschio che femmina).
La nascita di una Fata può avvenire dunque in due modi: direttamente sul Piano Eterico, in seguito ad un evento naturale spontaneo, oppure sul Piano Astrale, in seguito all’unione energetica di due esseri, maschio e femmina. Quando poi sarà il momento giusto, la Fata nascerà (rinascerà) anche sul Piano Eterico sempre tramite un evento naturale, che permette l’addensamento di Energia necessario per il passaggio ad una Forma Eterica.
Nell’attimo in cui avviene la nascita sul Piano Eterico (entrambi i modi in cui può nascere una Fata prevedono infatti la nascita sul Piano Eterico), viene determinato il sesso della Fata e il suo carattere. Quest’ultimo dipende sostanzialmente dal tipo di evento naturale che genera la Fata: una risata od un evento gioioso produrrà una Fata della Luce, un evento malinconico una Fata dell’Acqua, un evento passionale una Fata del Fuoco, e così via.
La nascita di una nuova Fata può essere quindi legata all’unione di due scintille energetiche, provenienti da entrambi i genitori. Quando quest’energia si unirà, una piccola luce pulsante prenderà vita nel Piano Astrale: è la Fata nella sua forma primordiale. Non la si può ancora vedere né interagire con essa, ma la madre avvertirà la sua presenza.
Quando la piccola luce pulsante deciderà di manifestarsi nella sua Forma Eterica e quindi di rendersi visibile, lo farà attraverso un evento naturale (lo spuntare del primo raggio di sole del mattino, lo sbocciare di un fiore…) ed avrà le sembianze di una giovane Fata. Diverse Fate hanno partorito, ma questo, in realtà, è solo ciò che esse hanno fatto credere agli Umani: l’anatomia di una Fata è simile soltanto esteriormente a quella umana, ma non può in alcun modo partorire.
❦ Patologie e Cure ❦
Ferite: La Fata ha la capacità di rigenerare piccole ferite o parti del corpo danneggiate con più facilità rispetto agli Umani, ma occorre comunque un considerevole quantitativo di Energia, oltreché di tempo per risanare un dito o piccoli membri amputati. Se poi la ferita è troppo profonda, la perdita di Energia istantanea renderebbe vano qualsiasi sforzo, facendola trasmigrare al Piano Astrale.
Ad esempio, nel caso in cui le venga tagliata una gamba ed un Cerusico riesca a bloccare la fuoriuscita d’Energia, esistono scarse probabilità che la ricostruzione dell’arto avvenga completamente: ripresasi dall’incidente e dalla considerevole Energia persa, dovrebbe aspettare un lungo periodo di tempo. Le Ali di una Fata invece ricrescono in circa un mese. Poco dopo la recisione, queste scompaiono dal Piano Eterico trasmigrando su quello Astrale.
Essendo la Fata una creatura costituita di Energia e quindi sprovvista di sistema nervoso, logicamente si presumerebbe che essa non potrebbe svenire, ma se a causa di una ferita o di una lesione, la Fata si trovasse a perdere un quantitativo eccessivo di Energia, l’Energia rimasta non basterebbe a svolgere tutte le sue funzioni vitali e quindi la Fata si ritroverebbe in uno stadio di semi-incoscienza, facilmente paragonabile alla perdita di sensi umana. Rimarrà però impossibile tentare di “svegliare” la Fata con i metodi tradizionali, l’unica cura è il tempo, che permetterà la formazione di nuova Energia.
Se, poi, la Fata si trovasse a vivere un’emozione particolarmente intensa, possiamo affermare che sia possibile una sorta di svenimento. In seguito ad uno shock avviene che l’Energia abbia un brusco rallentamento sino a fermarsi, la Fata cade in uno stato di incoscienza che abbandonerà solo quando l’Energia ricomincerà a fluire regolare nel suo esile corpo.
Le lesioni agli arti o al derma necessitano delle medesime cure utilizzate per le altre razze viventi. È consigliato l’uso di materiali di origine vegetale sia nei medicamenti che nelle fasciature, indi tutto ciò che provenga e viva in Natura. La remissione è rapida e spesso senza segni di cicatrizzazione, soprattutto per eventi subiti sul Piano Eterico.
