✦ Cenni storici e psicologici sulla persecuzione ✦
Anni, secoli di persecuzioni, di stermini, di odio, di paura, tutto questo è stato ed è la Stregoneria.
Le Streghe, chi sono? Cosa fanno? Come sono state perseguitate?
Cosa hanno rappresentato nella realtà della storia e nell’inconscio collettivo…
Vittime o realmente donne e uomini di potere?
Forse la spiegazione per qualcuno non è necessaria, per altri assolutamente inconsistente…
Quella accaduta a Salem, nel Massachusetts, fu da considerarsi una delle più grandi esplosioni di isteria collegata alla Stregoneria, quello che forse è conosciuto come il più famoso processo per Stregoneria: a carico di 141 persone ebbe inizio nel 1692.
Il capo l’imputazione principale fu fornito da alcune ragazzine del villaggio, che cominciarono inspiegabilmente a gemere e ad urlare, sostenendo di essere state stregate da alcune donne del posto, e gli inquisitori accolsero la tesi che il Maligno si servisse di gente malvagia per far del male o causare del male ai buoni.
Al fine di vanificare qualsiasi alibi difensivo, fu altresì sposata la tesi secondo la quale il Maligno, per proteggere i suoi malefici aiutanti, creava fantasmi di costoro in modo che, mentre i cattivi tormentavano le vittime, le loro immagini comparivano altrove, occupate in attività innocenti. Durante questo periodo di “parodia giustizialista” vennero impiccate 19 persone. L’ultima sentenza capitale ebbe luogo nel settembre del 1692.
Un contributo sostanziale a questa isteria di massa fu data da Cotton Mather. Un attacco di convulsioni che Margareth Rule ebbe nella chiesa di Mather, sommata ad altri comportamenti anomali, spinsero l’eminente prelato a riaccendere e rinfocolare l’interesse e il panico contro le presunte Streghe di Salem. Il caso infatti stava lentamente smorzandosi.
Gli attacchi di Margareth furono indicati come segni di possessione diabolica e la giovane Rule fu tormentata al fine confessasse i nomi delle altre Streghe sfuggite alla “giustizia”. Finalmente la ragione prevalse e dopo quattro anni circa, i giurati firmarono una confessione giurata nella quale ammisero di aver commesso degli errori e chiesero perdono.
Il fenomeno della Stregoneria, e la susseguente persecuzione soprattutto nell’Occidente cristiano a danno di chi era sospetto di farne uso, è un fenomeno decisamente antico. Se infatti la Chiesa Cattolica da una parte ha sempre combattuto le credenze magiche, dall’altra parte è stata la più forte sostenitrice della realtà oggettiva di Streghe, Maghi e Stregoni, e giustificava la credenza nel sabba diabolico.
E se, da una parte, ha prodotto nei secoli, diversi documenti contro la superstizione, dall’altra ci sono ben 13 bolle che affermano la realtà della Stregoneria tutt’oggi non “abiurate”. “Fra tutte le eresie, la più grande è quella di non credere nelle streghe e con esse, nel patto diabolico e nel sabba”, dal “Malleus maleficarum” (Il martello delle streghe).
Questo manuale fu scritto da due Domenicani tedeschi, Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, per stabilire i criteri utili a riconoscere e punire le Streghe e fu pubblicato nel XV secolo.
Esso fu riprodotto in ben trentaquattro edizioni e oltre trentacinquemila copie impresse con una tiratura stimata di 30.000 copie, che lo poneva (se confermato) come secondo libro per diffusione dopo la Bibbia. Ma molti sono i manuali a corollario del Malleus sui metodi di tortura e di applicazione della pena e del modo sul quale riconoscere una Strega.
Il fenomeno della caccia alle Streghe si è diffuso particolarmente tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XVIII secolo. All’interno di questo periodo sono innumerevoli le persone ed in particolare le donne che sono state tacciate di aver fatto patti col diavolo e per questo sono state perseguitate e spesso torturate e uccise.