Se la ferita riguarda un’ala, è richiesta la presenza di un’altra Fata, affinché compensi l’Energia della Fata ferita. L’ala lacerata deve venire bendata con fasce di lino, bagnate con infuso di malva e camomilla in parti uguali, e non in soluzione alcolica. La remissione avverrà in 5/8 giorni.
Se l’ala è stata tagliata completamente, essa ricrescerà spontaneamente, ma il processo sarà molto lungo. Per accelerare il processo sono possibili riti per convogliare l’Energia delle Fate sane, sulla Fata ferita ed accelerare il processo di ricrescita.
Veleni: medesima tolleranza degli Umani. Nonostante la loro particolarissima natura, l’Essenza Fatata risulta sensibile nella stessa maniera degli Umani ad ogni veleno, anche prodotto dalla Gilda degli Alchimisti.
Patologie e Cure: in corso di studio e preparazione da parte della Onorata Gilda dei Cerusici.
❋ La Luminescenza ❋
Oltre ad avere le ali con striature dello stesso colore della propria inclinazione, ogni Fata è avvolta da una Luminescenza caratteristica che è conseguenza dell’addensamento di Energia.
Specializzandosi nell’uso di un Elemento, l’Energia di cui è composto il corpo di ogni Fata assume determinate sfumature di colore, visibili talvolta anche dall’occhio umano, in particolar modo se la Fata sta provando un’emozione: il colore della Luminescenza cambia a seconda dell’inclinazione della Fata e può aumentare o diminuire di intensità in base al suo stato d’animo, assumendo delle tonalità più chiare o più scure, o sfumando leggermente di colore secondo ciò che sta provando in quel momento.
Il bagliore emanato dalla Fata si espande ad un massimo di 10 cm dal suo corpo. La Luminescenza non comporta nessun potere magico: è soltanto un modo di far refluire l’energia in eccesso dovuta all’emozione stessa, o ad un uso intenso dell’Elemento caratteristico. Sul Piano Eterico è più luminosa, e si affievolisce in Forma Umana diventando quasi impercettibile.
✬ La Polvere Fatata ✬
In talune circostanze capita che gli addensamenti di Energia siano tali da provocare la comparsa di una polvere traslucida sulle loro ali.
Questa “polvere fatata” non ha in genere alcun effetto, se non quello di rendere lucenti le cose su cui è cosparsa. Non sono rare, tuttavia, le volte in cui è stato riscontrato un effetto incantato della polvere, variabile secondo il caso, sia per le persone che per gli oggetti che ne sono entrati in contatto.
Il colore è legato al proprio Elemento caratteristico, ma anche all’anzianità: sovente la Fata Madre e le Fate Luminose l’hanno di colore dorato, mentre le Fate d’Argento l’hanno argentata (da cui il nome).
Si manifesta in genere dopo momenti particolarmente intensi: se sussistono le condizioni adatte, nel preciso momento in cui l’Energia addensata attraverso la Luminescenza rifluisce all’esterno, si ha la creazione della polvere, mentre la Luminescenza si spegne e l’eventuale Energia residua si disperde nell’aria. A questo punto è sufficiente scrollare leggermente le ali per poterla raccogliere e conservare.
ღ♥ JESER, il saluto delle Fate ♥ღ
Il lemma “Jeser” (pronuncia: JESÈR) appare per la prima volta, riferito ad esseri costituiti da sola Energia, come geroglifico arcaico nelle piramidi di Eliopoli, sulle quali è trascritto il “Libro dei Morti”, contenente, malgrado il nome non sia dei più accattivanti, numerose segnalazioni sulle credenze e le usanze di quell’antico e per molti versi ancora sconosciuto popolo: evidenziato in un cartiglio della Dea Nut che lo collega al mondo iperuranio, esso viene tradotto come “lo splendente”, “l’essere luminoso”, “l’essere magnifico”, “l’essere sacro”. Appare evidente il collegamento del lemma con eventi naturali (descritti nei geroglifici che affiancano il glifo di Nut).