Ciò detto, se da un lato vanno considerate le radici storiche e antropologiche di miti molto antichi e la loro diffusione nelle culture e comunità, nonché eventuali fenomeni di suggestione e di confessioni indotte dalle torture, non è possibile liquidare facilmente il fenomeno delle Streghe come una semplice credenza popolare, ma nemmeno darle credito e sostanza.
Colpisce infatti il fatto che la tipologia delle Streghe fosse accomunata da alcuni precisi riferimenti quali il volo notturno, la partecipazione ai Sabbat, il patto satanico, i malefici operati a danno dei singoli e della collettività. Questi elementi sono stati dedotti ed elencati a partire dalle confessioni, spesso anche spontanee, raccolte in tutti i processi per Stregoneria di cui si ha conoscenza in ambito Europeo.
Vi è dunque una curiosa omogeneità nelle testimonianze a prescindere dagli individui, dalla latitudine e longitudine e dalle culture in cui operavano le presunte Streghe. Non solo: sebbene nel corso dei processi fosse presente tanto un’accusa quanto una difesa, nessuno, da che si abbia notizia, ha mai nemmeno provato a mettere in dubbio che tali fatti, in particolare il volo notturno e la partecipazione ai Sabba, avvenissero.
Tuttalpiù vi è stata spesso disquisizione sul fatto se questo avvenisse in sogno, in spirito o nella realtà (in particolare per la partecipazione alle congreghe), ma mai che tali fatti potessero essere inventati. Prendere in esame l’idea che tali confessioni potrebbero essere frutto della tortura indubbiamente potrebbe semplificare il quadro, ma il fatto che tali credenze fossero ben più antiche dell’inizio dei periodi persecutori e già radicate nell’alto Medioevo ci porterebbe a prendere in esame anche altri fattori.
Innanzitutto ci sentiremmo di escludere l’ipotesi di stati allucinatori di massa, proporzionati all’intera Europa nell’arco di alcuni secoli, poiché le allucinazioni, anziché situarsi nella sfera individuale e privata, in questo caso posseggono una consistenza culturale di tipo collettivo (e, come sappiamo, non è del tutto rigoroso parlare di “inconscio e nevrosi collettive”).
Questo tuttavia non esclude ma ci fa invece avvicinare ad uno degli aspetti che sicuramente occorre tenere in conto nell’esaminare questo fenomeno, ovvero quello medico, oltre che a quelli economici, sociali, geografici ed etnografici.
Di sicuro premettiamo che non è possibile ridurre l’intero Universo di queste manifestazioni all’ambito della patologia, non foss’altro che per motivi statistici: un numero così elevato di malati di mente ci obbliga ad “invertire” le linee di demarcazione fra la salute e la malattia, facendo della malattia mentale una sorta di “stato normale” dell’epoca.
Ma, se escludiamo i processi fatti ad innocenti, le confessioni estorte ed altre specifiche casualità, quali i processi in cui i processanti avevano il preciso interesse economico e politico di veder colpiti ben precise personalità per motivi che spesso nulla afferivano con la natura del processo (non dimentichiamo che in seno ai processi per Stregoneria era solitamente d’uso l’espropriazione dei beni del processato che venivano divisi a metà fra la Chiesa e il potere temporale), nelle restanti casistiche sono molte quelle che possono essere ricondotte a ben precise patologie mentali oggi ben conosciute sia nelle origini che nelle dinamiche.
Ricordiamo, ad esempio, la grande epidemia epilettica che dal 1350 in poi prende il nome popolare di “ballo di San Vito” e la “grande histèrie” del XVI secolo, la quale si manifestava, tra l’altro, con deliri convulsivi e perdite della coscienza (spesso vista come lo stato di trance attraverso cui la Strega poteva partecipare ai Sabba senza muovere il proprio corpo).
E queste facevano parte di un più generale quadro di igiene che vedeva come tutt’altro che saltuarie nell’Europa dal XV al XVII secolo, le malattie scrofolose, le carenze ematiche, la peste, la lebbra e la sifilide, tutte malattie i cui sintomi non erano così difficili da associare ai comportamenti enumerati nei codici come il Malleus Maleficarum, per riconoscere le persone toccate dal demonio.
Le malattie e le turbe mentali erano ben conosciute all’epoca, così come era ben noto che vi fossero numerosi soggetti, tra cui gli eccitati ed i melanconici, i maniaci ed in alcuni casi gli alcolizzati giusto per citarne alcuni, che potevano avere comportamenti distorti e vedere cose inesistenti anche senza aver nulla a che fare con Satana.
Gli stessi autori del Malleus Maleficarum dedicano un numero non indifferente di pagine alla discussione del tema del delirio e delle fantasie. Al riguardo Gregory Zilboorg, nel suo Medical Men and the Witch during the Renaissance, ricava dalla lettura del Malleus in chiave psichiatrica la convinzione che “esso potrebbe, con qualche piccolo ritocco editoriale, servire da eccellente manuale di psichiatria clinica descrittiva del XV secolo: basterebbe sostituire alla parola Strega la parola paziente ed eliminare il demonio”.
Infatti, nonostante il delirio, ad esempio, fosse riconosciuto come manifestazione patologica, la sua causa era collocata non in ambito medico, bensì in ambito etico; d’altra parte ciò non deve assolutamente meravigliarci se si pensa che in tutto l’arco di tempo che va dalla riforma medica vesaliana alla rivoluzione harveiano-malpighiana, i problemi neuro-psichiatrici vengono accuratamente evitati, in quanto sono fatti afferire alla morale e alla psicologia razionale.
Parimenti molti autori si sono a lungo interrogati sulla natura delle malattie mentali che in gran parte prescindono dall’opera del demonio, ma che tuttavia nell’instabilità che provocano, aprono le porte al suo ingresso nell’individuo. Pertanto gli Stregoni, anche quando insani di mente, non sono comunque perdonabili nei loro atti perché essi, una volta che il demonio è entrato, sono da esso generati.
Si è infine fatto riferimento anche ad oggetti che potrebbero indurre controvoglia i soggetti a patire il volere del demonio, tuttavia la cura solitamente consigliata per la risoluzione di questi casi… era un bell’esorcismo.
A titolo di cronaca ricordiamo che le ipotesi minime di processi per eresia parlano di circa 110.000 processi e 50.000 esecuzioni. Pur considerando che a numerosi archivi sono stati dati alle fiamme nel corso dei secoli, facendo perdere materiale di studio prezioso. Di questi processi l’80% degli accusati era di sesso femminile, e solamente in Estonia (60%), Russia (68%) e Islanda (90%) vi fu una predominanza maschile.
Le Streghe spesso (o quantomeno la maggior parte di queste) erano effettivamente eretiche, miscredenti e sacrileghe agli occhi della chiesa e nei suoi confronti, solo che alla luce delle nostre attuali conoscenze parleremmo piuttosto di “paranoia mistica”, di “psicosi schizofrenica” e di “nevrosi coatta”, tutte cose che, ovviamente, afferiscono più alla psicopatologia che all’etica.
Anche volendosi accontentare di muoversi a livello di storia della psichiatria e della medicina, si possono rilevare nelle tante demonologie dell’epoca, così come dai verbali dei processi, esempi e descrizioni “cliniche” di non poche psicopatologie di origine, presumibilmente, sessuale.
Il Malleus Maleficarum, così come la Demonomanie del Bodin, il Discours execrable del Boguet, il Tableau de l’inconstance des mauvais anges di De L’Ancre, il Disquisitionum magicarum libri sex di Del Rio, sono altrettante miniere d’oro per leggere in chiave “psicopatologica” le “devianze” delle Streghe e le “nevrosi” degli inquisitori.
I comportamenti clinici di queste patologie sono infatti perfettamente riconoscibili in numerosissime testimonianze, puntualmente riportate negli annali dei processi, e doviziosamente descritte con una precisione e un’acutezza di osservazione che talvolta mancano persino ai più moderni esercenti delle professioni mediche, ma quando si entra nel campo dell’isteria, dell’epilessia, delle nevrosi depressive, dei deliri ossessivi, dell’alcolismo, delle tare demenziali ereditarie, delle neuropatie ad eziologia tossica (alimentare e farmacologica), allora la consistenza stessa del fenomeno si impone con forza propria in termini squisitamente psichiatrici. Tutte queste forme della malattia mentale sono perfettamente riconosciute dagli stessi autori del Malleus, solo che vengono dichiarate effetti dell’eresia e non loro causa.