Di Esseri Fatati in equilibrio tra il mondo astrale e il mondo eterico, collegati ad eventi naturali e caratterizzati da bellezza, fascino e un’innata capacità di governare le sensazioni, sono ricche le tradizioni etnico-culturali di numerose popolazioni. Così la tradizione mitologica greca immagina le stagioni e gli Spiriti Elementali della Terra: Driadi, Naiadi e Ninfe hanno per esempio caratteristiche intrinsecamente appartenenti al mondo della Fate, si ricordi la trasformazione della Ninfa nell’albero dell’alloro nella mitologia apollinea.
Altrettanto fa la tradizione indocinese, in cui è chiaro il legame di “luminosità” tra l’evento naturale e l’apparizione della Dakini. Ed ancora una volta riappare il legame con il mondo naturale, nelle impronte luminose a forma di fiore di loto che la Dakini stampa sul terreno nel camminare.
Luminosità, seduzione (a volte mortale come nel caso della Banshee) e magia ingannatrice, sono gli elementi che caratterizzano la Sidhe (Mondo di Mezzo o Regno delle Fate) nella tradizione celtico-gaelica: Sidhe (pronunciato “scii” ) è un antico termine gaelico, usato sia in Irlanda che nelle Highlands scozzesi, con il quale si comprende anche tutto il Popolo Fatato, dagli Elfi, alle Fate e Folletti. Indica pertanto quelle creature considerate “divine” o “sovrannaturali” che abitano generalmente in colline o tumuli o nei boschi. Il nome viene accomunato anche al termine Sith, in gaelico genitivo di Sithde, che vuol dire “essere fatato femminile” (il maschile è Siochar).
Le Sidhe hanno quindi sempre influenzato la cultura e la mitologia dei popoli che hanno incontrato, attraverso piccoli tocchi di illusione caratterizzati da uno stretto rapporto con il mondo e gli eventi naturali, ed una sorta di aura luminosa che permane nel ricordo dei fortunati che con le Fate hanno avuto contatto.
È dunque risalendo alle origini della storia che le Fate di Lot hanno scelto, per salutare e salutarsi, il lemma che più appropriatamente le descrive, dando così modo all’interlocutore non soltanto di interloquire con esse, ma di avere, nel saluto stesso, una chiara descrizione dell’essenza più intima e chiara dell’Essere Fatato.
In seguito, i Clan Fatati del Granducato hanno modificato il saluto, chi scegliendo un lemma diverso (è il caso di altri Clan di Fate), chi aggiungendo alla parola Jeser una specifica, come il geroglifico delle ali }{.
❂ Gli Anelli delle Fate ❂
Da molto tempo si narra che il popolo delle Fate lasci tracce delle sue baldorie notturne. Secondo gli Inglesi, quando le Fate danzano sotto le stelle, il mattino dopo il luogo rimane contrassegnato da un cerchio verde vivo, di erba calpestata, chiamato l’Anello delle Fate o Cerchio delle Fate. Un desiderio espresso sotto la Luna piena, posizionandosi al centro di un Anello delle Fate, si avvera di sicuro.
Bisogna fare attenzione però a saltare in un Anello delle Fate, mentre loro stanno ancora folleggiando. Qualsiasi Essere Umano che malauguratamente dovesse farlo, rimarrà catturato dalla danza sino allo svenimento, e l’unica possibilità di salvarsi, è solo grazie ad un amico o ad un provvidenziale passante, che mantenendo stabile un piede fuori dal cerchio riesca a trascinarlo fuori.
Alcuni anelli di erba scolorita esistono veramente in Europa e nell’America Settentrionale, e spesso compaiono dopo una forte pioggia. Il loro diametro può variare da pochi centimetri ad oltre sessanta metri, gli scienziati insistono però che non siano affatto opera delle Fate, bensì che siano provocati da una specie di funghi, i Basidomicetes.
Data la lunghezza dell’argomento, l’articolo è stato diviso in più pagine:
★ Info Post ★