In merito alla natura farmacologica è in particolare da ricordare che molte delle supposte Streghe (e a volte anche i loro figli, soprattutto se femmine), appartenevano perlopiù alle classi popolari ed erano di solito vedove, prostitute, levatrici ed herbarie. Queste ultime facevano spesso uso di composti a base di alcaloidi, in un tempo in cui decotti ed infusi a base di piante usati dall’empirico sapere tradizionale delle guaritrici, risultavano non meno efficaci e sicure di medicine e medici; data per certa ed abituale la pratica dell’unzione prima del volo, si può ipotizzare in numerosi casi una tossicomania per l’uso ripetuto di farmaci psicoanalettici o psicodislettici.
Fra le cause estranee alla medicina ricordiamo inoltre, a differenza di quanto si creda comunemente, che durante il Medioevo le persecuzioni sono rivolte soprattutto contro gli eretici (Catari, Valdesi, o Albigesi), o comunque a “fedi” accusate di concubinaggio con il diavolo. La Chiesa Cattolica pensava che Catari derivasse da Catus, gatto, adoratori del gatto/Satana.
È solo a partire dall’età moderna (dopo lo scoperta delle Americhe, nel momento in qui nasce l’Umanesimo e in cui la stampa appare) che incomincia questa persecuzione che alcuni non esitano a definire sessista (probabilmente l’unica del genere nella storia), ed altri hanno voluto chiamare genocidio od olocausto.
Altro dato potenzialmente interessante si ricava se si considera il fatto che, alla stessa epoca, due corporazioni lavorative stanno per avere un ruolo economico importante, quella dei medici e quella dei chierici, si capisce che le donne, che fino alla fine del Medioevo godevano di una libertà (in particolar modo relativamente all’esercizio di una professione) più grande di quanto si sia voluto notare, vengano minacciate di eventuali persecuzioni, convincendole così a ritirarsi tra le mura domestiche e a rinunciare ad ogni tipo di attività all’infuori della cura della casa.
Non mancarono d’altro canto medici come il medico del Duca di Clèves, J. Wier, che fu tanto impressionato da alcuni casi a cui assisté da indurlo a scrivere quello che è stato definito il primo manuale di psichiatria, il De praestigis demonum, in cui sconfessava la natura demoniaca dei mali, inducendolo a rovesciare la posizione tradizionale della Cultura dei suoi tempi nei confronti della relazione follia-eresia.
Per lungo tempo questo trattato ebbe ampia diffusione fino al 1563, il periodo dell’inizio della più terribile delle ondate persecutorie quando l’opera del medico tedesco, che chiedeva cure cliniche al posto dei roghi, sarà bandita come la più perniciosa delle astuzie sataniche.
Mentre il calvinista Daneau e il cattolico Bodin riuscivano a rovinare la carriera e la reputazione di Wier, la sua opera faceva proseliti ed inseriva nella cultura europea il dubbio che la Stregoneria altro non fosse che il frutto della fantasia malata di individui: «bisognosi – a detta di Pietro d’Abano, Agostino Nifo e Michel de Montaigne – più dell’elleboro che del fuoco».
Sempre a titolo di cronaca, ricordiamo qui peraltro come i roghi non fossero ordinati né demandati all’autorità ecclesiastica ma una conseguenza dei processi civili e penali, che vedevano nel giudizio ecclesiastico solo una parte delle basi necessarie al giudizio. A quei tempi infatti l’eresia, poiché turbava l’ordine sociale basato sull’idea dell’unità nazionale corroborata dall’unità dogmatica (siamo ancora prima del protestantesimo), era a tutti gli effetti un reato civile.
La natura della condanna (il rogo) faceva invece riferimento perlopiù ad alcuni versetti del Vangelo di Giovanni (15,6) nel quale si dice che: “chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi viene raccolto per essere gettato via e bruciato”. È su questo passo che si giustifica il rogo, con l’appoggio della Bibbia dove si cita “non lascerai vivere mago”.
Tra i tanti che denigrarono il medico tedesco ricordiamo che ci fu chi, acutamente, fece notare che l’omogeneità indicata all’inizio di questo articolo delle tipologie visionarie delle Streghe, facessero pensare più ad un’unica induzione esterna che a patologie mentali, perché se di ciò si fosse trattato, allora ogni Strega avrebbe dovuto avere una sua personale visione o allucinazione e non tutte la stessa.
L’unica risposta a questa obiezione (come già abbiamo premesso all’inizio) è quella di complementare l’ipotesi della follia con quella della tortura e dell’uso delle droghe allucinogene, e, in altre parole, di giustificare l’omogeneità delle descrizioni del Sabbat e del volo notturno, attribuendole in parte a ragioni di ordine culturale (il mito contadino della fertilità), giuridiche (la stereotipia dei procedimenti inquisitori), dottrinario (la mitologia cristiana dell’angelo ribelle) e psicologico (l’endemicità di alcuni disturbi mentali ad origine psicogena oppure organica e farmacologica: l’uso ripetuto di erbe “medicinali” contenenti alcaloidi ad effetto psico-dislettico o psicoanalettico).
Accusa e condanna per stregoneria ad Adrienne d’Heur
Questa vicenda è un’altra testimonianza della ferocia e dell’assurdità con cui venivano svolti i processi alle presunte Streghe durante l’Inquisizione. La donna in questione è Adrienne d’Heur, di circa sessant’anni. Vedova, ella si manteneva grazie ad un piccolo commercio, ma la scintilla che fece nascere il tutto fu la sua vita sessuale ritenuta anticonvenzionale. Alcuni suoi parenti avevano già avuto problemi con sospetti di Stregoneria, ma solamente lei fu accusata di tale “crimine”.
Il 10 Agosto 1646 fu incarcerata. Il processo cominciò quattro giorni dopo l’incarcerazione, 32 testimoni si presentarono contro di lei. Il giudice che presiedeva a questo processo iniziò con le domande, ma la donna si districò abilmente per tre giorni rispondendo in modo adeguato alle domande che le venivano poste. Il quarto giorno le dissero che se continuava a sostenere la sua innocenza sarebbero passati alle torture, ma lei il giorno dopo rimase ferma sulla sua convinzione.
Nei giorni a seguire venne messa a confronto con alcuni testimoni e il giudice la esortò a confessare una serie di delitti, come l’improvvisa morte di un bambino che aveva ricevuto dalle sue mani un pezzetto di pane, la fulminea cecità di un uomo, di una donna e di un bambino, l’esaurimento del latte di una mucca, le galline di un pollaio che per un giorno non deposero uova, la morte di un cavallo, il tentativo di un sequestro di un bambino, di introdursi di notte in alcune case attraverso le porte sprangate e di fare un baccano infernale, di apparire ad alcune persone minacciandole e, infine, di assumere le sembianze di un gatto. L’accusata negò il tutto e non dichiarò la sua colpevolezza.
Il 31 agosto gli inquisitori iniziarono la prova con l’ago d’argento per cercare il punto con il marchio di Satana, che sarebbe in pratica quel piccolo punto nel corpo dove non si sente dolore. In mezzo alla schiena, un po’ più in basso delle spalle, gli inquisitori trovarono un punto dove la donna non manifestò alcun dolore, e dove non uscì una sola goccia di sangue.
Nonostante la donna negò che quello fosse il marchio del Diavolo, venne ugualmente torturata fino a che, esausta, dichiarò di essere una Strega e di essere colpevole di tutto ciò di cui l’avevano accusata. Dopo essere stata condannata, la donna fu bruciata l’11 settembre 1646.



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Ciao ho bisogno di una risposta urgente urgente. Una persona che conosco tiene in canera da letto un bastoncino con del filo rosso arrotolato e delle foglie di ulivo ad una estremità. Sembra quasi un talismano. Sapete dirmi cosa è e a cosa serve? Grazie
a 3 settimane che cerco di parlare di stregoneria senza riuscirci perché non so usare i media e molto male il pc lo sto imparando adesso